Epatocarcinoma infiltrante multifocale


GENTILI DOTTORI, PRIMA DI ESPORVI LE DOMANDE A CUI DESIDEREREI SE POSSIBILE AVERE RISPOSTA, VI TRASCRIVO IL REFERTO DELL’ECOTOMOGRAFIA ADDOMMINALE, ESEGUITA IL 14-09-09, DOPO RICOVERO IN OSPEDALE PRESSO UNITA’ EPATOLOGIA, DA CUI SI EVINCE LA MALATTIA CHE HA COLPITO MIO FRATELLO (ETA’ 65 ANNI):
“Quadro U. S. epatico suggestivo di cirrosi in stadio normotrofico; superficie finemente ondulata ed eco tessitura grossolana.
Voluminosa massa iso-iperecogena del diametro di 67X87 mm occupa il VII/VIII s; micronodulazione confluente occupa totalmente il V s e parte del VI (HCC infiltrante multifocale).
Trombosi completa (presumibilmente neoplastica) dell’albero portale.
Colecisti contratta.
Pancreas in evoluzione scleroartrofica.
Reni in sede.
Non evidenzia di dilatazione delle vie escretrici.
Milza a struttura omogenea con D L di 122 mm.
Ascite di entità moderata si effettua campionamento del liquido ascitico.
IPB con vescica da sforzo”.
Tengo a precisare che ieri (18-09-09) è stata eseguita paracentesi e sono stati estratti circa 4 litri di liquido ascitico, e dall’analisi del liquido ascitico non è stata rilevata la presenza di cellule tumorali.
Dal colloquio con lo specialista epatologo è emerso un quadro della malattia che non lascia alcuna speranza, né tantomeno una cura efficace contro l’epatocarcinoma (almeno secondo la loro opinione); inoltre allo stato della malattia è esclusa ogni possibilità per il trapianto di fegato. Lo stesso medico ci ha riferito che attualmente l’urgenza più imminente è quella di intervenire sulla trombosi alla vena porta mediante l’ipotermia e successivamente proseguire con terapia NEXAVAR, un farmaco, se ho ben capito, che interviene sulla vascolarizzazione del tumore.
CIO’ PREMESSO SI CHIEDE
- se sia stato opportuno, considerato che i medici che hanno in cura mio fratello sono epatologi, rivolgersi ad uno specialista oncologo;
- se, a vostro parere, sulla base del suddetto referto ecografico, possa esserci una terapia da tentare onde evitare il tragico responso che ci hanno comunicato;
- Se sia il caso di effettuare una TAC e/o risonanza magnetica, nonché, per poter intervenire con una eventuale sperata terapia, una biopsia per la stadiazione del tumore (dal momento che il medico non ritiene utile intervenire in tal senso, anzi ci ha prospettato addirittura un eventuale rischio di sanguinamento nel caso di prelievo bioptico per via del fegato cirrotico),
Inoltre, si prega, se possibile, di voler fornire suggerimenti ed ogni ben accetto consiglio terapeutico per la cura della malattia.

GRAZIE PER LA VOSTRA DISPONIBILITA’.
[#1]
Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
Gentile Utente,
vi sono quadri radiologici che associati al valore dell'alfafetoproteina sono diagnostici per epatocarcinoma anche senza il dato istologico. Non sembrano utili altri esami da eseguire ed il programma terapeutico, anche dal punto di vista oncologico è quello pianificato. Il Nexavar è l'unico farmaco potenzialmente attivo contro l'epatocarcinoma anche se i tassi di risposta non sono alti. Non vi sono al momento altre cure utili.
Cordiali Saluti

Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Barbieri per la sollecita risposta, quando lei dice: "non vi sono al momento altre cure utili" oltre al Nexavar, esclude, considerata la diagnosi, che(per curare soprattutto l'urgente trombosi della vena porta) si possa intervenire con la termoablazione o la chemioembolizzazione epatica o applicazioni locali di ipertermia capacitiva. Tra l'altro leggendo sul vostro "Medicitalia", mi sembra di aver capito che la neoplasia si possa giovare del trattamento con octreotide (previo dosaggio della cromogranina A) o addirittura associare il Nexavar con Octreotide; lei pensa sia possibile seguire una tale via terapeutica?.
Le chiedo, inoltre se può aiutare la terapia biologica con l'aggiunta di Synchrolevels (estratto embrionario di Zebra fish) e melatonina.
Infine vi chiedo se c'è possibilità di una terapia con cellule staminali (per curare soprattutto l'urgente trombosi della vena porta) e se sia possibile accedere a qualche sperimentazione in tal senso (magari suggerendo qualche centro in particolare).
Se ci sono centri in cui partecipare a sperimentazioni o che stiano studiando nuovi farmaci?
INFINITE GRAZIE PER LA VOSTRA DISPONIBILITA'.

[#3]
Dr. Vito Barbieri Oncologo 1.6k 57 1
Le cellule staminali non servono a tutto.
Termoablazione e chemioembolizzazione sono indicate per lesioni di dimesioni limitate e circoscritte nel fegato (non con trombosi portale).
L'unica terapia medica registrata e il Nexavar, pur con i suoi limiti. Tutto il resto viene da molti usato, ma senza dati chiari che permettano di darle un consiglio con decisione.
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