Regressione adenocarcinoma colon

Gentilissimi dottori,

mio padre 66 anni, con adenocarcinoma al basso retto: c20.9 Retto NAS ; cT4 cN2a g2

dalla risonanza magnetica eseguita a fine febbraio:
infiltrazione del grasso mesocolico e presenza di piccoli (3mm) gettoni solidi nella porzione di retto anteriore rivestita da peritoneo (T4).
Tre linfonodi nella stazione iliaca interna di sin delle dimensioni comprese tra 12 e 6 mm (N2a).
Linfonodo di 6x7 mm nella stazione iliaca esterna di sin (linfonodo "sentinella")
circonferenza craniocaudale: 5 cm
estensione massima: 5 cm

effettuato un ciclo di radiochemio terapia neoadiuvante, ristadiazione dopo circa 2 mesi: T3
circonferenza craniocaudale: 3 cm
organi/tessuti limitrofi coinvolti: no
non linfonodi oltre 1 mm
diminuiti di numero e dimensioni i linfonodi visibili nella precedente.
assolutamente non visibili i gettoni solidi nella porzione del retto rivestita da peritoneo
persiste l'infiltrazione nel grasso mesocolio.

Può considerarsi un buon risultato in due mesi?

Ora la chirurgia spinge per l'intervento, siamo preoccupati per la stomia e l'intervento che abbastanza invasivo... Essendo l'estensione del tumore fino a 38 mm dalla giunzione ano-rettale , esiste lo spazio sufficiente per ricongiungere e riacquistare la completa funzionalità fecale tolta la stomia?

Inoltre volevo chiedere a Voi oncologi, non sarebbe possibile provare con un altro ciclo di radioterapia associata magari a anticorpi monoclonali e xeloda per provare ad ottenere una remissione completa senza effettuare l'intervento? Oppure ridurre ulteriormente (ora è 30 mm) per poi optare per la TEM essendo molto meno invasiva?

Veramente grazie per l'attenzione che vorrete dedicarci.
[#1]
Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13 8
Gentile Signora
La distanza di 38mm dall'ano rende incerto l'intervento chirurgico. In pratica nonostante tutte le assicurazioni che le potranno essere date prima di entrare in sala operatoria, il chirurgo sarà costretto a comportarsi secondo scienza e conoscenza in base alla diffusione del cancro. Solo con l'addome aperto si evidenziano i particolari che nessun macchinario è in grado di rilevare.
Detto questo, quello che Lei propone è fattibile e sono a conoscenza di casi analoghi che hanno posticipato o addirittura non necessitato della deviazione intestinale e quindi del "sacchetto". Ogni centro oncologico ha i suoi protocolli che sono stabiliti di comune accordo tra i vari specialisti del settore. Naturalmente se il tumore viene lasciato al suo decorso la ostruzione intestinale sarà inevitabile. Anche la chemioterapia o la radioterapia nella eventualità di una progressione si potrebbero rivelare non opportune.
Come Lei saprà esiste una stretta correlazione tra il cancro all'intestino e la alimentazione. Ha pensato ad un cambio nutrizionale radicale?
cordiali saluti

Prof. Mirco Bindi, www.mircobindi.com
specialista in Oncologia, Radioterapia, Patologia generale

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Professor Bindi,

un sentito ringraziamento per la sua preziosa risposta.

Rispondendo al suo consiglio di cambiare alimentazione, mio padre dopo la prima colonscopia (4 mesi fa) ha eliminato dalla sua alimentazione tutta la carne rossa, latte e tutti i derivati, uova. Solo una volta a settimana 1 filetto di branzino al vapore. Abbondanti porzioni di frutta fresca e verdura tutti i giorni, preferibilmente crude. Inoltre si è trovato bene con un integratore (però solo dopo aver finito il ciclo di radio e chemioterapia) di succo di aloe erborescens biologica lavorata a freddo. Ha integrato anche con vitamina C e vitamina d3.

Lei proporrebbe un intervento TEM (endoscopico transanale, che però non rimuoverebbe i linfonodi) molto meno invasivo o consiglierebbe l'intervento completo con rimozione del tratto intestinale coinvolto?
Per quanto riguarda la stomia, l'incontinenza fecale dopo averla tolta è molto frequente? Inoltre, in questi casi è certo che sia solo temporanea? (per ora hanno parlato di stomia di 2 mesi).

Ancora grazie per l'attenzione, cogliamo l'occasione per porgerle i nostri piu' cordiali saluti
[#3]
Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13 8
Gentile Signora
Suo padre ha modificato l'alimentazione circa 4 mesi fa e questo è un bene. Nel suo elenco però non menziona le carni bianche e i cibi raffinati. Credo sia una sua dimenticanza. Consideri che il cancro colon retto ha una storia naturale molto lunga; a volte si stima che il cancro sia iniziato anche 8 anni prima di essere diagnosticato. Ciò significa che 4 mesi di dieta più o meno giusta sono insignificanti, soprattutto quando ci si trova di fronte a decisioni che devono essere prese. Nel caso di Suo padre l'intervento endoscopico transanale TEM è decisamente da preferire per due motivi almeno: 1) La ripulitura del tratto intestinale interessato è un intervento conservativo di minimo impatto sulle condizioni generali del paziente e i rischi di una stomia sono quasi irrilevanti, 2) la non asportazione dei linfonodi, e quindi un intervento a cielo aperto, non è considerata da molti autori indicata per il fatto che non rallentano la progressione del cancro, ma indeboliscono le difese dell'organismo.
In pratica attui la tattica del temporeggiamento a piccoli passi. In oncologia non servono interventi radicali demolitivi completi per il semplice fatto che le cellule cancerogene sono sparse ovunque più o meno lontano dal tumore primitivo. Non è necessario usare la tecnica del Napal per distruggere il villaggio quando i guerriglieri sono tutti intorno. Segua le indicazioni degli oncologi con le terapie che le hanno suggerito, eventualmente facendo attenzione ai dosaggi per non cadere nel tranello degli effetti tossici. Guadagni tempo, perfezioni la dieta vegetale ed integrale e di certo otterrà i risultati sperati.
Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Prof. Bindi,

la ringrazio nuovamente, devo dirLe che la penso come Lei, era infatti l'idea che mi ero fatto..

Sia l'oncologo però che i chirurghi che lo seguono lo hanno ricoverato per l'intervento in laparotomia con asportazione del retto e relativa stomia (temporanea dicono).

Ha fatto proprio oggi la rettoscopia, a 11 giorni dalla risonanza magnetica la formazione è di 1 cm mentre se non erro nella risonanza era di 3 cm.

Praticamente è passata da 5 cm a 1 cm in meno di 3 mesi. Continuano a insistere per l'intervento in laparotomia, oggi ne parlerò con loro.

RingraziandoLa nuovamente porgo i miei più cordiali saluti.