Disturbo delirante e antipsicotici

Buongiorno dottori! Mia madre soffre da 5 anni di disturbo delirante di gelosia (ha 66 anni adesso). Il suo psichiatra da tempo le dice che dovrebbe prendere un farmaco antipsicotico (l'aloperidolo), ma lei si rifiuta. Secondo la vostra esperienza questi farmaci sono efficaci contro questo tipo di disturbo?
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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 634 37 1
L' efficacia degli antipsicotici nel disturbo delirante è variabile, e la convenienza di questa terapia va valutata caso per caso. Inoltre molti disturbi deliranti insorti in tarda età hanno un decorso poco responsivo alla terapia farmacologica. Nel suo caso occorre valutare quanto i deliri di gelosia compromettono l' adattamento psicosociale e la qualità di vita di sua madre, a fronte anche di eventuali effetti collaterali. Va ricordato che in un numero significativo di casi una terapia antipsicotica ha comunque migliorato molto la qualità di vita dei pazienti, pur non "incidendo" del tutto sui deliri.

Dr Giovanni Portuesi

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Il fatto che il disturbo sia insorto in età avanzata deve comunque anche far considerare alcuni sintomi predittivi di altre patologie, come ad esempio una demenza.

L'utilizzo di farmaci finalizzato a ridurre la sintomatologia può ritardare la presentazione conclamata della patologia che potrebbe essere responsabile di tale quadro.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
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Vi ringrazio entrambi per le vostre risposte! In particolare, per rispondere al dottor Ruggiero, ci siamo accorti in famiglia, come effettivamente sia da qualche anno (5-6 più o meno) che è cambiata molto come persona. E' sempre più concentrata sulla sessualità (chiede sempre più insistentemente a mio padre di avere rapporti), si veste in maniera sempre più "accattivante" (quasi da teenager) è più volgare rispetto a prima. In verità quello di gelosia non penso sia l'unico delirio che abbia. E' dal 2009 che continua a pensare che mio fratello sia affetto dalla malattia di lyme, nonostante abbia fatto tutti i controlli possibili di questo mondo. Di questa cosa non ne ha mai parlato con lo psichiatra (del quale tra l'altro adesso non si fida più), ma è come un chiodo fisso nella sua testa. Sinceramente perdite di memoria non mi sembra di vederle, ma mi chiedo come sia possibile un cambiamento così grande nel suo comportamento. Per finire, è da qualche anno che non percepisce più gli odori, ma all'infuori dei suoi problemi psichiatrici sembra ragionare in modo quasi normale. Dice che potrebbe ugualmente essere una demenza?
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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 634 37 1
Fermo restando quanto detto da me e dal collega, le segnalo che la perdita dell' olfatto viene considerato un sintomo che può essere il campanello di allarme per problemi neurologici. Mi sembra che al momento, senza voler costruire relazioni sintomatologiche premature, sia utile una visita neurologica per questo sintomo della perdita dell' olfatto.
La terapia antipsicotica sarebbe sempre sintomatica, sia che sua madre avesse un disturbo psichitatrico che nel caso di un affezione neurologica.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Si conferma in questo modo quanto già le avevo scritto.

La disosmia o anosmia è un sintomo a volte predittivo di malattia di Parkinson.
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Utente
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Vi ringrazio nuovamente per le risposte, siete stati molto gentili! Allora cercheremo di organizzarle una visita neurologica approfondita. In questo momento siamo abbastanza preoccupati perché qualche settimana fa è arrivata a mettere le mani sul collo a mio padre e abbiamo scoperto che 2 anni fa ha speso 4000 euro in un investigatore privato per seguirlo.

Ultima domanda, sempre sugli antipsicotici: nel caso le venga prescritto di nuovo l'aloperidolo, non ne esistono di altri per questo disturbo? Ho letto sul web che può causare molti effetti collaterali, alcuni dei quali anche piuttosto gravi. Cosa ne pensate?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Prima di pensare ad altro andrebbero valutati gli effetti collaterali se presenti.

In ogni caso, eventualmente sia confermata una condizione neurologica sottostante, la terapia va concertata con i diversi trattamenti che andranno prescritti.
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