Quand'è che il "pensare troppo" può essere dannoso?

Egregi dottori, giorni fa ho postato questo consulto nella categoria "Psichiatria", ma credo di aver sbagliato.

Nel corso della mia vita sono stata colta diverse volte da pensieri assillanti, penetranti, che hanno origine dalla mia naturale modalità di pensiero. Anche attualmente ne ho uno, si tratta di quesiti che mi pongo io stessa e ai quali sento la necessità (a cui non riesco a sfuggire) di trovare una soluzione.
Per risolvere i miei rebus mentali mi servo dell'immedesimazione, ovvero se ad esempio voglio capire ciò che qualcuno pensa o potrebbe pensare in futuro, mi immedesimo in tale soggetto fino ad osservarne la psicologia.
Per fare ciò mi immergo in una sorta di trance, è come se creassi un collegamento e non metto in dubbio che si tratta di una sorta di disturbo ossessivo.
Dopo essere uscita dal trance, o meglio dallo stato di profonda concentrazione, mi sembra di avere la testa in fiamme, come se avessi letto un pesante libro tutto d'un fiato. Mi sento febbricitante, mi sento goffa e stanca durante la deambulazione, e a parte i disturbi di tipo fisico, temo sul serio che la mia mente stessa possa risentirne.
Ci sono momenti in cui riesco ad acquisire (per breve tempo) contatto con la realtà e momenti in cui la perdo nuovamente, non vorrei arrivare ad un punto di non ritorno. Voglio capire fino a che punto i miei pensieri, i quesiti a cui intendo dare risposta, non corrispondono alla realtà. Devo cercare di capirlo per vedere se ho bisogno di aiuto o se invece le mie teorie sono verosimili.

Intanto vorrei sapere se secondo Voi i pensieri fissi e penetranti possono influenzare negativamente le capacità neurologiche.

Grazie per le eventuali risposte
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"non metto in dubbio che si tratta di una sorta di disturbo ossessivo"

Se questo è il suo pensiero perchè non si rivolge di persona ad uno psicologo (o eventualmente medico psichiatra) per farsi aiutare?

Anche se lei si immedesima così tanto in altri soggetti da faticare a "rientrare" in sè stessa non può in realtà arrivare a "capire fino a che punto i miei pensieri, i quesiti a cui intendo dare risposta, non corrispondono alla realtà", perchè rimane comunque in sè anche se si sta sforzando di vedere le cose dalla prospettiva di un altro.

In che senso teme che "pensieri fissi e penetranti possono influenzare negativamente le capacità neurologiche"?

Ha qualche problema in questo senso che non riesce a spiegarsi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Dr.ssa Massaro, prima di tutto La ringrazio per aver risposto.

Allora, se dovessi rivolgermi ad uno specialista non lo farei per risolvere gli effetti causati dalla mia ossessione, ma per risolvere il problema estirpandolo dalla radice, non mi interessa curare gli effetti ma eventualmente trovare risposta ai miei questiti. Ovvero anche se i pensieri negativi dovessero assillarmi, glielo lascerei fare fino a quando non avrò trovato la pace senza l'utilizzo di psicofarmaci (ad esempio), in quanto questi ultimi servono soltanto per eliminare gli effetti, non il problema. E poi chi può darmi la certezza che la fine delle ossessioni corrisponde all'eliminazione del problema? Non è non vedendo il problema a fare in modo che questo smettesse di esistere, detto questo spesso mi chiedo (con tutta l'angoscia che le ossessioni mi provocano): "E se avessi ragione? Se fosse davvero così?" accetterei di liberarmi dei pensieri negativi se avessi la certezza che questi non hanno motivo di esistere.

Per quanto riguarda la Sua seconda domanda:
temo che i pensieri fissi e penetranti (quelli che mi spingono ad entrare in uno stato di profonda ed ininterrotta concentrazione) possano essere dannosi, in quanto non appena esco dal mio stato di "trance" mi sento la testa scoppiare, la vista è annebbiata, ... e quindi ho pensato che magari il cervello possa funzionare in un modo simile ai muscoli: se vengono sforzati troppo possono strapparsi o comunque danneggiarsi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"accetterei di liberarmi dei pensieri negativi se avessi la certezza che questi non hanno motivo di esistere"

Di che pensieri si tratta?

Non si preoccupi per il suo cervello, soprattutto se non ha riscontrato alcun effetto oltre a quelli dovuti ad una concentrazione molto intensa.

Quello che dovrebbe preoccuparla se mai è la sua mente, nel senso che effettuare quel tipo di "esercizio" non ha senso e nè utilità e può - questo sì - danneggiare la sua psiche e farle perdere il senso della realtà.
[#4]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

Credo che Lei, inavvertitamente, abbia dato luogo ad una specie di trance, come giustamente lei stessa chiama questo suo stato di profonda analisi di sé e di concentrazione, e che a questi stati si siano aggiunti, o connessi, o associati, o derivati, stati di "alterazione fisiologica" che le provocano i malesseri che lei lamenta e che descrive molto bene.
Se Lei avesse intenzione di rifare questi tipi di esperimenti, le suggerisco di contattare uno psicoterapeuta e, in sua presenza, di ripetere queste forme di trance. Il collega psicologo potrebbe in tal modo osservare il suo stato di semi-coscienza che lei potrà sviluppare sotto "protezione", o meglio in un ambiente protetto e con uno psicologo presente. Lui sarà in grado di valutarne la portata ed eventualmente di indirizzarla da qualche 'neurologo', se lo ritiene necessario ed opportuno. Soltanto così lei sarebbe più sicura di oltrepassare alcuni stati di semi incoscienza e di avventurarsi al di là di "quella porta chiusa" che lei teme di valicare.
Se ho ben capito.
Non correrà mai il rischio del non ritorno, ma ritengo utile, se non necessaria la presenza di uno specialista.

Mi faccia sapere, se non è disturbo per lei, se cercherà uno psicoterapeuta che possa seguirla e se effettuerà ancora forme di autoconcentrazione così ben descritte e così profonde e quali risultati riuscirà ad ottenere. A mio avviso non si tratta di "forme ossessive".

Cordiali saluti e a risentirci.


[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Dott.ssa Massaro, mi risulta molto difficile descrivere la complessità di tali pensieri in poche righe, ma cercherò di essere il più breve e coincisa possibile e di renderle al meglio l'idea.

Premetto che i pensieri che poi si trasformano in ossessioni sono diversi sotto il punto di vista del contenuto, ma la mia mente li elabora e cerche di manipolarli sempre allo stesso modo.
Se c'è un elemento particolare che considero caratterizzante la mia psicologia è la personificazione dei concetti astratti, in maniera del tutto spontanea e non indotta, ovvero involontaria. Per me determinati concetti sono dotati di forma, anima, colore, interagisco con loro e vivo in loro funzione come se fosse delle entità vive.
Provo gelosia se qualcuno dice di amarli come li amo io, ne sento la nostalgia quando me ne devo allontanare, il mio scopo è quello di renderli MIEI, è quello di render loro onore e di far presente ad eventuali "rivali" che loro mi appartengono. Se vedo che qualcuno li vive come li vivo io, immediatamente cerco di immedesimarmi in loro per capire se li vivono o li vivranno in modo migliore rispetto a me.
Devo capire se mi sono persa qualcosa, cerco di acquisire i pensieri di tali persone (a volte anche immaginarie), il carattere, mi immedesimo in ciò che possono aver vissuto, e il trance mi serve proprio a questo: devo instaurare un LEGAME con la loro mente, è come se dovessi reincarnarmi in tali soggetti per seguirne passo passo i pensieri, le sensazioni e cercare di capire se hanno (o faranno) qualcosa che io ho omesso. E questo perchè? Perchè voglio vivere i concetti che amo e per i quali vivo al meglio, dato che alcuni di questi sono a tempo limitato (uno di questi potrebbe essere un determinato anno scolastico ad esempio). Premetto che ciò che mi sta a cuore e che mi interessa di tali concetti NON è ciò che sta loro intorno, come persone, amicizie, sensazioni materiali ecc... ma i concetti in se' per se', la loro entità pura.

In questo periodo ho lavorato (sempre tramite trance) all'immedesimazione in me stessa seguendo passo passo ciò che avrei vissuto e ciò che sarei diventata SE nella mia vita ci fosse stata "quella" particolare cosa.
Adesso ho 21 anni, ebbene, devo cercare di immedesimarmi in quella che ero 10 anni fa o anche di più, e di acquisire determinate modalità di pensiero che avevo all'epoca in funzione di ciò che voglio aggiungere attualmente, per vedere come sarebbe stata la mia evoluzione se durante la mia crescita ci fosse stato un determinato concetto, determinate situazioni e stati d'animo.
Una volta acquisita una certa condizione mentale entro in uno stato di profonda concentrazione e a questo punto do' il via al processo di immedesimazione: mi immedesimo in me stessa quando avevo un certo numero di anni, ad esempio 10, con le dovute caratteristiche mentali dell'epoca, fino ad aggiungere l'elemento di mio attuale interesse nella vita della bambina che ero e, una volta aggiunto, rivivo i miei stati d'animo e mentali in funzione di ciò che ho aggiunto fino ad arrivare alla mia attuale età e constatare se sarebbe cambiato qualcosa o meno. Ciò richiede un grande controllo psicologico ed emotivo, una volta entrata intrance devo fare molta attenzione a non perdere il contatto con ciò a cui sto pensando, in quanto mantenere il legame tra lo stato mentale che avevo all'epoca e seguirlo negli anni con tanto di fasi di cambiamento è una cosa piuttosto ardua. Se dovessi deconcentrarmi anche solo per un attimo dovrò ricominciare dall'inizio.

Vi faccio un esempio per farVi capire meglio questo concetto:
Immaginate di trovarvi davanti ad un tavolo colmo di barattoli di colori da pittura, e che ognuno di loro ha avuto origine dalla combinazione di più colori.
Ogni colore rappresenta uno di noi; io sono quello nato dalla combinazione di giallo, rosa, azzurro e viola. Inizialmente era presente solo il giallo, poi è stato aggiunto il rosa, l'azzurro ed infine il viola, e tale combinazione ha dato origine al colore che sono attualmente. Ma c'è un problema: mi piace moltissimo il blu elettrico, vorrei che facesse parte di me e che anch'esso avesse contribuito alla mia nascita. Se tale colore fosse stato aggiunto insieme agli altri colori e con loro avesse contribuito alla mia origine, quale colore sarei adesso?? E qui ha inizio il mio lavoro:
svuoto i barattoli dentro i quali erano contenuti i colori che mi costituiscono e li riempio da capo mettendoci gli stessi colori di prima, ma con una particolarità: aggiungo ad ogni barattolo il blu elettrico.
1° barattolo = blu elettrico + giallo;
2° barattolo = blu elettrico + giallo + rosa;
3° barattolo = blu elettrico + giallo + rosa + azzurro;
4° barattolo = blu elettrico + giallo + rosa + azzurro + viola;
Che cosa è cambiato? ...
Ovviamente questo è stata un esempio abbastanza semplicistico giusto per rendere l'idea di come lavoro. Ogni anno della mia vita (in base al punto da cui voglio partire) è rappresentato da un barattolo che ho appositamente svuotato per poi dare inizio alla ricombinazione dei colori, che rappresentano i concetti principali che ho vissuto, i miei lati caratteriali, i miei pensieri ecc...
Durante lo scorrere degli anni cerco di rivivere con la mente, senza perdere il contatto tra un anno e l'altro, le mie caratteristiche mentali di base, quelle da cui hanno avuto origine quelle attuali, e ci aggiungo l'elemento estraneo di mio interesse (il blu elettrico) e proseguo con l'immedesimazione e con la formazione in funzione di ciò che ho aggiunto per vedere cosa ne esce fuori, per vedere cosa sarei diventata e come avrei vissuto determinati concetti.
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentilissimo Dr. Vita, prima di tutto La ringrazio.
Il fatto è che i miei stati di trance non hanno effetti evidenti che una persona può esservare dall'esterno. Lo specialista noterebbe lo sguardo fisso nel vuoto (in fase di concentrazione non posso distrarmi guardandomi intorno, ma devo trovare un punto fisso) e l'immobilità del corpo. Difficilmente lo faccio ad occhi chiusi, generalmente fisso un punto che NON SIA DI FRONTE A ME, e questo onestamente non me lo spiego. Tendo involontariamente a fissare lo sguardo verso un angolo della stanza, in diagonale, oppure a guardare in alto o in basso, sempre verso gli angoli, è come se gli occhi sentano il bisogno di spostarsi.
Inoltre devo stare attenta anche alla respirazione: i movimenti respiratori man mano che vado avanti con le "diluizioni diei colori" e quindi con l'aumentare della concentrazione necessaria, diventano più corti e lenti, è come se trattenessi il respiro, e questo perchè non deve esserci nessuna fonte di deconcentrazione, gli stessi movimenti naturali del corpo possono rompere il legame che instauro durante l'immedesimazione.
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' soddisfatta della sua vita attuale?

A cosa sottraggono tempo ed energie questi suoi esercizi?
[#8]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Utente,

Tutto quello che dice sopra, mi riferisco a quello che lei descrive meglio nel suo es. dei barattoli di colore, è un insieme di fenomeni psichici molto interessanti, ed anche importanti aspetti della sua vita interiore.

Ne parli con qualcuno, qualche collega, dal vivo, perché online, tutto quello che si può fare è prendere atto delle cose che dice e cercare di capirle.
In un incontro reale le cose assumeranno contorni ancora più chiari e determinati.
Non le costerà molto, mi creda. Troverà un collega (m. f.) interessato ai suoi racconti.

Cordiali saluti.
[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentile Dott.ssa Massaro, della mia vita mi ritengo abbastanza soddisfacente: ho una famiglia che mi ama e che non mi fa mancare niente, vado all'università come ho sempre sognato ...
Ma i beni materiali non sono niente se si combatte contro chi è più forte di noi, come ad esempio il tempo che passa. Vorrei vivere determinati concetti per sempre, ma il tempo fa di tutto per andarmi contro. Lui è più forte di me, ma io ritengo di essere una sua valida avversaria. Anche se non potrò fermare il suo scorrere inesorabile, potrò sempre contare su anni di lavoro mentale che mi hanno portato a formulare ipotesi e alcune soluzioni.
Detto questo, sono soddisfatta della mia vita materiale, ma quella interiore è sempre stata tormentata.

Adesso rispondo alla Sua seconda domanda: questi esercizi tolgono il tempo altri, sempre di tipo mentale ma decisamente più utili e, anzi, per me indispensabile. Come l'acquisizione di consapevolezze da poter immortalare contro lo scorrere del tempo. Naturalmente se ho altri pensieri negativi in testa, ciò che realmente mi serve passa in secondo piano ed è per questo che intendo eliminare i pensieri ossessivi negativi al più presto (sto già molto meglio rispetto a qualche giorno fa).
Poi ci sono le problematiche di tipo fisiologico, se dovessi sforzare i muscoli anzichè il cervello mi sentirei decisamente meno stanco. Quando ho questo genere di pensieri ossessivi negativi mi sento depressa, non ho voglia di fare nulla, mi sento morta e angosciata interiormente. Ma comunque ripeto, adesso mi sento meglio.
[#10]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Egregio Dr.Vita, vorrei ringraziare Lei e la Dott.ssa Massaro per l'attenzione.
Prima non ho premesso che sono stata da diversi psicologi, fino a trovarne uno che in effetti trova interessanti i miei "casi". Non sono mai stata contraria agli aiuti di tipo psicologici o psichiatrici, anzi, mi aiutano a stare meglio.
Le vorrei chiedere una cosa: dice di trovare interessanti questi fenomeni psichici, secondo Lei possono essere definiti in qualche modo o appartenere ad una determinata categoria?

Cordialmente
[#11]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' quindi in psicoterapia?

Quanto ci dice:

"Vorrei vivere determinati concetti per sempre, ma il tempo fa di tutto per andarmi contro. Lui è più forte di me, ma io ritengo di essere una sua valida avversaria. Anche se non potrò fermare il suo scorrere inesorabile, potrò sempre contare su anni di lavoro mentale che mi hanno portato a formulare ipotesi e alcune soluzioni"

significa che, in ultima analisi, è ossessionata dall'idea del finire del tempo e quindi della morte o dell'oblio?
[#12]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
@Dott.ssa Massaro;
No attualmente non mi trovo in psicoterapia, ma lo sono stata fino a pochi mesi fa per altre quesioni sempre dello stesso tipo. Come ho già detto in un messaggio precedente la forma delle mie ossessioni è variabile, ma il meccanismo dal quale prendono origine è sempre lo stesso: l'amore per i concetti.

Non sono ossessionata dalla morte o dall'oblio, ma (in questo caso) dalla paura di non poter più rivivere determinati concetti, ad esempio quelli legati ad alcuni anni accademici. Ogni anno per me è un concetto vivente, è di questo tipo di concetti che mi innamoro e che non voglio lasciare andare. Gli anni accademici sono destinati a finire, ma io ho escogitato un modo per rendere tali concetti immortali e sempre rivivibili: acquisisco delle consapevolezze e registro la mia voce, sia tramite registratori che tramite video. Il cervello fa una sintesi di tutte le informazioni che gli vengono inserite, inesorabilmente è destinato a perdere dei dati nel corso del tempo, e io non voglio che questo accada. Non basta avere ricordi. Tramite la visione di "cio che eri" e l'ascolto della tua voce mentre esprimevi determinati pensieri e concetti, ti metti in condizione di riuscire a rivivere quei momenti come se non fossero il tuo passato, bensì ancora il tuo presente. Anche se gli anni passano, siamo e saremo sempre noi stessi, l'utilità nel rivedersi e nel risentirsi risiede nell'essere poi in grado di instaurare nuovamente un legame con ciò che il cervello ha acquisito in passato e che con il tempo ha sintetizzato. Con la concentrazione riesco ad immedesimarmi perfettamente in ciò che ero.

Con questo non intendo esprimere assolutamente niente di universale, è solo il mio pensiero.
[#13]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

Che io sappia o ricordi, mi pare di no.
Però non è questo il punto.
Anche se avessero un nome, non credo che la sostanza dei fenomeni cambi molto, le pare?
Forse vorrebbe trovare qualcuno che abbia avuto gli stessi sintomi al fine di chiedere spiegazioni o delucidazioni sugli stessi. Ma mi pare che ognuno vive fenomeni del genere in una certa maniera e che spesso essi sono appena simili a quelli di altri. Ma non c'è una somiglianza decisa e quindi essi hanno un valore "assoluto" perché non sono "relativi" ad altri.
Ma vanno osservati e compresi.

OK?

Cordialità.
[#14]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
@Dr.Vita
Lei ha ragione, so bene che non cambierebbe la sostanza, però poter dare una definizione a qualcosa è un modo per cercare informazioni, ma non per scopi particolari, semplicemente per curiosità.

Cordialità
[#15]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

E se non ci fosse un nome?

In fondo ci sono problemi psicologici molto più diffusi tra noi, come la P.A.S. che è una sindrome che si sviluppa tra coniugi separati che si odiano e che provoca in un figlio una disaffezione verso uno dei genitori, ebbene, questa sindrome non è catalogata. Però i tribunali la prendono in considerazione lo stesso.
Quindi, qualunque nome possa essere attribuito alle sue importanti manifestazioni è meno importante delle manifestazioni stesse.
Lei è una persona molto intelligente e capirà questo tipo di discorso.

Cordiali saluti e auguri.
[#16]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Gli anni accademici sono destinati a finire, ma io ho escogitato un modo per rendere tali concetti immortali e sempre rivivibili: acquisisco delle consapevolezze e registro la mia voce, sia tramite registratori che tramite video. Il cervello fa una sintesi di tutte le informazioni che gli vengono inserite, inesorabilmente è destinato a perdere dei dati nel corso del tempo, e io non voglio che questo accada. Non basta avere ricordi"

Penso sia indiscutibile che lei presenta delle problematiche legate al controllo, e cioè all'esigenza di non perdere il controllo su alcun elemento del suo passato e quindi della sua vita.

Le accade lo stesso per quanto riguarda gli oggetti?
Tende cioè ad accumulare e/o conservare tutto?
[#17]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(..)
Per risolvere i miei rebus mentali mi servo dell'immedesimazione, ovvero se ad esempio voglio capire ciò che qualcuno pensa o potrebbe pensare in futuro, mi immedesimo in tale soggetto fino ad osservarne la psicologia.(..)

gentile utente per rispondere al suo quesito dia un'occhiata a questo video
sulla rimuginazione
http://www.youtube.com/watch?v=Ui3yNBrLgs0

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#18]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
@Dr. Vita:
Infatti Lei ha perfettamente ragione, quello di voler trovare una definizione che più si avvicina al mio caso lo considero semplicemente uno sfizio, giusto per andare a fare qualche ricerca per soddisfare le mie curiosità a riguardo. Ma nonostante ciò sono sempre stata consapevole del fatto che pur essendoci delle definizioni ben precise (nel caso dovessero esserci) ogni persona ha una mente propria con delle proprie sfaccettature, decisamente diverse tra loro, che non possono essere catalogate ed impacchettate in uno schema generale ed oggettivo.

@Dr.ssa Massaro:
In realtà ciò che ho paura di perdere non è tanto il controllo, nonostante sia un elemento di cui mi servo, bensì l'ESSERE mio attuale. Sono innamorata di determinati concetti, ad esempio quest'anno frequento il 2° anno di università, un anno che ho sempre amato e dal quale sono affascinata già da quando ero alle scuole medie. L'ho sempre desiderato, ho sempre immaginato il giorno in cui gli sarei appartenuta e adesso che posso dire di essere del 2° anno felicissima e soddisfatta di questo, come posso lasciarlo andare? La sola idea mi mette i brividi, non posso lasciarlo andare come fanno tutti, e così ho escogitato quelli che secondo me sono delle valide soluzioni, se poi devo considerare la portata del mio forte avversario: il tempo.
Quindi, ripeto, il controllo ci deve sempre essere e mai devo perderlo, ma ciò a cui sto più attenda è il mio essere, il mio appartenere ad un determinato concetto. E' quest'ultimo che non voglio perdere.
Adesso Le ho fatto solo un esempio di concetto di cui sono innamorata, ma ce ne sono tanti altri per i quali uso le stesse metodiche.

Per quanto riguarda la conservazione degli oggetti:
per gli oggetti non provo lo stesso amore che provo per i concetti astratti, non è proprio un paragone fattibile. Ma nonostante questo tendo a conservare quelli che in qualche modo sono legati ai concetti che amo. Ad esempio MAI mi sognerei di buttare un quaderno di quando stavo al Liceo, mentre non mi faccio scrupoli se devo gettare oggetti che per me non conservano nessuna essenza, nessun concetto di mio interesse.
Ma premetto una cosa, spesso attribuisco un'anima anche agli oggetti, solo che su questi ho più controllo. Non posso accumulare tutti quelli che entrano a far parte della mia vita, anche se a volte mi si stringe istantaneamente il cuore quando decido di liberarmene.


Cordialmente
[#19]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
@Dr. De Vincentiis:
La ringrazio molto per la risposta, ho guardato il Suo video e non solo l'ho trovato divertente ma anche molto utile e veritiero.
Giorni fa ho appurato che il mio modo di immedesimarmi negli altri non può dare dei buoni frutti, in quanto quando mi immedesimo in altre persone finirei col farlo sempre con la MIA mente e quindi ho capito che è inutile. Ma come faccio ad avere la certezza di questo? Io vorrei fare come lo studente di matematica che una volta accartocciati i fogli se ne libera, risolverei tutti i miei problemi, vivrei più serenamente con una mente libera da pensieri non obbligati ad esistere, ma ... chi mi da' la certezza che l'espressione matematica o la mia ossessione è irrisolvibile? Ho paura di peccare di negligenza e menefreghismo, se invece il mio modo di pensare fosse giusto? Chi può darmi una certezza? Devo cercare di capirlo, solo in questo modo posso decidere se smettere di pensare o continuare.
Comunque lo studente del video mi rispecchia molto ...
[#20]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Lavorando assieme lei lo psicologo che l'ha seguita per un periodo a che punto o conclusione siete arrivati?
[#21]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
@Dr.ssa Massaro:
Non siamo arrivati ad una coclusione precisa, in quanto è stato appurato che il mio modo di vedere il mondo (quello che a volte mi crea prolemi) è fondamentalmente innoquo. Vivo con la percezione che i concetti abbiano un'anima. Sarebbe come appurare che il cielo è azzurro e che la Terra è tonda. Ognuno vive secondo un modello teorico, e questo è il mio.
Ciò che a volte mi fa andare in tilt è un malfunzionamento temporaneo del modo in cui ordino i pensieri nella mia mente, in cui li vivo e interagisco con loro. Il mio psicologo mi ha parlato spesso della capacità di sintesi, una cosa sulla quale, a detta sua, devo lavorare.
Penso troppo ai particolari e il fatto di voler ogni giorno fare registrazioni e video gli sembra troppo, secondo lui ne basterebbero anche pochi, ma intensi. Ma alla fine non è quello il problema, non mi costa nulla dedicarmi a tali pratiche.
Ciò che io cerco nella figura dello specialista è qualcuno che possa affermare o confutare alcune mie idee con un'alta probabilità di dire il vero, ovvero ciò che meglio rispecchia la realtà. E' questo ciò che vorrei, un intermediario tra il mio mondo e quello reale, che aiutasse a capire cosa devo modificare o come risolvere alcuni problemi legati al MIO modo di pensare, per fare in modo che questi diventino realtà.
Ad esempio: "Vorrei appartenere a questo determinato concetto per sempre e sto usando questo metodo, potrei considerarmi appartenente a questo concetto anche in futuro quando ce ne saranno altri?" Domanda mia standard. E spesso il mio spicologo dimostra di essere un buon allenatore della mente.
[#22]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,

la questione che ci sottopone è davvero molto complessa e include sia un iperinvestimento nei suoi processi di pensiero, sia una problematica legata al controllo (l'idea e la necessità di conservare tutti i "concetti" e di riviverli e manipolarli a piacimento, mantenendoli strettamente sotto il suo controllo).

Di conseguenza penso che non possiamo fare altro per lei, al di là degli spunti di riflessione che abbiamo condiviso.

Rifletta quindi sulla possibilità e l'opportunità di riprendere il percorso interrotto con il suo psicologo.
[#23]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
La ringrazio moltissimo Dr.ssa Massaro, così come ringrazio tutti gli altri Suoi colleghi.
Anche tramite il pc ho ricevuto delle risposte molto utili e chiare, ogni volta mi sentivo meglio, mi sentivo compresa. Non capisco come per molta gente andare da uno psicologo sia una sorta di tabù. Hanno paura di essere considerati malati mentali? Beh, anche se io lo fossi, pazienza, provo un grande piacere nel fare ciò che ho sempre fatto, ovvero contattare gli specialisti.

Cordiali saluti a tutti e grazie ancora.