Con una diagnosi di carcinoma mammario lobulare infiltrante con aspetti plasmocitoidi, scarsamente

Egregio Dottore, Le scrivo per mia madre di 72 anni (attiva ed in condizioni generali molto buone). Con una diagnosi di carcinoma mammario lobulare infiltrante con aspetti plasmocitoidi, scarsamente differenziato (G3),con diam. max di 3,5 cm, tuttavia con associata presenza di separati microfocolai microscopici multipli di ca lobulare infiltrante con aspetti plasmocitoidi, e' stata sottoposta il 28 settembre u.s. ad una quadrantectomia + LS. Il referto istologico era il seguente: pT2 N0(i+)sn Mx G3 R1 V0 L0.
In data 26 ottobre u.s. è stata eseguita una mastectomia radicale SAI con asportazione linfonodi ascellari ed inserzione expander. Il referto istologico del secondo intervento è il seguente: pT2 N0(i-)sn Mx G3 R0 V0 L0.
Premetto che le indagini preliminari su fegato e ossa erano nella norma.
Gli interventi sono stati effettuati presso l'Ospedale Generale di Bolzano con esito direi più che soddisfacente. Conclusasi la parte chirurgica, ed in attesa di iniziare la ricostruzione della mammella (expander inserito), proprio ieri c'è stato il primo incontro con l'oncologa. Ed ecco il mio questito ed il dubbio di tutta la mia famiglia: Data per scontata la terapia ormonale di cui eravamo già a conoscenza, viene prospettata anche l'ipotesi di un ciclo chemioterapico (escluso in precedenza dai chirurghi).
Il dubbio, purtroppo, sta nella formulazione della proposta, mi spiego..
L'oncologa dice chiaramente che il tumore è poco ricettivo alla chemioterapia, e lo è di più alla terapia ormonale, ma che se vogliamo la chemio si può fare, così come il contrario.
Ora chiedo, secondo il Suo parere è necessario affrontare la chemioterapia, quando la professionista non ha saputo dare indicazioni precise, oppure, come nostra opinione abbia voluto lasciare completamente a noi le responsabilità di un' eventuale ricaduta o recidiva.
Chiarisco che sono ben coscente che non c'è nulla di definitivo e matematico in medicina e che ogni caso è diverso da ogni altro, ma gradirei avere la sua opinione in merito.
La ringrazio anticipatamente
A.P.
[#1]
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Considerando la vita media aumentata, valuterei dato il grading (G3) e le dimensioni (T2) l'opportunità di fare un trattamento che riduca al massimo il rischio di ripresa di malattia (con tutti i dubbi del caso, ma tenedo conto che è sempre un tumore infiltrante e non in situ).

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

Tumore al seno

Il tumore al seno è il cancro più diffuso in Italia: quali sono i fattori di rischio e come fare prevenzione? Sintomi, diagnosi e cura del carcinoma mammario.

Leggi tutto