La pausa di riflessione è l'anticamera della rottura?

Gentili dottori,
Vi scrivo durante una pausa di riflessione col mio fidanzato, con cui sto da 5 anni. Entrambi 29enni, eravamo una coppia forte e molto innamorata.
Circa un anno fa lui ottiene il lavoro dei suoi sogni, per il quale ha studiato tanto e ha fatto molti sacrifici.In concomitanza ho cominciato io a studiare per un concorso che mi ha tolto tempo ed energie. Inoltre, e soprattutto, nel corso di quest'anno si sono amplificate tutte le mie manie, le mie paranoie, sono diventata ipocondriaca: è stato uno dei periodi più bui che abbia mai attraversato.
Circa 9 mesi fa lui comincia a mostrare insoddisfazione nel rapporto,e in continuazione, per insicurezza, gli chiedevo come si sentisse con me, se fossimo sulla via della guarigione, se gli fosse passata: lui rispondeva che le sensazioni erano sempre le stesse ma che era fiducioso che, passato il mio concorso, avremmo ricominciato ad essere più spensierati insieme.
Arriva agosto, partiamo per una settimana che trascorre "tiepida". Proseguiamo le vacanze in famiglia e lui è sempre più distaccato. Rimango molto dispiaciuta, come spesso lo sono stata in questi mesi, e gli chiedo se mi ami ancora.
Mi risponde che ha dei dubbi e che così non possiamo continuare.
Mi è crollato il mondo addosso, e abbiamo deciso, tra le lacrime, di prenderci un periodo da soli, soprattutto perché lui capisca cosa prova.
Io nutro ben poche speranze nel suo ritorno, per via delle frasi che mi ha detto: "ho questa continua insoddisfazione e temo che rimanere insieme voglia dire per me accontentarmi di un rapporto che non mi rende contento al 100%", "ho paura di lasciarti e poi accorgermi di aver fatto una sciocchezza, e tu poi non vorrai tornare con me", "ho paura di non ammettere a me stesso quello che provo, e cioè di non voler più stare con te ". Frasi alternate a lacrime e abbracci e baci.
Ha detto di avere sinceramente dubbi e che ci saremmo sentiti quando li avrà diramati.
Io gli ho detto di non essere parimenti contenta del nostro rapporto ma di essere sicura dei miei sentimenti per lui: sono intenzionata ad affrontare le difficoltà, a cambiare anche e anzitutto per me stessa, per non essere più ipocondriaca e paranoica, la brutta copia di quello che ero.
Sono partita per tornare in città circa un'ora dopo, e quell'ora è stata bella, l'unica ora spontanea in un lunghissimo tempo di rapporti macchinosi e innaturali.
Sono trascorsi solo due giorni, ma piango tanto, nella consapevolezza che con certe premesse lui non può realizzare di essere ancora innamorato. Insomma, dovrebbe accadere il miracolo! Anche perché le stesse frasi io le pensavo nei confronti del mio ex, e quindi so bene cosa prova, forse lo so da prima e meglio di lui.
Aspetterò, ma mi convinco sempre più che le pause di riflessione siano solo l'anticamera della rottura.
Vorrei tanto che mi aiutaste a decifrare il suo atteggiamento o a dirmi che in realtà l'ho già decifrato. Ma so che nessuno di noi si trova purtroppo nella sua testa.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(...)ma mi convinco sempre più che le pause di riflessione siano solo l'anticamera della rottura.(..)
gentile ragazza, purtroppo son d'accordo. Non si prendono pause di riflessione se c'è amore. Il sentimento non lo consentirebbe. la pausa + solo un modo di attutire una decisione già presa. meglio aspettarsi il peggio. Mi spiace se sono franco ma , in genere, accade così. tuttavia Non esistono certezze e dopo alcune pause ci sono coppie che si son riconciliate, ma rappresentano casi davvero minini.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per l'onestà, dottore.
Purtroppo sono molto sfiduciata anch'io, e dispiaciuta, perché non ci mancava nulla: eravamo complementari, affiatati, allegri.
Mi manca tanto quello che eravamo.
Le chiedo, a questo punto, un consiglio: accelero le cose, chiamandolo, oppure rispetto i suoi tempi?
In tutto ciò ho un importante esame a settembre, e alterno pianti a studio...non è certamente la situazione ideale.
Mi chiedo se forzandolo a darmi ora una risposta possa falsare la sua riflessione.
Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Vorrei chiederLe un chiarimento.
Per ben due volte Lei cita *paranoie e ipocondrie* riferite a Lei.
Si tratta di termini psichiatrici e vorrei capire cosa La induca a riferirli al Suo modo di pensare con tanta disinvoltura,
I miei saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
Alda Medini diceva:

" A volte si va via per riflettere, altre volte perché si è riflettuto"


Solitamente la famigerata pausa di riflessione è esattamente una vera cronaca di una morte annunciata, le dico cosa ne penso io da clinico con questa lettura

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2734-la-pausa-di-riflessione-esiste-davvero.html

Ma in amore, in effetti, non ci sono regole, ne bugiardini...soltanto lei/voi, in fondo alla vostra anima conoscete la vostra verità.

Ci dia notizie, se crede.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottoresse, grazie per avermi risposto.
Capirete che non sto attraversando un buon periodo e che ogni ora penso ad un dettaglio nuovo, ad un nuovo risvolto, che mi fa pensare che sia tutto finito e che lui me l'abbia a suo modo anche già detto...l'unico a non saperlo è proprio lui, perché credo nella sincerità dei suoi dubbi con sé stesso.
Quando parlo di ipocondrie e paranoie mi riferisco ad un modo d'essere che mi ha caratterizzato durante tutto l'anno.
Sono sempre stata ansiosa e paranoica, ma nell'ultimo anno ho visto le più terribili malattie in me e nei componenti della mia famiglia, a cadenza regolare.
Mi sentivo come se fossi(mo) nella mira del tumore di turno, aspettando che il cecchino sparasse.
Ne parlavo sistematicamente con lui, ogni giorno, letteralmente, e molte volte lui mi ha detto che era troppo tempo che non mi vedeva col sorriso.
Vorrei che giungesse alla conclusione che l'affievolimento dell'amore sia stato verso la me dell'ultimo anno, e non verso quella che sono sempre stata.
Più passano i giorni e più penso che queste pause siano davvero una sciocchezza, nonostante lui mi abbia detto che per lui anche l'elemento di un'eventuale mancanza è da valutare.
Io credo che in due/tre settimane non si sente la mancanza di nessuno, è un tempo troppo breve.
Mi trovo in questo limbo in cui non riesco a stare, vorrei chiamarlo io e lasciarlo, sollevandolo dell'onere di "pensare": mi sembra chiaro che lui non tornerà, deve solo capirlo.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Se riuscisse LEI ad accettare (anche facendo un passo alla volta) che lui non tornera' troverebbe una Sua linea di condotta. Smetterebbe di tormentarsi fra i desideri, le speranze e il diniego!
Coraggio!
Quando un rapporto finisce lo si finisce per causa di entrambi!
E anche non redersi conto di questo e' un diniego!
Coraggio! E cerchi di amarsi un po' di piu'! Per se' stessa ovviamente!
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dopo
Utente
Utente
Se ho ben interpretato le sue parole, gentile dottoressa, dovrei mettermi l'anima in pace e considerare già tutto al capolinea.
Ma finché non si concretizza il tutto, non riesco a liberarmi di speranze e desideri.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Lo so!
Il mio era solo un auspicio!
Le auguravo di avere la forza di non nascondersi fra i dinieghi. Che La fanno soffrire e la faranno soffrire di piu' se non riuscira' a vincerli.
Ma so che il diniego e' un meccanismo inconscio che Lei da sola non puo' vincere.
Avrebbe bisogno di un sostegno per riuscire a fare!
Ma per ora mi rendo conto che e' prematuro intavolare questo discorso!
Auguri!