Melanoma - un vortice di incertezze

Buonasera e grazie per questa possibilità che mi viene data di confrontarmi con una vasta platea di specialisti.Spero di riuscire ad essere conciso ed esaustivo.
In data 03 gennaio 2014 il mio dermatologo a seguito di dermoscopia mi diagnostica un melanoma superficiale derivante da un neo che ho sempre avuto al braccio destro. Nel giro di 5 giorni riesco a farmi effettuare una exeresi del neo presso una struttura ospedaliera pubblica presso reparto di Chirurgia Plastica. Il campione va al reparto di anatomia patologica della stessa struttura che in data 21 di gennaio da responso di "iperplasia melanocitaria da danno attinico". Parlo con il patologo refertante che, in funzione della differenza tra i due referti mi indica anche un collega patologo consulente esterno specializzato in Derma per un secondo parere. Premesso che in data ca 15 gennaio incomincio ad avvertire dei "dolorini" in zona pettorale ascellare ma lato opposto (sx). Responso Patologo consulente: "Melanoma in situ con Breslow 0,3mm. Al centro presenta fenomeni di regressione e lunghi e prominenti dedrini. Si consiglia Exeresi allargata e sull'ipotesi di attuare linfonodo sentinella non c'è letteratura chiara in merito all'opportunità di effettuarla". A questo punto prenoto una visita con un oncologo dermatologo presso una struttura di eccellenza per la cura del melanoma il quale mi visita dicendo che non ci sono adenopatie in atto e mi rimanda al patologo di questa struttura. Con sorpresa a distanza di pochi giorni il referto è: nevo displastico. A questo punto l'oncologo mi "abbandona" dicendo che con sorpresa io non ho un tumore. Me lo ribadisce più volte anche per email. Non mi fermo nelle indagini patologiche e porto i vetrini ad altra struttura di rilievo nazionale in ambito anatomo-patologico con responso: Nevo displatico. Purtroppo i dolorini sul lato opposto non cessano e diventano più frequenti e si allargano come zona passando anche a lato dx sempre pettorale, ascella e posteriore ascella. A questo punto decido di seguire il protocollo da melanoma e opto per exeresi allargata che mi viene effettuata in data 25 marzo us. Esame istopatologico dell'allargata negativo. I dolori però aumentano di intensità e zone interessate: anche collo, inguine, braccia, vicino al gomito e gambe vicino il ginocchio. Faccio diverse eco ed eco color doppler addome, ascelle, collo, inguine tutte con esito negativo ma nelle ultime due, si parla di marzo e l'ultima fine maggio, si iniziano a vedere dei linfonodi superficiali sopratutto nell'ultima, tutti tra 0,5 e 1,3 cm prevalentemente con contorni delineati, seni normali e non vascolarizzati ma con un inizio di flogosi. Tra le due ultime ECO, visto i dolori crescenti ed il mio stato psichico in "disfacimento" decido per una TC total body che effettuo a metà maggio con referto totalmente negativo (no neoplasie di nessun tipo). Ad oggi però la situazione è che questi dolori migranti da una zona all'altra persistono ed aumentano. Chiedo aiuto!
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Evidentemente non c'è alcuna relazione tra la sintomatologia che riferisce(se non psicologica per lo stress dei mesi scorsi) e la pregressa presenza del "nevo displastico" che però Lei ha vissuto come se fosse stato un "melanoma metastatizzante". (^___^)

Faccio questa considerazione perché
1) Nulla di sospetto si evince dalla valutazione clinica e strumentale cui si è sottoposto. In altre parole però alla fine, comprensibilmente, è stato SOVRADIAGNOSTICATO e SOVRATRATTATO.

2) Troppo suggestiva e pertanto improbabilmente casuale che la sintomatologia abbia avuto inizio solo nella stressante attesa di avere un quadro completo del proprio stato di salute.

3) L'iter diagnostico terapeutico sopportato non esclude che la componente psichica abbia "SOVRAreagito" alla reale situazione clinica.
Pertanto si faccia consigliare dal curante per tentare con un supporto psicologico a comprendere meglio la situazione reale.

E' solo una ipotesi la mia in assenza di tutti i dati oggettivi ( manca una visita soprattutto) che Lei ha riportato sinteticamente in questa pagina.

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

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Utente
Utente
Buongiorno Dottore, per prima cosa la ringrazio per la celerità nella risposta.
Certamente il mio quadro psicologico non è dei migliori ma credo di avere ancora una discreta lucidità che mi fa rendere conto della almeno "improbabile" causalità tra diagnosi in dermatoscopia con epiluminescenza e l'inzio dei dolorini a distanza di 2 settimane. Mancanza di causalità che lei ha sottolineato. Purtroppo però questi dolori, migranti e non continui ma sempre nelle stesse aree in prossimità delle stazioni linfonodali principali aumentano. Quello che mi perplime è la progressione. Un dolorino di tanto in tanto a gennaio; ...quasi sempre presenti in aree molto più vaste tanto da interessare anche i muscoli delle spalle a giugno. Prima era un pizzicotto magari nell'intersezione tra ascella e braccio e adesso può essere un bruciore diffuso che va dal pettorale sino al gomito (alcuni giorni su entrambi i lati). Cerco aiuto dal mio medico curante che, di fronte ad un quadro come quello riportato, ormai mi ha consigliato solo un blando antiinfiammatorio. Lui ha provato, testando anche tramite richiesta di esame CPK, la possibilità che sia una sofferenza muscolare a recarmi questi disturbi ma l'esame è perfetto. Insomma non sa dove e da chi inviarmi pur essendo medico con oltre 30 anni di esperienza. Lei oltre il supporto psicologico opterebbe per altri esami e/o visite alle quali sono disposto a sottopormi? Poi aggiungo un mio dubbio: come abbiamo detto non ci dovrebbe essere causalità tra diagnosi melanoma e "dolorini" ma può essere che la cicatrice della prima exeresi abbia infiammato alcune terminazioni nervose? Insomma qualcosa da connettere con l'intervento anche se non di tipo infettivo o virale. Escludo queste cause in quanto gli esami di sangue ed in particolare emocromo, ves, pcr ma anche tutti gli altri sono perfetti (tranne i trigliceridi sempre bassi). Spero di non disturbarla troppo con queste mie richieste ma le faccio un'ultima domanda o forse la definirei più un parere. Ma è possibile avere dati così differenti in ambito clinico (dermatoscopia in epiluminescenza) ed esami, sottolineo pure difformi tra loro, in ambito anatomo patologico? Le faccio un esempio che a me lascia molto perplesso... l'unico referto istopatologico che ho di melanoma, da consulente anche in ambito legale per questo tipo di contestazioni e scrittore di libri anche a 4 mani con eminenti patologi di respiro internazionale, indica breslow 0,3mm ma non evidenzia mitosi. Ho chiesto al primo patologo ospedaliero di ricontrollare i vetrini più e più volte anche con esame istochimico ma per questo medico non c'è ne il melanoma (anche se evidenzia il carattere borderline della lesione) ma sopratutto si "farebbe tagliare la testa" sul fatto che non c'è mitosi. Ma secondo lei è corretto dire melanoma e non indicare la mitosi? Scusi ancora e la ringrazio ancora. Saluti e ancora grazie.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Lei sta sopravalutando le mie capacità divinatorie (^__^), ma comprenderà bene che a distanza sia possibile solo cercare di far ordine ed interpretare la sintomatologia che qui ha riportato.
Sarebbe lungo fare tutte le considerazioni che la sua richiesta ha provocato in me dal punto di vista professionale.

Provo a riassumere i punti principali :

1) E' fuorviante ( e questo è il mio consiglio in caso di ulteriori consulti reali)
che Lei continui ad associare la sua NUOVA sintomatologia alla diagnosi di Melanoma. Finisce per influenzare la nostra obiettività. Poiché, mitosi o non mitosi , il suo alla fine era un nevo displastico : scordiamoci se ci riesce di ripetere questa storia del "fantomatico melanoma", perché anche se ci fosse stato un errore interpretativo del patologo con un melanoma con spessore 0,3 sec Breslow, parleremmo comunque di guarigione del 100 % con la semplice asportazione della piccola losanga cutanea. Provi per un attimo a pensare di essere stato operato di una verruca. Tra l'altro sì è comprensibile che la dermatoscopia ad epiluminescenza possa sovrastimare i segni in un nevo displastico.

2) La sintomatologia è insorta dopo la prima asportazione cutanea ed è molto improbabile che ci possa essere un nesso di causalità con questa per l'entità dell'intervento.
Quella allargata successiva (ma la sintomatologia era già comparsa) potrebbe giustificare qualche dubbio in più che però può essere allontanato solo con la visita . A distanza per come descrive la sintomatologia anche questi dubbi mi sembrano sovrastimati comunque.

3) Ci siamo scordati del melanoma ? Abbiamo escluso (tramite una visita ) la correlazione con l'atto chirurgico ? Sgombrata la mente (anche del suo curante)
rifarei serenamente il punto della situazione dal punto di vista CLINICO (non strumentale) con il suo curante.

Scommettiamo che già questo nuovo modo di ricostruire la sua storia potrebbe ridimensionare significativamente l'entità della sintomatologia ??? (^__^)
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Buonasera Dottore e grazie ancora.
L'analisi da lei effettuata è rassicurante alla luce di una lettura "logica" ineccepibile.
Sono anche d'accordo sul fatto che la famosa "causalità" è difficilmente ricercabile nella prima diagnosi dermatologica ma, allora, dove cercare? A chi rivolgersi? Io sono dispostissimo per optare per nuova visita o nuovi accertamenti ma ho bisogno di una indicazione di una strada da seguire. L'esclusione tramite una visita della correlazione con l'atto chirurgico chi la dovrebbe fare? Chi mi consiglia? Che tipo di specialista? Il mio medico di base mi ha, come le ho scritto precedentemente, "allargato le braccia". Attendo sue e se mi vuole appunto indicare una "strada" la invito anche a contattarmi in privato (o se vuole lo faccio io). Grazie ancora per la sua attenzione. Saluti davvero cordiali.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
>>L'esclusione tramite una visita della correlazione con l'atto chirurgico chi la dovrebbe fare? Chi mi consiglia '>>

Chi l'ha operato ovviamente.

>>I dolori però aumentano di intensità e zone interessate: anche collo, inguine, braccia, vicino al gomito e gambe vicino il ginocchio.>>

Su questo non saprei proprio cosa risponderle perché si tratta di disturbi vaghi e assolutamente ASPECIFICI su cui fare ipotesi diagnostiche a distanza sarebbe temerario oltre che vietato.

Infatti avevo scritto che è necessario un inquadramento CLINICO (=visita), ma essendo aspecifici i sintomi che descrive ,lo specialista di riferimento dovrebbe essere identificato a seguito della visita. Ne riparli con il suo curante e racconti pure su questo nostro scambio di idee.
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Utente
Buonasera Dottore,

sempre grazie per le risposte sempre celeri e puntuali.

per quello che concerne la possibilità di avere un feedback ESAUSTIVO da parte del medico della struttura pubblica che mi ha operato la reputo una possibilità che definirei "affascinante" ma improbabile. Scusi, non voglio essere sarcastico ma... Operando come vedo anche al sud ed in particolare in Sicilia conosce la situazione; ci sono tante eccellenze ma anche tante criticità e purtroppo l'ambulatorio al quale mi dovrei rivolgere, parlo per esperienza post prima exeresi, rientra nella seconda casistica. Non tanto per la non adeguatezza del personale medico ma i tempi che possono dedicare sono inversamente proporzionali alle innumerevoli richieste di assistenza alle quali questo reparto di chirurgia plastica tenta di fare fronte.
Ad ogni modo dovrò andare in in ambulatorio quanto devo fare la visita di controllo post operazione. Le saprò dire ed eventualmente le chiederò un ulteriore consiglio su chi può darmi un parere ulteriore.

I sintomi continuano con intensità ridotta rispetto all'inizio della nostra corrispondenza. La "progressione" sembra arrestata. Al momento sto facendo, dietro consiglio del mio medico curante, una cura con un blando antiinfiammatorio/integratore che si chiama Fortilase. Non so se questa è la causa della riduzione dei sintomi... non so cosa sperare.
Ad ogni modo essendo i dolori in area delle stazioni linfonodali principali e visto, come detto precedentemente, che il mio curante mi ha esplicitato con chiarezza che non saprebbe a chi inviarmi, lei a che tipo di specialista mi invierebbe?

Saluti e come sempre immensamente grazie
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
In considerazione del significativo decremento della sintomatologia io mi permetto di consigliare di differire l'eventuale approfondimento specialistico dopo il suo incontro con il chirurgo che l'ha operato (e abbia...fede e pochi pregiudizi ^__^).

Gli esponga chiaramente i sintomi che qui ha descritto e faccia esprimere liberamente a lui eventuali ipotesi diagnostiche riguardo alla "nuova" sintomatologia. Da questa valutazione sarà più semplice identificare un altro eventuale specialista per chiudere definitivamente il problema.

P.S.
Non so quanto abbia giocato l'antinfiammatorio ma io avevo scritto
>>Scommettiamo che già questo nuovo modo di ricostruire la sua storia potrebbe ridimensionare significativamente l'entità della sintomatologia ??? (^__^)>>

Esistono molte sindromi dolorose che regrediscono miracolosamente con una unica terapia : la RASSICURAZIONE.
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buongiorno Dottore,

diciamo che più che ridimensionate, la sintomatologia muta. Dopo che le ho scritto l'ultima volt effettivamente sembravano diminuire ma invece sono tornate non dico allo stesso livello ma presenti come prima.

Adesso il fenomeno interessa solo l'area del pettorale esterno e la parte sotto le braccia e diciamo l'intersezione tra il pettorale e l'ascella; tutto questo da entrambi i lati dx e sx sempre con prevalenza sx.

io vorrei fare, prima di passare ad un approccio che esclusivamente inquadra una situazione di disturbo psicosomatico, una visita specialistica. Il problema è che non so da chi. Il mio medico non sa da chi.

Voglio farle solo presente che sono passati esattamente 5 mesi dal primo sintomo e ad oggi li continuo ad avere.

Ma visto che l'area interessata è praticamente quella del pettorale e del relativo cavo ascellare quali specialisti sono i più avvezzi a trattare ed indagare questa area?

Grazie ancora per la sua pazienza.
Cordiali saluti
Melanoma

Il melanoma, o cancro della pelle, è un tumore, spesso molto aggressivo, che si sviluppa dalle cellule della pelle che producono melanina (melanociti).

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