Cancro alla prostata, metastasi ossee

Sono la figlia di un malato di cancro, del quale vi sottopongo in sintesi la storia clinica per ricevere un parere sul piano terapeutico avviato. In sintesi:
SETTEMBRE 2001
I visita urologica
Ecografia transrettale: L’esame è stato effettuato per via sovrapubica e transrettale. Regolare distensione della vescica che non presenta lesioni proliferative delle pareti né formazioni litiasiche. Vescicole seminali distese, da stasi. La prostata è aumentata di volume (56 x 44 x 41 mm; peso di ca. 53 gr) per ipertrofia adenomatosa bilobata e presenta disomogeneità ecostruttura della porzione ghiandolare periferica, che interessa parzialmente la regione paramediana del lobo destro e, in particolare,il lobo sinistro ove si evidenzia una placca di tessuto ipoecogeno, estesa per circa 2 cm, con verosimili caratteri di tessuto neoformato ad estrinsecazione extra-casulare. Utile verifica bioetica.
OTTOBRE 2001
Esame istologico: adenocarcinoma prostatico Gleason score 8 (4+4)
Avvio terapia ormonale : Zoladex + Casodex
2005
Terapia ormonale: Zoladex + Pradif
GENNAIO-FEBBRAIO 2007
PSA: 14,89
Terapia ormonale: Zoladex + Casodex
Esame scintigrafico: L’indagine scintigrafica rileva la presenza di alcune aree di iperaccumulo del tracciante situate sul quinto arco costale destro, sulle ultime vertebre dorsali (D10-D12) sull’undicesima e dodicesima articolazione costovertebrale sinistra, sul terzo prossimale del femore sinistro. Aree di lieve accumulo del radioisotopo si ravvisano sull’estremità distale del settimo arco costale anteriore sinistro, su D 5, sull’articolazione sacroiliaca sinistra, sul terzo medio della diafisi del femore destro. Tali reperti sono compatibili con la presenza di lesioni ossee ripetitive utile confronto con precedente esame scintigrafico. Focolai di ipercaptazione del tracciante, di origine artropatica, si segnalano in corrispondenza delle spalle, delle ginocchia e dei piedi.
Fisiologica distribuzione scheletrica del tracciante nei rimanenti segmenti scheletrici.
LUGLIO 2007
Trauma da caduta.
RX colonna lombo-sacrale: Marcata demineralizzazione osteoporotica dei metameri del rachide in esame, con ampia depressione della limitante somatica craniale di L2 e soprattutto di L3; sostanzialmente indenne il muro posteriore ad entrambi i livelli. Utile indagine TC.
AGOSTO 2007
PSA: 19,25
SETTEMBRE 2007
PSA: 46
Esame scintigrafico: …presenza lesioni ossee secondarie…
OTTOBRE 2007
Sospensione terapia ormonale. Avvio terapia con Zoladex + Extracyt (3 compresse al giorno)
Terapia Radiometabolica mediante somministrazione di 153Sm-EDTMP
NOVEMBRE 2007
PSA: 63
Sospensione Extracyt e predisposizione di nuovo piano terapeutico con OXICONTIN 20 mg (1 compressa ogni 12 ore per il dolore); terapia in vena con ZOMETA fiale ogni 21-28 giorni; terapia con TAXOTERE, 1 volta a settimana; tra 2-3 mesi eventuale trattamento radiante integrato alla terapia radiometabolica.
Il predetto piano terapeutico vi trova concordi ? Grazie.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

direi proprio di si. Mi sembra a questo punto l'unica via praticabile.

Ci tenga informati, un caro saluto

Dr. Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Utente
Utente
Grazie davvero per il sollecito riscontro.
Pur nella consapevolezza della gravità complessiva della situazione, per mio padre il problema principale, adesso, è il dolore acuto alla fascia lombare (cfr. frattura due vertebre L2-L3) che non scompare nonostante la terapia radiometabolica e l'assunzione dell'OXICONTIN 20 mg: se riuscisse a venirne un pò fuori recupererebbe autonomia di movimenti, riprendendo, quindi, un minimo di attività relazionale. Continua a ripetermi che in tal modo affronterebbe meglio tutto il resto. Possiamo aspettarci che accada col proseguo della terapia avviata o si può pensare ad aumentare il dosaggio del farmaco ? Grazie ancora.
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dopo
Utente
Utente
Dato il persistere del dolore è stato aumentato il dosaggio dell'OXICONTIN (40 mg). Nel contempo, in attesa che arrivi lo ZOMETA mio padre è stato sottoposto ad un trattamento in tre sedute di DISODIO CLODRONATO ALTER. In seguito ad un consulto tra l'oncologo e gli specialisti di medicina nucleare e di radioterapia che lo hanno in cura si è deciso di procedere con una terapia radiante a fasci esterni mirata alle più gravi localizzazioni di metastasi ossee (femore sinistro e fascia lombare). Desidererei conoscere il vostro parere al riguardo. Grazie ancora.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Sono assolutamente convinto della validità di un approccio locale radiante sulle sedi più sintomatiche a scopo di ridurre il rimanieggiamento osseo responsabile del dolore in tali sedi.
Considerando lo stato generale del paziente si può prospettare anche un trattamento in "single shoot" ad esempio sul femore, cioè in unica seduta(8 Gy) per avere il massimo di responsività subito al sintomo algico.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Attivo dal 2004 al 2014
Radiologo interventista, Neuroradiologo, Radiologo
Le fratture L2 e L3 se sono causa di forte dolore debilitante e non controllabile con terapia medica potrebbero essere trattate con vertebroplastica percutanea, procedura mininvasiva e con risultato antalgico in genere immediato. Questo trattamento può essere eseguito anche durante la terapia radiante.
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dopo
Utente
Utente
Grata per i pareri espressi, intendo informarvi sul decorso della malattia per ricevere ulteriori riscontri.
Mio padre nel mese di dicembre si è sottoposto:
- a un ciclo di radioterapia alla regione lombare e 3° superiore femore sinistro DTF 20 Gy in 5 sedute
- prima infusione di Zometa (che ripeterà ogni 4 settimane, per un anno almeno)
Inoltre
- al termine del ciclo di RT il fisiatra ha prescritto l'uso di un busto ortopedico con salienti ascellari da portarsi sempre;
- abbandonato il Coefferalgan come analgesico, si è passati direttamente all'Oxicontin prima in dose 10 mg, poi 20 e, infine, 40 mg due volte al giorno;
- il valore del PSA il 12 dicembre era sceso a 53, mentre il 27 è risalito a 86,78;
- gli altri valori del sangue (creatininemia, fosfatasi alcalina, azotemia, calcemia, emocromo) sono nella norma.
Siamo in attesa di avviare a breve la terapia chemioterapica con Taxotere.
Delineata la situazione attuale vi chiedo:
- il PSA che, dopo essere sceso (a seguito, forse della RT metabolica ?) ricomincia a salire deve farci preoccupare ?
- l'assoluta normalità dei valori del sangue può farci star tranquilli sull'eventualità che il tumore abbia intaccato altri organi ?
Lo stato psicologico complessivo di mio padre è molto mutato, caratterizzandosi per una facile eccitabilità con sbalzi d'umore repentini e assoluta mancanza di sicurezza, anche adesso che il dolore decisamente diminuito gli consentirebbe di riconquistare alcune autonomie comportamentali. A quest'ulimo riguardo, il medico curante ha prescritto l'uso di un antidepressivo, il Dropaxin gocce...ma io sarei propensa ad attendere: qual'è il vostro parere al riguardo ? Ci sono conroindicazioni dato l'uso di un farmaco oppiaceo (l'Oxicontin) ?
Grazie per il cortese e competente riscontro che vorrete dare alle mie domande.

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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Gentile Utente
dal quadro da Lei fornito, Suo padre si trova in uno stato di ormono-refrattarietà, cioè la patologia prostatica non è più responsiva al trattamento ormonale ma trattabile con chemioterapia, compatibilmente all'età, le condizioni generali e le comorbidità.
Stante l'interessamento osseo l'utilizzo dell'acido zoledronico (zometa), è utilissimo per il rallentamento della progressione di malattia e la ricalcificazione a livello osse.
Tenga presente che il PSA che sale e che scende, nonostante sia un utile monitor dell'andamento della malattia (è uno dei pochi marcatori definibili "affidabili") ha bisogno di essere supportato da dati clinici (TC e scintigrafia ossea) per valutazione del carico di malattia (ossa, linfonodi, infiltrazione di vescica/retto etc etc). Non credo che il solo monitoraggio bioumorale possa dare indicazioni sull'infiltrazione della malattia in altri organi, anche se comunque ne garantisce la funzionalità (dato molto importante in vista di un trattamento chemioterapico). Tenga presente che lo stato psicologico del paziente con malattia prostatica è molto labile sia per la malattia in sè, sia per l'eventuale insorgenza di della sindrome depressiva da deplezione di androgeni; pertanto trovo molto corretto l'utilizzo della paroxetina in tale fase. Personalmente e dalle ricerche fatte, non mi risultano interazioni tra paroxetina (dropaxin) e ossicodone cloridrato (oxicontin), anche se chiedrei conferma ai colleghi farmacologi iscritti al sito. Terrei conto nella valutazione di un ulteriore trattamento metabolico lo stato midollare stante oltre la presenza di metastasi ossee, le pregresse RT mirate e la chemioterapia che si accingerà ad eseguire.

Cordialmente.
Dr Alessandro D'Angelo

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Non posso che concordare in pieno con le considerazioni pertinenti e competenti del collega.
Essendo ormai conclamata la fase inevitabile di ormono-resistenza, che indica la verosimile selezione di cloni cellulari di tumore prostatico non-androgeno dipendenti, la chemioterapia rappresenta la migliore chance di mantenere il controllo di malattia più a lungo possibile(sempre che le condizioni generali del paziente lo permettano) in associazione ad una adeguata terapia di supporto.

Molto cordialmente
dr.Filippo Alongi
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dopo
Utente
Utente
Grata per la sempre cortese disponibilità, vi chiedo:
- mio padre accusa da una settimana circa un intorpidimento al mignolo della mano sinistra, in alcuni momenti "non se lo sente"...è il caso di preoccuparsi ? Il radioterapista ha suggerito una TAC cercivo-dorsale (è il tratto vertebrale finora non trattato, ma l'oncologo suggerisce di rinviare...)
- abbiamo poi deciso di non intraprendere subito l'uso della paroxetina, per timore diminuisse l'appetito in ripresa solo da qualche giorno (dopo la radioterapia)...abbiam fatto bene ?
- ho ben compreso che la sola indagine buoumorale non garantisce che non siano intaccati altri organi...perchè, allora, il nostro oncologo non ritiene necessaria a breve una TAC total body ?
Un grato e cordiale saluto.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Nel chiedervi un cortese riscontro alle precedenti domande, aggiungo che nel contempo mio padre avvierà la prossima settimana un primo ciclo di chemioterapia con TAXOTERE da compiersi un'infusione a settimana per cinque settimane. L'oncologo della sruttura ospedaliera presso la quale effetttuerà la chemio ha prescritto, inoltre, un'ecografia toracica, finora mai fatta (mio padre è stato fin dalla giovinezza un forte fumatore e nelle ulime settimane, dopo un paio di mesi di tregua, ha ripreso a fumare 4-5 sigarette al giorno).
Quanto all'intorpidimento delle dita di una mano il fisiatra sostiene si debba ad una cattiva postura del busto che crea compressione delle vertebre cervicali. Al riguardo, da ieri mio padre ha iniziato ad usare un busto crociera rigido con ascellari che dovrebbe garantirgli di "attivare e condurre empestivamente il progetto riabilitativo a fronte di una menomazione grave e permanente ".
Vi sarei grata se nel rispondere alle mie domande del 31 dicembre scorso esprimeste il vostro schietto parere su quanto si sta facendo o si potrebbe, eventualmente, fare.
Grazie ancora e un cordiale saluto.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Resto sorpresa per la mancata risposta ai miei ultimi quesiti...ritenuti, forse, un pò ingenui e, comunque, di scarso interesse per un uditorio più vasto.
Ma tant'è..., memore della disponibilità dimostrata nelle prime battute, non demordo, anzi aggiungo un'ulteriore richiesta di consiglio: mio padre si è sottoposto sei giorni fa alla prima seduta di chemioterapia con TAXOTERE, uscendone nei giorni successivi totalmente inappetente e privo di voglia di reagire. Negli ulimi 3 mesi è dimagrito di ben 8 chili: come possiamo aiutarlo affinchè recuperi l'appetito ? Sta prendendo le gocce di DROPAXIN per l'umore ed il CARNITENE come integratore, ma temo non basti: che fare ?
Grazie ancora e un cordiale saluto.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
gentile utente
Le rispondo con qualche giorno di ritardo, legato ad impegni personali, e non certamente per la natura delle sue domande.
Ritengo comunque che la chemioterapia possa essere l'unica strada da affrontare per rallentare la malattia, tenendo conto che essa è gravata di effetti collaterali quale astenia, inappetenza, nausea etc etc...
Vi sono altri farmaci per potre aiutare suo padre (quali il synacthen, il cortisone, gl'integratori alimentari etc etc) ma essi devono essere monitorati dal medico che lo ha in cura in quanto tali trattamenti diverranno verosimilmente le terapie di supporto per il futuro.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gent. dott. D'Angelo, nel ringraziarLa per aver dato riscontro alle mie domande, aggiungo che in concomitanza all'avvio della chemioterapia mio padre ha iniziato ad assumere quotidianamente cortisone (DELTACORTENE) ed un protettore gastrico (LUCEN). A questo punto, credo resti da chiedere al nostro oncologo di suggerire un valido integratore alimentare che contrasti la totale inappetenza di questi ultimi giorni, vero ?
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Credo di si, monitorizzando anche i valori biochimici per valutare anzitempo eventuali squilibri elettrolitici ed anemia.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Di giorno in giorno nuove urgenze e nuovi dubbi si impongono....
Mio padre ha fatto la II dose di TAXOTERE martedì scorso; da ieri ha febbre, probabilmente legata ad una sindrome influenzale, che cura con TACHIPIRINA, ZERINOL e FLUIFORT.
E' debolissimo, inappetente da ormai due settimane, in particolare da due giorni, in concomitanza con l'influenza, quasi non tocca cibo: continua a prendere il CARNITENE e da oggi della pappa reale...ma può bastare ?
Da quando ha avviato la chemio prende, come dicevo, DELTACORTENE da 5mg. ogni mattino, ma il dosaggio è, forse, troppo basso ?
Lo vediamo deperire fisicamente di giorno in giorno, ma l'oncologo che lo ha in cura non è dell'avviso sia il caso di dargli degli integratori alimentari, affermando che si tratta di una reazione transitoria alla chemioterapia.
Vederlo dimagrire a vista d'occhio (10 kg in 3 mesi) ci preoccupa parecchio: magari in questi giorni di influenza sarebbe necessario aiutarlo con qualche flebo ?
Grazie per il cortese riscontro vorrete darmi. Cordialmente.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Più volte ho ribadito che il consulto mediatico non può e non deve sostituirsi alla clinica; pertanto in tale sede è molto difficle stabilire se delle flebo possano o meno dare giovamento.
Non credo che vi sia nulla in contrario invece di aggiungere alla sua scarsa alimentazione degli integratori alimentari (mettendo da paret la pappa reale), disponibili nelle sanitarie e farmacie e per i quali in alcune zone dell'Italia le ASL si fanno carico di dispensare con SNN (previa richiesta medica).
Tenga d'occhio la glicemia, poichè tra cortisone e pappa reale penso possa avere delle oscillazioni.
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dopo
Utente
Utente
Un nuovo evento ha aggravato le condizioni di mio padre: domenica scorsa 27 gennaio abbiamo dovuto ricoverarlo in Terapia intensiva per un'insufficienza respiratoria fortunatamente rientrata nel giro di 24 ore. Elettrocardiogramma, ecografia al cuore, TAC cerebrale...tutti esami con esito negativo, ma ciò che mi preoccupa è la sospensione immediata della chemioterapia.
Trasferito dopo un paio di giorni nel reparto di Oncologia, gli specialisti ritengono che il forte debilitamento fisico, ma, in particolare, il fatto che mio padre sia un soggetto broncopatico (bronchite cronica enfisematosa) non consentano di riprenderla. Mi è stato detto che forse lo stesso TAXOTERE potrebbe aver causato lo scompenso respiratorio di domenica scorsa: saremmo entrati nella fase terminale, in cui, sospese le cure oncologiche, si potrà ricorrere alla terapia del dolore e a quanto possa aiutar mio padre a star meglio, ma non più curare il male.
Pur consapevole dei limiti di un consulto mediatico, desidererei conoscere il Suo parere, dott. D'Angelo, e quello dei Suoi colleghi.
Grazie per la disponibilità.
PS
Papà ha ripreso a mangiare con appetito, ha recuperato lucidità, ha tanta fiducia nella possibilità di riprendere i trattamenti ...e a me risulta difficilmente accettabile che non si possa più far nulla.
[#18]
dopo
Utente
Utente
Ho appena appreso che la diagnosi corretta è quella di inerstiziopatia polmonare, in quanto tale probabilmente evolutiva: pare che il TAXANO somministrato ad un paziente già broncopatico abbia potuto creare queste complicanze.
Per tal motivo stiamo predisponendo un rapido rientro a casa, previa predisposizione della bombola di ossigeno. In sintesi, pare che a questo punto non si possa far più nulla che somministrare al paziente steroidi e ossigeno.
Ripeto, pur consapevole dei limiti di un consulto mediatico, chiedo il vostro parere.
Grazie.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Gent.mo Utente
penso che la cosa più difficile è accettare la perdita di un proprio familiare e ciò indipendentemente da età e grado di parentela.
Resta il fatto che essendo esseri biologici entriamo in un circolo che và dalla nascita, alla crescita, alla vita di coppia ed alla senescenza e successiva morte.
Strada facendo vi possono essere delle situazioni (malattie, incidenti, etc etc...) che interagiscono con le normali condizioni fisiologiche ed alle quali si tenta di opporsi con le armi a nostra disposizione; il tutto deve essere effettuato tenendo conto che NON SI DEVONO CREARE DELLE CONDIZIONI CHE FACCIANO Sì CHE UNA COMPRENSIBILE ED AMOREVOLE DOSE DI EGOISMO CI PORTI A FARE DI TUTTO PUNTANDO SULLA QUANTITA' DELLA VITA A SCAPITO DELLA QUALITA'!!!

Ad oggi molti farmaci ci aiutano nella cura delle neoplasie, ma vi sono dei momenti che gli svantaggi sono superiori agli ipotetici vantaggi delle stesse ed accanirsi non è corretto.

Rimane inteso che ciò non DEVE significare di abbandonare il paziente al suo destino, ma DEVE dargli la possibilità di vivere il suo tempo nel modo più dignitoso possibile; EGLI và circondato di AMORE E SERENITA'!!! aggiungere delle ansie non serve a nessuno.

Segua il consiglio dei medici che hanno in cura Suo padre, richieda l'assistenza domiciliare e l'impegno che sia dato a suo padre tutta l'assistenza possibile per non sentirsi solo e abbandonato al suo destino. Chi fà questo mestiere, troverà il modo di spiegargli lo stop terapeutico, senza essere drastico! A Voi il compito di dargli serenità (il paziente spesso ha paura che i familiari soffrano per Lui).

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Utente
Utente
Grazie dott. D'Angelo. In fondo ha dato voce ad una consapevolezza che io e i miei familiari stavamo pian piano maturando...dandoci conferma di essere sulla buona strada.
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Utente
Utente
Gent. dott. D'Angelo, stasera, a distanza di cinque mesi dalla scomparsa di mio padre, ho voluto rileggere la corrispondenza intercorsa con Lei e i Suoi colleghi e mi è sembrato quasi dovuto render noto quanto è poi seguito.
Dopo la Sua ultima mail, con un sano e quanto mai opportuno richiamo a dar valore non alla quantità, ma alla qualità del tempo da vivere rimasto a mio padre,è iniziata per noi tutti una nuova fase, il cui bilancio, nonostante l'inevitabile perdita umana, resta senz'altro positivo.
L'esperienza dell'assistenza oncologica domiciliare e, grazie ad essa, la possibilità di far trascorrere a mio padre un indimenticabile mese di ferie al mare, nel suo paese natale,...e poi il ricovero in agosto scorso presso l'Hospice Via delle Stelle a Reggio Calabria, la nostra città...tutte tappe di un percorso nel quale la terapia del dolore, l'amore e l'affetto dei suoi cari e, in ultimo, il sentirsi affidato a personale medico e paramedico che, come noi, aveva a cuore che egli spremesse il midollo di ogni istante che gli restava...tutto ciò hanno reso il suo distacco da noi...più sopportabile.
Non aggiungo altro. Solo grazie a Lei e ai Suoi colleghi per il consulto medico, ma soprattutto per le sollecitazioni ultime.
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