Abilify\depakin e alcol

Buonasera, dopo l'ultimo consulto con la mia psichiatra (avvenuto qualche giorno fa dopo innumerevoli mesi), abbiamo deciso di cambiare il Depakin, con cui sono attualmente in cura (con alti e bassi), da un anno, con l'Abilify, per andare contro alla sensazione di appannaggio che il depakin sembra crearmi.
Con il depakin e l'assunzione di alcol (prendendolo comunque la mattina) non ho mai riscontrato problemi.
Salvo periodi speciali o festivi, ora come ora, riesco a limitarmi a bere nel finesettimana o con solo qualche eccezione durante il resto dei giorni.
Leggendo il foglietto illustrativo dell'abilify mi è parsa molto più forte la sua interazione nel caso di assunzione di alcolici. Mi chiedevo se fosse il caso di NON effettuare il cambio. Al momento non mi sento in grado di potermi limitare più di così nell'assunzione di alcol.
La cura che ho fatto fino ad ora è di 750 di Depakin e 100 di Zoloft alla mattina e altri 100 di Zoloft alla sera, suppongo per cura di un disturbo bipolare (dichiarato dalla mia psichiatra e negato dalla psicologa).
Grazie mille dell'attenzione.
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Effettivamente con l'Abilify l'alcool andrebbe evitato.
Riguardo al suo dubbio sulla diagnosi, perchè non chiedere alla psichiatra?
Il Depakin si usa soprattutto nel disturbo bipolare, ma è indicato anche per altre patologie; ad esempio quando vi è la tendenza al discontrollo degli impulsi.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
dopo
Utente
Utente
Per quanto riguarda la diagnosi chiesi già ormai un anno fa il motivo della prescrizione di tutti questi farmaci (ammetto in modo anche abbastanza ingenuo) e lei mi rispose che secondo lei rientravo nello spettro del bipolarismo, anche se per lungo tempo aveva creduto piuttosto che soffrissi di un disturbo borderline di personalità. A quel tempo ero seguita da due differenti psicologhe (più lei, la psichiatra), una delle quali era quella del centro in cui ero ancora in cura. La prima (quella con cui tutt'ora mi vedo) disse che secondo lei era una diagnosi errata e che per l'appunto mi era stato prescritto per il controllo dei lati impulsivi della mia depressione, l' altra semplicemente mi fece un discorso molto blando su come in realtà quell'etichetta non dovesse in alcun modo condizionarmi. Fatto sta che tutt'oggi non ho il coraggio di chiedere a nessuna delle tre quale sia la realtà! Perchè, a tutti gli effetti, dare un nome a quello che sto passando mi farebbe molto più comodo!!!
[#3]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Certo, ma deve chiedere allo psichiatra.
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