Molare devitalizzato ascesso

Scrivo per avere un parere sull’intervento più appropriato da effettuare su un primo molare devitalizzato circa tre anni fa che ha provocato un ascesso e un notevole rigonfiamento della guancia (insieme a dolore molto forte). Il mio dentista ha prescritto punture di rocefin (ogni 12 ore) e compresse di sinflex 550 mg (ogni 12 ore). La guancia si sta lentamente sgonfiando e il dolore sta diminuendo.

Secondo il mio dentista, dopo la guarigione dell’ascesso, si dovrà procedere all’estrazione del dente. Dalla radiografia però non risultano zone evidenti di trasparenza e nemmeno la presenza di un granuloma - il dentista non ne ha fatto cenno - (il granuloma è sempre visualizzabile in radiografia?).

Vi chiedo se sia possibile effettuare un intervento conservativo, volto a salvare il dente, effettuando pulizia dei canali o apicectomia. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e vi ringrazio per un vostro parere in merito.
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Attivo dal 2008 al 2022
Dentista, Ortodontista
Buongiorno, direi che la prima opzione è quella di eseguire un ritrattamento canalare, che nella maggior parte dei casi risolve il problema. Un granuloma si vede in radiografia, un ascesso acuto no perchè c'è una infiltrazione dell'osso, ma senza al creazione di uno spazio nell'osso stesso ripieno di tessuto granulomatoso, che da l'immagine di una zona "vuota" all'apice delle radici. Qualora non si riuscisse a far guarire il dente con il ritrattamento, si potrebbe prendere in esame un'apicectomia. L'ultima ratio è l'estrazione.
Una domanda per mia curiosità: ricorda se quando le hanno devitalizzato il dente tre anni fa, hanno chiuso i canali con dei coni di guttaperca?
Buona giornata e auguri per la scelta migliore.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore per la sua risposta che mi aiuta a fare chiarezza. Lei suggerisce in ogni caso di procedere ad un ritrattamento canalare che potrebbe rivelarsi risolutivo. Mi pare di capire che sia un percorso standard seguito in odontoiatria (ritrattamento can, apicectomia, estrazione) e non semplicemente un suo parere personale, nel senso che in generale effettuare un'estrazione potrebbe essere prematuro come primo intervento.

Nel caso ci fosse un insuccesso dopo il ritrattamento canalare, vorrei sapere se sarei esposto a una nuova manifestazione sintomatica simile a quella attuale (ascesso, gonfiore guancia, forte dolore - con relativa cura antibiotica e antidolorifica) nel giro di pochi mesi oppure se la situazione sarebbe monitorata in modo da prevenire una eventuale ricaduta e, in caso di difficoltà, procedere ad un ulteriore intervento (ad esempio apicectomia).

Rispondo infine alla sua curiosità: i canali dovrebbero essere stati chiusi con coni di guttaperca... posso dirlo con una certa sicurezza perchè ho visto su internet le immagini dei coni e ricordo che il dentista ne aveva di simili sul suo tavolino mentre effettuava la devitalizzazione.
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Attivo dal 2008 al 2022
Dentista, Ortodontista
Buonasera, deve sapere che nel nostro mestiere esistono diverse scuole di pensiero. Ho da sempre, più di trent'anni di esperienza sul campo, aderito a quella che tende a conservare il più possibile quello che "mamma natura" ci ha fornito. Altri più "moderni" si affidano ciecamente a tecniche che prevedono la sostituzione del "naturale" con il "tecnologico", gli "impianti". Funzionano abbastanza bene, ma quando non c'è più nulla da recuperare.
Direi che il rischio di una ricaduta è inevitabile, ma, se il ritrattamento sarà ben eseguito, particolarmente raro.
Le chiedevo della guttapeca, perchè in tanti anni di lavoro mi sono capitati in studio almeno duecento casi come il suo: dente devitalizzato, il paziente sta bene, l'otturazione sigilla perfettamente i margini a contatto con lo smalto. Passano anni, in qualche punto del perimetro l'otturazione si infiltra, trafila saliva con germi che arriva a contatto con la gutta che nel frattempo ha perso le sue caratteristiche di elasticità e spesso si è screpolata, come un elastico lasciato anni in un cassetto a tenere un mazzo di carte. a quel punto la saliva sale lungo le screpolature fino alla punta della radice, portandosi dietro i germi,. ed ecco l'ascesso.
I suoi canali andranno svuotati di tutti i residui di gutta infetta, lavati sterilizzati, riotturati, magari con qualcosa di più duraturo della gutta, e poi ricostruito nella sua parte mancante.
Vedrà che se tutto sarà fatto a regola d'arte il suo dente le terrà compagnia ancore per molti anni. Auguri.
Tra parentesi, anche se so di tirarmi addosso le ire di molti colleghi, non ho mai chiuso un canale con la gutta, approfittando dell'esperienza di trent'anni di lavoro di mio zio, e per ora uno/ due % di recidive.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille della risposta dottore. Approfitto per chiederle due ultime cose.

Il mio dentista ritiene l'estrazione l'unico intervento fattibile alla luce della forte infezione che ho avuto. Io sinceramente sarei più propenso a tentare il trattamente canalare. Lei crede che una forte infezione possa essere un motivo sufficiente per procedere direttamente all'estrazione? Oppure anche in questi casi il trattamento canalare è effettuabile? Dalla radiografia non risultano granulomi o evidenti trasparenze.

Ho finito ieri sera la cura antibiotica (10 punture di rocefin, 2 al giorno), ma ho ancora la gengiva del molare molto gonfia e un po' dolorante (senza fistola) e in corrispondenza della mandibola, sotto la guancia, sento una pallina dura di forma ovale di 2-3 cm di lunghezza e 1 cm di altezza che si è ridotta rispetto a prima ma che c'è ancora. Cosa ne pensa? Il gonfiore della gengiva e la pallina tenderanno a regredire da sole o bisogna fare qualcosa? Un suo suggerimento mi sarebbe di aiuto.
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dopo
Utente
Utente
Dottore, mi scusi se ripropongo la mia ultima domanda, ma una sua risposta potrebbe essermi davvero di grande aiuto.

Il mio dentista ritiene l'estrazione sia l'intervento da effettuare sulla base della forte infezione che ho avuto (gengiva molare gonfia, guancia molto gonfia, dolore molto intenso). Lei crede che una forte infezione possa essere un motivo sufficiente per procedere direttamente all'estrazione? Oppure anche in questi casi il trattamento canalare è effettuabile senza espormi a una facile ricaduta?

La ringrazio per quanto potrà dirmi a proposito: il suo parere potrebbe orientarmi nella scelta da prendere.
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Attivo dal 2008 al 2022
Dentista, Ortodontista
Non ho dubbi, prima rifarei un trattamento canalare che, se ben eseguito, dà ottime possibilità di conservazione del dente. Magari inserendo un pernio-moncone e coprendo il tutto con una capsula, se la corona fosse molto compromessa. Una volta estratto lei dovrà sostituirlo con un impianto (se nella zona c'è osso sufficente) o con un ponte (dovendo "limare" i denti vicini).
L'estrazione sarebbe una valida ipotesi solo se si trattasse di un dente del giudizio.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, la aggiorno sullo stato del mio dente. Ho eseguito circa 4 mesi fa il ritrattamento canale, ma dopo 1 mese e mezzo è comparsa una fistola sulla gengiva che si gonfia e si sgonfia, rilasciando del pus. Secondo il mio nuovo dentista, il dente va estratto perchè la terapia canalare non ha funzionato e quindi non ci sono alternative. Mi ha rassicurato dicendomi che poi si procederà ad un impianto. A me dispiace perdere un dente "sano", soprattutto per errori forse del precedente dentista. Tra l'altro il nuovo dentista mi ha detto che la devitalizzazione era stata fatta malissimo, senza arrivare in fondo ai canali e che poi era stato inserito un perno che ha reso difficoltoso effettuare il ritrattamento. Lei cosa ne pensa? Devo rassegnarmi all'estrazione?

Un'ultima cosa: Il dottore ha inserito dopo la devitalizzazione di un altro dente un perno in metallo. Ma se un domani fosse necessario un ritrattamento, la presenza del perno in metallo potrebbe rendere tutto più difficile?
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