Cachessia tumore retto

gentili dottori, vorrei un parere sulla situazione di una persona a me cara.
questa signora, di anni 68, ha un tumore del retto metastatico, trattato in passato con chirurgia e ripetuti cicli chemioterapici, l'ultimo dei quali con capecitabina per os, durante l'ultimo ciclo si è però avuta una ulteriore progressione della malattia, e alla fine la terapia è stata sospesa.
La situazione è andata progressivamente deteriorandosi in questi ultimi mesi,con:
difficoltà crescente all'evacuazione (nella sua storia è presente anche carcinosi peritoneale, non so se trattata o attualmente ancora presente)
difficoltà all'alimentazione, per scarso appetito,
assunzione di liquidi minima (1-2 bicchieri di acqua al giorno)
In seguito ad un episodio di blocco intestinale, è stata ricoverata d'urgenza ed è stata fatta una stomia. Dall'intervento che è stato fatto 2 settimane fa si sta riprendendo abbastanza bene.
Attualmente il problema più grave è la grossa perdita di peso (circa 15 kg in 1-2 mesi, in una persona alta 1,55, che prima non era grassa) associata a stanchezza, anemia.
Da un punto di vista di autonomia è ancora abbastanza conservata, considerando che non ha rinuciato fino a questo momento ad andare al lavoro (lavoro artistico,che ovviamente non richiede sforzi fisici, ma che per lei è sopratutto una passione)anche se in casa sta prevalentemente distesa, ha sempre freddo e dorme molto, ma è autonoma nelle attività di cura personale e cammina, anche per brevi percorsi fuori casa. Attualmente non va più al lavoro perchè il posto in cui lavora è chiuso per l'estate.
Mi è molto chiaro che ormai è solo una questione di tempo, ma vi chiedo, secondo la vostra esperienza, quanto tempo?
è possibile pensare di allungarle o almeno migliorarle la vita trattando l'anemia e la cachessia? come si possono trattare?
le trasfusioni possono darle beneficio?
per la perdita di peso si può fare qualcosa, con alimentazione o farmaci?
grazie molte
[#1]
Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
difficile poter esprimere in modo algebrico,il concetto del tempo!
Mi permetto solo di sottolineare, quanto sia utile invece parlare di qualità di vita!
Dinanzi ad un quadro di malattia avanzata,come da lei descritta, forse è più utile ed umanamente accetabile, far si che i restanti giorni di questa persona siano segnati da contributi affettivi tangibili che non si esprimono ne si esauriscono con un banale Come va?
Cordialmente
Dr. Giovanni Piazza
wwww.drgiovannipiazza.blogspot.com

Dr. Giovanni Piazza
Chirurgo Oncologo
www.Gruppopalermomedica.blogspot.com
www.drgiovannipiazza.blogspot.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
la sua risposta è stata assolutamente rapidissima, grazie molte. sono anche io dell'idea che la qualità di vita sia fondamentale,e che sia la cosa più importante in questo momento, e eche il sostegno morale e psicologico sono centrali.

quello che mi chiedevo è:
quali sono le cause che possono portare alla morte di una persona in queste condizioni?
è possibile tramite terapie di supporto prevenire un ulteriore precipitare della situazione?
cioè, mettendo come primo punto la qualità della vita, è possibile fare qualcosa per ottenere una 'stabilizzazione' in questa fase?

grazie mille, la sua risposta dimostra un'altissima sensibiltà umana
[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
aggiungo un'altra domanda forse più 'tecnica'
ho girato un po' su internet ma non sono riuscita a capire quali siano i 'requisiti' (termine brutto ma non ne trovo un altro) perchè possa esserci una presa in carico da parte dei servizi territoriali di cure palliative.
è troppo presto?
sta ancora troppo 'bene' per una percorso del genere?
grazie mille
[#4]
Dr. Giovanni Piazza Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente 464 13
Gentile Utente,
cercherò di articolare al meglio la mia risposta, nella visione che, essendo purtroppo molti i pazienti affetti, da un quadro avanzato di malattia oncologica, questa mia possa essere d'ausilio anche ad altri lettori.
La patologia neoplastica ( qualunque sede!) si sviluppa dapprima come malattia d'organo ( ovvero nel caso in esame, colon-retto) ma poi interessa tutto l'organismo divenendo malattia sistemica.
Numerose e ben studiate sono le sindromi Paraneoplastiche, termine che sta ad indicare lo sviluppo di quadri clinici dove, la presenza di sintesi di sostanze da parte del tumore, coinvolge organi ed apparati, influenzando in modo lieve o grave la funzionalità del sistema "organismo" in toto!
Non volendo fare una mera lezione accademica, voglio però sottolineare, come il "Fronte" della malattia coinvolga anche altri distretti, divenendo guerra totale!
Rispondo alla sua domanda sull'ADI ovvero "assistenza domiciliare integrata". L'attivazione del serviziopuò essere richiesta attraverso il curante della signora, è previsto dalla legge e non credo si possano avere problemi al riguardo.
Le cause dell'exitus della paziente, possono essere ricondotte a:
S.A.C.N.: Sindrome Anoressia Cachessia Neoplastica, ovvero l'iponutrizione indotta dalle sostanze prodotte dalla neoplasia ( polmone e pancreas, stomaco ma anche colon-retto e non annovero altre sedi per non dilungarmi).
come le ho accennato la capacità da parte del tessuto neoplastico di immettere nel torrente ematico, sostanze anche ormonali, capaci di scardinare l'equilibrio dell'organismo, comportano tale sindrome che si caratterizza per astenia, dimagramento, ipofagia,disidratazione, con riduzione della sintesi delle proteine,issufficenza renale, insufficenza cardiaca etc etc.
Pertanto consideri che, qualunque sia la causa, l'effetto alla fine sarà ed è, la disfunzione di organi che regolano importanti funzioni per la nostra soppravvivenza. Se poi, interviene prima l'insufficenza renale, la sindrome epato-renale o altre cause poco importa, perchè capisce bene che di fatto il danno d'organo e sistema da dove principi, comunque porta sempre allo stesso risultato!
Le terapie mediche di supporto, allo lo scopo, di cercare di non agevolare la cascata degli eventi che le ho riportato, ma spesso qualunque sia lo sforzo, quantunque doloroso sia,il cammino segnato non viene certo deviato.
Ecco perchè, mi soffermo sulla qualità di vita, perche se il performance status della paziente le permete di avere una qualità di vita autosufficente totale o parziale, mi sembre più doveroso concentrarsi su questo e permettere all'individuo che ha una sua dignità di vita di avere anche una sua disgnità conservata nel percorso che conduce alla fine della stessa vita!
Perchè se è bello vivere ogni giorno è anche vero che se dobbiamo tornare tra le braccia di Dio Padre, si affronti questo cammino con quella serenità e qualità che ha fatto si di vivere una vita, che anche se contraddistinta da momenti lieti e momenti infelici, però ci ha permesso d'essere ciò che siamo nel bene o nel male!
Il principe De Curtis nella famosa livella! ebbe la capacità di definire proprio ciò, ricco signore o povero in canna alla fine siamo esseri umani e sappiamo che a questa vita di cui conosciamo anagraficamente l'inizio scopriremo la fine! Pertanto, fino a quando un granello della spiaggia chiamata vita, rimarrà attacato sulla mia pelle, potrò ancora godermi lo spettacolo del tramonto del giorno o forse della stessa vita, sapendo però di aver goduto di quel mare chiamato esistenza.
Spero di aver dato risposta alle sue richieste.
Cordialmente
Dr.Giovanni Piazza
www.drgiovannipiazza.blogspot.com
[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
La ringrazio moltissimo, questa sua nuova risposta è molto esauriente da un punto di vista medico, e di nuovo eccezionale da un punto di vista umano.

Mi scuso se nella mia prima lettera ho dato l'impressione di porre l'allungamento della sopravvivenza come obiettivo principale, non è così.

La mia lettera è forse dettata dall'amarezza di vedere una persona che per tanti anni, attraverso tanti interventi e cicli di terapia ha comunque convissuto 'bene' con la malattia, all'improvviso precipitare e rischiare di morire di malnutrizione.
Nella mia amarezza allora penso: ma è possibile che nel 2010 in italia una persona debba morire di malnutrizione?
possibile che non ci si possa fare niente?
Ovviamente dalla sua risposta ho ben capito che purtoppo il problema è complesso, e che non esiste una terapia risolutiva.
grazie mille davvero.
[#6]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
gentile dottori, un po' di tempo è passato e la situazione rimane sostanzialmente invariata.
io però ho un mio dubbio, riguardante la stomia.
io avevo capito che la stomia era stata fatta chirurgicamente, invece mi hanno spiegato che è un fistola enterocutanea, che si è aperta da sola e sui cui poi hanno messo il sacchetto.
ma come è posssibile?
quali conseguenze ha questa cosa?
si può pensare di chiuderla in qualche modo?
il declino delle conidizioni generali è diventato molto più netto dopo questo fatto. è solo una coincidenza?
grazie mille
[#7]
dopo
Attivo dal 2008 al 2010
Ex utente
gentili dottori, qualche giorno fa si è paerta una secodna fistola, che come la prima è stata trattata con il sacchetto. adesso dalla prima stomia non esce più niente, mentre continua ad essere canalizzata anche per via naturale.
come si fomrano queste fistole?
si possono richiudere, da sole o con terapia?
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