Una bimba prepotente

Gentili dottori, ho una bimba di 27 mesi che durante i giochi con gli altri bimbi tende ad alzare le mani, tirare i capelli tanto da lasciare anche i segni. Sono del parere che le scaramucce dei bimbi non richiedano l'intervento dei genitori, ma le mamme dei bimbi "che le prendono" non sono dello stesso parere. Quando la rimprovero, si indispettisce maggiormente, non so come comportarmi. Ringrazio per il gentile riscontro.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Signora,

un comportamento "manesco" di questo tipo può avere diverse cause ed è ovviamente sottoposto alla sua attenzione da parte delle altre mamme, esattamente come farebbe lei se fosse la sua bambina ad essere aggredita fisicamente da una compagna.

Un conto è intervenire direttamente nelle scaramucce fra bambini (il che a volte si rende necessario), un altro conto è fermarsi a riflettere sul perchè una bambina così piccola sia violenta con le coetanee e dare una risposta adeguata a questo genere di comportamento per correggerlo e soprattutto capire da dove nasce.

Per risponderle devo prima farle alcune domande, e in particolare mi interessa sapere se in famiglia la bambina viene punita anche fisicamente e/o assiste a scene di violenza fra adulti o che coinvolgono altri bambini.

Le vorrei poi chiedere se questo comportamento prima non era presente ed è iniziato ad un certo punto e, se sì, se in quel periodo è successo qualcosa di significativo in famiglia o è avvenuto un cambiamento di qualunque tipo.

In casa ci sono tensioni?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,

cerco di educarla senza l'utilizzo delle mani, di spiegarle i motivi dei miei no e di ignorarla durante i capricci, ma alle volte mi è capitato di darle delle sculacciate ed alzare la voce. Il clima familiare è sereno, vede poco il papà per motivi di lavoro, ma è quotidianamente a contatto con i nonni e gli zii. Si comporta in questo modo da qualche mese, assume anche un'aria di sfida, ma non posso ricongiungere questo atteggiamento ad un evento particolare. Forse imita qualche scena dalla TV. Cosa ne pensa?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
fermo restando che il periodo evolutivo in cui si trova la sua bimba è connotato da una certa oppositività e anche aggressività (pur sempre entro certi limiti), occorre distinguere quelle che sono normali scaramucce tra i bambini e invece comportamenti che comunque necessitano dell'intervento degli adulti, per fare comprendere al bambino dove sbaglia. Comportamenti che se reiterati nel tempo, frequenti e di una certa qualità, meriterebbero di essere indagati più a fondo.
Per quanto riguarda la TV i bimbi dovrebbero essere esposti a programmi a loro dedicati con contenuti propri.
In ogni caso per meglio comprendere i comportamenti di un bambino nel loro significato occorre riferirsi ai contesti in cui sono immersi e alle loro dinamiche (in primo luogo quello familiare).
<vede poco il papà per motivi di lavoro>
come ci riferiva in un suo precedente consulto, suo marito è molto occupato dal lavoro con conseguenze sul suo (di lei) stato emotivo e sul clima familiare. Come va ora?
Sta continuando il percorso psicologico intrapreso?
Se si, sta ottenendo benefici?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,

indubbiamente crescere e soprattutto educare un figlio da soli è difficile, la situazione mi pesa, ma la psicoterapia cognitivo comportamentale sta sortendo buoni risultati sul mio stato d'animo. Sto capendo i miei errori e sto cercando di modificarli. Uno stress di fondo c'è, ma ho sempre cercato di non "sfogarmi" con la bimba, che è comunque molto dolce e solare.A differenza delle coetanee è vivace e molto sveglia anche dal punto di vista dialettico. Mi chiedo se questi comportamenti siano tipici per la sua età e come devo contenerli.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
l'età dei due anni, è la fase dei no, dell'affermazione di sè e della prepotenza.
I figli , sono lo specchio delle dinamiche familiari e dei genitori, apprendono,assorbono, riportano, riproducono, imitano, ecc..
IL contenimento dovrebbe avvenire con regole chiare e feree, ma con estrema dolcezza ed affettività.
Anche i rimproveri, non dovrebbero contenere rabbia o vebalizzazioni aggressive, ma chierezza e fermezza.
Se è già in terapia, ne discuta con la sua terapeuta, vedrà che avrà ulteriori chiavi di lettura, che le potranno essere molto utili.
V.Randone

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Sarah Cervi Psicologo, Psicoterapeuta 74 1 1
Gentile Utente,
cosa intende per "alzare le mani"? cosa fa esattamente sua figlia? e soprattutto qual'è la dinamica? Lei ha la possibilità di osservare cosa in effetti succede?

Fermo restando che dall'età dei due anni ( a volte anche prima) il bambino attraversa (come alcune mie colleghe Le hanno già spiegato) la fase detta dei "terribili 2 anni" in cui agisce una forte opposizione alle regole, ai vincoli, a quelle che vive come "ingiustizie" o anche difronte a situazioni difficili o conflittuali (che potrebbero anche solo essere per lei "questa bimba non mi fa salire sullo scivolo per prima" piuttosto che "non voglio che si tocchi il mio giocattolo!"), sembra che sua figlia stia agendo la sua rabbia, il che a quest'età è anche naturale dato che i bambini non hanno ancora quei "filtri cognitivi" che gli permettono di saper gestire le loro intense emozioni. Bisogna innazitutto capire quando e perchè (qual'è lo stimolo) agisce questa rabbia.
Esempi "negativi" a parte (tipo qualche sculacciata che lei riporta averle dato) non è sempre solo responsabilità dei genitori come si comportano i figli, esiste anche una predisposizione in termini di indole nelle persone che li porta a reagire alle situazioni in un certo modo. Quindi ci sarà il bambino (o l'adulto) che ad esempio difronte a un conflitto si ritira, uno che agisce con rabbia e aggredisce, uno che mostra maggiore equilibrio e assertività, uno che va in ansia e scappa, ecc. ecc. Questo ovviamente non significa che a sua figlia deve essere concesso di usare le mani, bensì dopo aver capito in quali situazioni la piccola è stimolata a reagire con questi comportamenti, sarà opportuno aiutarla a canalizzare la rabbia, spiegandole che se è arrabbiata può dirlo anzichè agirlo. Punirla, sgridarla, non serve a nulla, ciò che indirettamente sua figlia sta chiedendo è di essere aiutata a gestire la sua emozione.

cordialmente,

Sarah Cervi
www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.it
www.comunitalaquiete.blogspot.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ha parlato con il suo psicoterapeuta di questo problema?

E' importante che lei sia ferma e calma, ma anche coerente nella risposta a questi comportamenti della bambina, e che non banalizzi le volte che è lei stessa ad alzare le mani: in quei momenti si verifica il fallimento della sua capacità di educare in altro modo la piccola e, così facendo, la porta involontariamente ad apprendere che alzare le mani è il solo modo per risolvere le questioni quando non ci si è riusciti altrimenti.

Perchè la piccola comprenda che quel comportamento è sbagliato occorrerà sia che lei non alzi più le mani nei suoi confronti, sia che le spieghi diverse volte (vista la sua età) che farlo è un errore.
Dovrà soprattutto farla riflettere sul dolore che provoca nelle altre bambine quando tira loro i capelli o le colpisce, incoraggiandola ad immedesimarsi in loro e a riflettere su cosa proverebbe lei per prima se qualcuno le facesse le stesse cose che lei fa alle proprie amichette.

E' importante che capisca quello che provoca negli altri quando si comporta così e che questa diventi un'occasione per sviluppare l'empatia.
In caso contrario la bambina potrebbe iniziare ad essere evitata dalle altre (ed etichettata come problematica dalle loro mamme), e non c'è niente di peggio che un'etichetta negativa che il bambino col tempo fa propria rendendola una vera e propria identità negativa dalla quale potrebbe trovare molto difficile separarsi.
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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,

le vostre risposte sono esaustive e saranno frutto di riflessione anche con la psicoterapeuta. Lo sculaccione è un modus operandi di tutte le mamme delle coetanee di mia figlia e mi chiedo come mai lei sia la più manesca dato che io sono quella meno propensa all'uso delle mani. Sicuramente cercherò di verbalizzare anche quelle rare occasioni in cui mi capita di dare lo sculaccione, ma certe volte l'evidenza e soprattutto l'esperienza sembra confutare la tesi che bimbi maneschi siano figli di genitori altrettanto maneschi.
Ringrazio e porgo distinti saluti.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il mio discorso era più generale: un insegnamento di quel tipo è negativo indipendentemente dalla correlazione immediata fra sculaccioni/ceffoni ricevuti e dati ad altri, perchè si tratta di un modello in cui la parola fallisce per lasciar posto all'azione (aggressiva) mentre l'obiettivo di un'educazione equilibrata consiste nell'insegnare a ragionare prima e/o invece di agire.

Questa correlazione può peraltro emergere e ritorcersi sui genitori nell'adolescenza, a figli ormai ormai sufficientemente grandi per restituire quanto ricevuto, quando genitori che hanno utilizzato un certo stile educativo ricevono letteralmente indietro il trattamento (parole e gesti) riservato ai figli anni prima (per poi lamentarsene, quando sono loro la fonte stessa e il modello di quel tipo di comportamento).
Spero davvero che non tutte le mamme che lei conosce picchino i figli di 2 o 3 anni abitualmente (non importa se con violenza o meno, quel che conta è il gesto che dovrebbe essere riservato a situazioni eccezionali).
Se così fosse fra un po' di anni avrà modo di osservare a che tipo di raccolto porta una certa semina.

Nel suo caso e pensando al presente il punto è come insegnare alla bambina che non si alzano le mani quando lei stessa le alza, perchè i bambini non imparano mai ciò che i genitori insegnano loro quando le parole sono smentite dall'esempio.
Quel che conta è il modello che si dà loro perchè l'apprendimento dei comportamenti passa prima di tutto attraverso l'osservazione di ciò che gli adulti di riferimento compiono nel quotidiano.
A breve termine, quindi, il problema è che se vuole insegnarle che una cosa non si fa non può contemporaneamente farla - il che vale per qualunque altra cosa lei intenda insegnarle - indipendentemente da quale sia la causa dell'aggressività della bambina verso le compagne d'asilo e di gioco.

Ne parli in seduta e, se crede, ci aggiorni su eventuali novità.

Cordialmente,