Dipendenza emotiva

Buonasera sono un uomo di 52 anni. Da qualche anno i miei genitori sono morti ed ora convivo con la mia compagna. Non andiamo d'accordo e spesso mi sento mortificato dalle sue critiche. Anche io ho un carattere forse troppo ossessivo nei suoi riguardi. Sono da qualche tempo disoccupato anche se ho una buona specializzazione nel settore informatico. Questa è stata una mia scelta forzata in quanto il mio lavoro non mi permetteva di sentirmi vivo. Ho lavorato sempre in aziende che mi prestavano per un tempo limitato ai loro clienti per lo svolgimento di servizi informatici e da quelle esperienze nin mi sono mai sentito integrato. Sono stato sempre un consulente da sfruttare. Ho deciso di rinunciare per un po al lavoro anche se dovrei ricominciare per mancanza di denaro oramai. Mi sento senza via di uscita. La mia compagna che mi perseguita perché anche lei diffidente pensa male di me per tutte le cose che faccio. Mi critica sempre ed io a casa mi sento più solo che mai. Alla mia sfiducia verso di lei si aggiunge la sfiducia verso me. Ci vogliamo bene ma abbiamo subito nel nostro personale passato tante brutte esperienze che ci hanno trasformato. Sono stato un paziente asmatico fino a 29 anni ed ero molto attaccato a mia madre. Quando è morta il mondo mi è cascato addosso. Ho fatto peripezie. Ho cercato amore ed amicizia. Così l ho ritrovata in parrocchia ed li ho conosciuto la mia compagna. Davo molta importanza alla donna che identificato come una persona in grado di proteggermi dalle insidie esterne. Non mi pento di essere così emotivo. Ho bisogno di amore e comprensione e penso che questo sia importante per tutti. Al lavoro cercavo armonia. Non trovandola a casa e ne al lavoro spesso mi rinchiudere in un clima interno tenebroso e rinunciavo al lavoro. Mi sono licenziato spesso perché non mi sentivo bene. Ora che sono grande e che è difficile trovare il posto giusto per me mi ritrovo questa strana debolezza interna nell affrontare la vita che già mi ha dato bruttezze, mi ritrovo con una compagna che mi critica e non mi fa sentire vivo ed inoltre non ho più i genitori ed il conto in banca on rosso. Mi sento nel panico più assoluto e soffro di tic strani che aggravano la mia situazione a livello sociale. Vi prego di darmi un orientamento su cosa devo fare per uscire da questo caos. Le ho tentate tutte : cambiare donna e lavoro. Farmi amici nuovi. Andare via dall'Italia (ho avuto una ragazza giapponese che mi ha portato per un periodo nel suo paese. Ho cambiato conoscenze lavorative. Ma niente e successo ed ora mi ritrovo in serie difficoltà di vita. Aiutatemi
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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dopo
Utente
Utente
Grazie per aver risposto.

Sono molto confuso sulla possibilità di ricercare la via di uscita dentro me stesso. Ho qualche volta pensato di fuggire da tutto come ho sempre fatto, ma oramai ho capito che questo sistema non risolve nulla. Serve solo a ricreare da capo tutto quello che ho costruito in passato.
Riconosco che è un problema personale e dovrei gestirlo da solo, ma ci sono alcuni momenti che vorrei veramente uscire da me stesso in quanto mi sento molto stretto dentro. A causa di ciò ho spesso ansia e agitazione, tic che infiammano i miei bronchi e la salute vacillante (pressione, ecc.).
Vorrei parlare della mia famiglia. In merito al rapporto con mia madre, Io non ho avuto un rapporto troppo vacillante con lei. Lei era molto fragile e si lasciava dominare da mio padre che si sentiva un padrone nei confronti suoi e dei figli. Mio padre aveva pensato di istruirci e sfamarci, ma era distante dai problemi personale dei figli. Lo vedevo assente.
Mia madre è stata assolutamente succube di quest'uomo ecco perchè io mi aggrappavo a lei per lasciarmi comprendere dalle insidie in famiglia.
In famiglia mi sentivo incompreso. Ho vissuto in una casa troppo stretta con altri 2 fratelli e non sentivo di trovare un mio spazio. Hanno inoltre accettato di portare a casa un animale pur sapendo quanche anno dopo che i miei disturbi di asma erano causati anche da allergia a quell'animale. Non mi hanno fatto mancare nulla (Dio mi è testimone), ma avrei desiderato più sostegno nei momenti di criticità. Solo dopo 9 anni portarono l'animale via da casa. Dopo che mi ricoverarono in ospedale per l'ennesimo attacco di asma.
Ma io non ho mai incolpato i miei genitori. Loro hanno fatto tanti sacrifici per i figli.
Dopo un pò mi sono ripreso. Ho assunto più controllo su me stesso e sono diventato ossessivamente razionale. Volevo controllare le emozioni e questo mi faceva stare bene.
Dopo la mia vita si è ripresa. Mi miei attacchi di asma erano cessati (29 anni) e sono riuscito a diplomarmi, a specializzarmi e lavorare. Davo una importanza fortissima al mio lavoro. Ero fermo e deciso. Ma da lì sono sopraggiunti i problemi.
Ho incontrato donne che mi hanno fatto soffrire e mi hanno tradito ed occupazioni di lavoro che non mi realizzavano.
Ero convinto di ricominciare a 29 anni la mia vita ma ho scoperto che mi sono solo lasciato andare alla vita stessa senza orientamento.
Mi sono lasciato prendere in giro dalle ragazze. Avrei dovuto lasciarle ma sentivo il forte bisogno di avere calore e ho pensato che era forse tutta colpa mia.
Io ho sempre desiderato una ragazza sincera che vuole bene e rispetta il suo uomo, ma ho incontrato spesso donne che mi illudevano di essere tali. Solo grazie alla mia razionalità che sono riuscito a scoprire lati diversi in loro. Ho subito anche tradimenti. Mi sono sbandato dietro queste vicissitudini ed ho sofferto molto a tal punto di lasciare il lavoro anche per questo.
Nel lavoro e specialmente nel settore informatico mi sono lasciato usare. Una persona che cambia tanti ambienti in 20 anni non credo ci si senta integrato. C'è chi ci riesce io invece ho sempre avuto bisogno di un contesto stabile in cui crescere e sentirmi importante.

In sintesi, ciò che voglio dirle è che con le diverse esperienze che ho vissuto non riesco a trovare la risposta da me. Mi sento disorientato ed ho timore per il futuro.
Di primo impatto povrei avere la forza di ritrovare al più presto il lavoro qualsiasi esso sia e rifarmi del denaro perso in questo periodo. Poi prendere la forza di chiudere la relazione con la mia compagna e cercare una occupazione più consona a me (se mai esiste). Ma in me persiste sempre la cosa che tutto ciò che vorrei distruggere poi si ricreerà in futuro come le avevo accennato.

Mi scusi se sono stato prolisso ma ho desiderato scrivere ciò per manifestare in modo più approfondito le mie difficoltà attuali.

Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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