Spondilosi
buongiorno,sono un podista ,fermo da 1 mese..avendo dolori fascia lombare natiche e aduttori,ho fatto risonanza la risposta e questa:esame eseguito con sequenza se pesate e t1 e tse pesate in t2 acquisite su piani multipli condotti a livello degli spazi intersomatici in esame....presenza di spondilosi a cui si associano segni di artrosi interapofisaria..canale vertrebale di ampiezza della norma..sono evidenti fenomeni degenerativi di disidratazione a carico dei dischi intersomatici nel tratto in esame che presentano una riduzione della propria intensità di segnale nelle sequenze pesate in t2...a livello dello spazio intersomatico l5 s1 si apprezza una protusione discale mediana che impronta il sacco durale e riduce in ampiezza i neuroforami bilateralmente a andando a generare un conflitto con le emergenze radicolari bilateralmente..regolare l intensità del sacco durale e della cauda equina per quanto valutabile con macchina operante a basso campo....grazie in anticipo del consulto...ps..ho 62 anni..buongiorno
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Dr. Pier Francesco Eugeni
Neurochirurgo
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Il disturbo da lei descritto potrebbe essere da inquadrare in una sindrome sacroiliaca (detta anche sacroileopatia), consistente in un dolore meccanico a partenza dalla articolazione tra l’osso sacro e il resto del bacino. Tipicamente si associa spesso a ipertono degli adduttori con dolore all’interno della coscia.
Il fatto che ci siano delle alterazioni morfologiche della colonna evidenziabili alla RMN non deve trarre in inganno. Infatti le “ernie” o l’artrosi vertebrale non sono mai da curare in quanto tali e solo perché visibili agli esami d’immagine, ma vanno sempre contestualizzate in un quadro clinico riferito ad un paziente specifico e valutate nel giusto ambito specialistico.
Prima di considerarne il trattamento chirurgico della sacroileopatia (pure essendo questo mininvasivo) è opportuno sottoporsi a valutazione e trattamento posturologico e osteopatico. In caso di insuccesso delle terapie incruente allora potrebbe essere indicato un intervento chirurgico di artrodesi mininvasiva della sacroiliaca.
La saluto.
Il fatto che ci siano delle alterazioni morfologiche della colonna evidenziabili alla RMN non deve trarre in inganno. Infatti le “ernie” o l’artrosi vertebrale non sono mai da curare in quanto tali e solo perché visibili agli esami d’immagine, ma vanno sempre contestualizzate in un quadro clinico riferito ad un paziente specifico e valutate nel giusto ambito specialistico.
Prima di considerarne il trattamento chirurgico della sacroileopatia (pure essendo questo mininvasivo) è opportuno sottoporsi a valutazione e trattamento posturologico e osteopatico. In caso di insuccesso delle terapie incruente allora potrebbe essere indicato un intervento chirurgico di artrodesi mininvasiva della sacroiliaca.
La saluto.
Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
Segreteria: 3296122118 – Portatile: 3208219474 - email: eugeni@inwind
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.9k visite dal 11/02/2018.
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