Periodo di forte stress e ansia

Salve,
mi chiamo Marco e ho 24 anni. Da alcune settimane provo un profondo stato di stress, ansia, rabbia e frustrazione, che prima non avevo. Provo anche un forte senso di vuoto e smarrimento, come se non avessi più stimoli e coordinate. Mi sembra di brancolare nel buio e con le idee confuse.
Questo disagio è emerso poco dopo che mi sono laureato (circa 40 giorni fa) ed è peggiorato quando sono tornato dalle vacanze circa 15 giorni fa. Penso che molto probabilmente il tutto sia scaturito dal fatto che ho finito l'università: provo una profonda ansia ed un forte stress per quello che sarà il mio futuro, accompagnati anche da rabbia e frustrazione in quanto vedo moltissimi miei coetanei che già lavorano (in particolare i non laureati) e già hanno una fidanzata con cui fanno progetti per l'avvenire, mentre io mi ritrovo single e senza un orientamento preciso. Oltre all'ansia di trovare un qualsiasi lavoro nel breve tempo possibile è emersa anche l'ansia di trovare una fidanzata, perché non vorrei ritrovarmi in futuro solo e non ce la faccio più ad essere circondato da coppie felici. Il lavoro e la fidanzata sono diventati quindi due tarli che mi stanno divorando dentro e che mi fanno diventare sempre più nervoso ed irascibile, mentre prima ero ottimista, cordiale e calmo.
Infine, per colmare forse questa mancanza di affetto cronica, in questo periodo ho una grande infatuazione per un'attrice straniera che mi piace da impazzire, nemmeno fossi nel pieno dell'adolescenza e me ne vergogno. Continuo a pensare a lei di continuo e ad informarmi sul suo conto e continuo ad alimentare le mie false speranze in quanto non è proprio famosissima e conduce una vita molto semplice, quasi da persona normale. Continuo quindi ad illudermi di incontrarla.
In questo periodo, inoltre, ho anche preso una pausa da uno sport in cui ero arrivato a livelli discretamente importanti e sto meditando di lasciarlo perché sento che non fa più per me.
Spero possiate aiutarmi, non vorrei che le cose peggiorassero in quanto in questo periodo ho continuato ad avere una vita normale limitando solo un pò le uscite e l'attività fisica, ma nulla di grave. Spero che sia solo un periodo normale di transizione dovuto al fatto che ho finito l'università.

Grazie mille!
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Gentile Marco,

la conclusione del periodo universitario può, come dice, generare in lei un malessere. Segna la fine di un percorso di studi e l'inizio di un progetto lavorativo, che la introduce in una nuova dimensione.

Questo può sollecitare in lei la sensazione che un periodo della sua vita è terminato e suggerirle la necessità di fare dei bilanci.
Tra questi sembra esserci un senso di delusione per il fatto che alcuni laureandi già lavorino, al contrario di lei. Sembra vivere un senso di solitudine, come se l'istituzione universitaria e le persone che la abitano non le abbiano dato una mano per il suo inserimento lavorativo.

In più, sembra esserci l'idea della coppia che manca, e mi sembra che questo sia vissuto da lei con un intenso senso di frustrazione.

Questi due importanti capitoli della sua vita, gli studi e gli incontri amorosi, sembrano segnare un senso di delusione per le aspettative attese.

Diventa fondamentale approfondire questi aspetti, per capire quello che ha vissuto in relazione ai suoi studi e alle storie d'amore. Questo momento critico, che forse le ha mostrato alcuni aspetti della sua realtà, è difficile ma può essere un'occasione per guardarsi dentro e cercare se stesso.

Se sta vivendo le sue difficoltà, questo non vuol dire che presto le cose non potrebbero cambiare, anche se oggi è solo.
Potrà affrontare questo momento affinché possa un giorno vicino inserirsi nel mondo del lavoro e trovare anche lei un amore speciale, magari cercando di avvicinarsi all'attrice che le piace, senza vergogna, per confrontarsi con il suo sentire, oppure un'altra donna di cui potrebbe sorprendersi.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Egregio Dott. De Sanctis,
la ringrazio per la rapida risposta.
Per quanto riguarda il fatto di come ho vissuto gli studi in questi anni, non ho avuto fortunatamente problemi in quanto ho finito l'Università in corso e ho sfiorato il massimo dei voti. Anche negli anni passati è andato tutto tranquillamente, non sono mai stato bocciato. Inoltre frequentavo molto l'ateneo e ho conosciuto molti amici. Ho fatto anche il rappresentante degli studenti. In conclusione, il bilancio dell'esperienza universitaria è positivo.
Per quanto riguarda le esperienze amorose, non ho mai trovato una ragazza che mi abbia fatto perdere la testa e non ho mai avuto una relazione seria a parte qualche flirt perchè sono molto selettivo e non mi accontento mai. Forse è questo il tasto più dolente.
Per quanto riguarda l'infatuazione dell'attrice , con "non famosissima" intendevo che non è una star di Hollywood ai livelli di Stallone o della Roberts ma comunque ha vinto una Palma d'Oro a Cannes e ha fatto la coprotagonista nell'ultimo film del più celebre agente segreto. Quindi non ho speranze in partenza, a parte ricevere un autografo (le ho scritto, risponde sempre ai fan) o scattarmi una foto con lei se riuscissi ad incontrarla.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Provi a prendersi un po' di tempo per verificare se la costellazione emotiva che sta vivendo è transitoria.
In caso contrario potrà valutare di intervenire per dare senso ai suoi vissuti e prendersene cura. Vedrà che andrà tutto bene, e troverà la sua strada. Non sempre i percorsi di vita sono tappe regolari, con i loro traguardi. Spesso, e per la natura delle cose, i percorsi sono accidentati. Quindi non si perda d'animo e continui a esprimere la sua dimensione soggettiva per continuare a costruire i suoi progetti di vita.

Quanto all'attrice, intanto le chiedo se pensa di avere fatto tutto quello che poteva per avvicinarla?

Poi, potremmo chiederci se è un'infatuazione da fan, e potrebbe essere significativo fermarsi su questo aspetto.
Ad esempio, a volte capita di fantasticare qualcosa di lontano per sopperire a un'insoddisfazione legata agli incontri reali che fanno parte della propria vita.

Inoltre, potremmo anche chiederci come immagina questa donna, che cosa la attrae, il fatto che sia affermata e importante ha un valore mitico nella sua esperienza?

Queste sono solo alcune delle possibili domande che aprono discorsi interiori, legati alla sua esistenza, per fare luce dentro di sé.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dottore,
la ringrazio per la risposta.
Penso anche io che sia un malumore di passaggio, infatti già parlandone qui il disagio è un poco passato. Non mi butterò più giù e continuerò a inviare domande di lavoro, anche un lavoro non in linea con i miei studi sarebbe ben gradito in questo periodo poiché mi terrebbe occupato e mi garantirebbe autonomia. Ho converito la frustrazione in attività sportiva, in maggiori uscite con gli amici e in hobbies. Anche se devo dire un pò di delusione nel vedere gli altri che si stanno realizzando ce l'ho ancora.
Per quanto riguarda l'infatuazione, ha colto nel segno: mi piace fantasticare su quell'attrice per sopperire a un'insoddisfazione legata agli incontri reali con le donne che fanno parte della mia vita (fortunatamente ho abbastanza amici maschi, non sono proprio un'eremita). Lo faccio anche perchè sono circondato da amici e conoscenti quasi tutti fidanzati. Comunque per poterla avvicinare le ho scritto una lettera (semiprofessionale, non da stalker, nella quale mi complimentavo per le sue doti recitative non nascondendo comunque il fatto che è bellissima) chiedendo l'autografo con dedica e lei non si è negata, inviandomi l'autografo come volevo e anche rispondendomi. Le ho inviato un'altra lettera per risponderle e sto aspettando la sua risposta.
Di lei mi attrae tutto, l'aspetto fisico (è il mio modello di ragazza ideale) e il carattere, per quello che sono riuscito a capire dalle interviste che rilascia. Mi piace la sua umiltà e il suo non sentirsi "diva", in quanto non guida la macchina, non ha autista e bodyguards e nella sua città (una capitale europea, che vorrei visitare per incontrarla) va a piedi o con i mezzi pubblici. Inoltre quando la intervistano è sempre timida ed arrossisce, pur essendo una star. Queste cose di lei mi fanno impazzire, forse il fatto che lei è umile e timida mi fa illudere che sia disponibile a stare con uno qualunque come me, pur essendo famosa.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Non dimentichi di ricercare anche passioni e gratificazioni per se stesso, Marco, ascoltando il suo sentire affinché possa trovare la strada più autentica per sé.

Per quanto riguarda l'attrice, spero che riuscirà ad avvicinarsi a lei, in modo da confrontarsi con la donna reale.

Nel momento in cui lei è stesso, non è uno qualunque.

I miei più cari auguri,
Enrico de Sanctis
[#6]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
La ringrazio sentitamente dottore per le risposte.
Un'ultima cosa: come potrei fare per far passare l'infatuazione dell'attrice? Lasciare che passi?
Non vorrei però cancellarla proprio ma considerarla come considero il mio attore preferito e il mio calciatore preferito, un'ammirazione basata sulla stima e sul talento, con la differenza che lei potrei considerarla come il mio modello di ragazza ideale e stop.

La ringrazio di nuovo,
le invio i miei più cordiali saluti.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Caro Marco, la sua domanda è molto interessante e più complessa di quanto non sembri, poiché può riguardare tanti aspetti della sua vita, che qui abbiamo appena accennato.

Lei dice quando l'attrazione non è corrisposta, bisogna ingoiare il boccone amaro, d'accordo. Così come potremmo dire che innamorarsi reciprocamente è raro. Ma potrebbero esserci altre cose.

Lei infatti parla di un forte desiderio di una relazione sentimentale, di una mancanza di affetto che definisce "cronica", di un senso di confronto verso i suoi coetanei in coppia da cui esce sconfitto.

Questi sono tutti vissuti di cui è necessario tenere conto e approfondendoli dal vivo si avrebbe l'occasione di aprirsi alla narrazione della sua vita.
Ad esempio potremmo chiederci come vede se stesso e che conti fa con i suoi miti. Non è un caso che si definisce "uno qualunque"? In relazione a una star è così, potrebbe dirmi lei, ma nella sua vita in generale lei sa di essere speciale, solo per il fatto di essere se stesso, senza dover dimostrare niente?
Inoltre, potremmo ancora chiederci se possono esserci dei freni, paure o delusioni che bloccano una sua apertura verso l'esterno.

Questi sono solo alcuni esempi di un discorso che deve avvenire dal vivo e può essere un'occasione per guardarsi dentro.

Non possiamo dire in questo caso che deve "lasciare che passi" semplicemente. Questo potrebbe essere tutt'al più vero dopo una separazione in una storia o dopo una perdita di una persona cara.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#8]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dottore, la ringrazio per le suo preziose e puntuali risposte.
Ha colto nel segno il fatto che io mi senta sconfitto nel confronto tra me e i miei coetanei in coppia. Però solo su questo lato della mia vita, quello sentimentale, perché in altri ambiti non ho timori reverenziali e non mi sento inferiore, né superiore, a nessuno. Oltre a sentirmi sconfitto ho anche rabbia, perché vedo gente più brutta di me fidanzata. La mancanza di affetto che provo per la mancanza di una donna al mio fianco è aumentata in questo periodo, dopo che per anni era stata sopita e mi ero concentrato anima e corpo in altre attività. Le faccio un breve excursus: ho passato l'adolescenza non preoccupandomi tanto sul fatto di avere una ragazza, poi verso i 19-20 anni il problema è emerso ed ho cercato di risolverlo stando con delle ragazze per le quali non provavo nulla, lo facevo solo per non essere l'unico senza ragazza, poi negli ultimi 3-4 anni questa voglia di avere una ragazza si era sopita, per poi riemergere adesso.
Personalmente mi vedo una persona normale, non secondo a nessuno, sia nel contesto sentimentale che in altri. Una persona che ha le possibilità come tutti di far innamorare una ragazza e di renderla felice. Come ha detto lei "uno qualunque" mi sento invece nei confronti di una celebrità, ma non nei confronti di persone normali come me.
Se con miti intendeva il mio attore e il mio calciatore preferito non ne sono ossessionato e non li vedo come modelli da seguire a tutti i costi, l'apprezzamento è circoscritto al bel film in cui recita o alla partita in cui ha fatto un bel gol.
La ringrazio di nuovo per le risposte e la ringrazio per la frase "essere se stesso, senza dover dimostrare niente", mi ha aperto un mondo e mi ha dato una grande carica.

Un cordiale saluto.
[#9]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È possibile che l'ambito universitario e lavorativo siano più semplici da gestire in quanto l'impegno e l'applicazione garantiscono risultati.
Diversamente, quando si tratta di aspetti sentimentali, potrebbero emergere possibili difficoltà.

Quindi i risultati all'università arrivano (anche se sarebbe importante chiedersi se sente passione e creatività in quello che fa), mentre "stare con delle ragazze per le quali non provava nulla, solo per non essere l'unico senza ragazza", non ripaga.

I miti sono quelli per le star, ma anche quelli per una vita ideale e prestabilita, ad esempio: studiare all'università, avere una coppia, avere amici, fare sport, fare viaggi e coltivare interessi.

Tutte cose importanti, ma non devono essere fatte per un senso del dovere, per sentirsi sui binari giusti. I binari giusti devono essere caratterizzati anche dalla propria autenticità. Nella coppia lei lo evidenzia, non si può stare insieme a qualcuno senza provare dei sentimenti.

Questo è un discorso che può non verificarsi in ambito lavorativo, poiché anche quando non piace il proprio lavoro bisogna farlo, essendoci aspetti economici e sopravvivenziali di cui tenere conto, ma per il resto sì.

Potremmo dire sinteticamente che il mito è quell'ideale in nome del quale lei deve dimostrare di essere in linea con gli altri, senza badare se è in linea con se stesso e con quello che sente dentro.

Quello su cui nel tempo rifletterei Marco, che a me sembra emergere attraverso il nostro scambio online, è la possibilità di ascoltare e dare spazio al suo mondo emotivo e fare i conti con un aspetto razionale di sé che potrebbe a volte portarla fuori strada.
L'emergere dei vissuti di malessere che l'ha portata a scriverci potrebbe essere un segno anche positivo, come se il suo corpo le desse uno scossone affinché lei possa lasciare emergere se stesso e affermarsi, in quegli ambiti in cui è possibile, con tutta la sua autenticità.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#10]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Ha ragione dottore, nel lato sentimentale ho delle difficoltà, però sinceramente mi sento ormai pronto ad amare, ma non trovo nessuna che mi piace e che mi fa perdere la testa ed innamorare. Mi dicono inoltre che ho degli standard e dei gusti eccessivi, ma io non voglio accontentarmi, non vorrei fare le bambinate immature del passato, ora sono più maturo e preferisco stare da solo che con una donna giusto per far vedere agli altri che sono accoppiato. Quindi vivo in questa perenne situazione da single.

Col mito di trovare l'amore della vita con la quale mettere su famiglia e trovare un lavoro gratificante ci convivo, lo ammetto. E quando mi guardo intorno e vedo tutti realizzati (sarà solo una facciata? sono io che mi preoccupo troppo?) parto a fantasticare una storia con la mia attrice preferita.

Credo proprio che abbia, inoltre, colto nel segno il fatto che, pur non volendo, io voglia dimostrare di essere in linea con gli altri,
senza pensare al mio lato emotivo.

Un'ultima cosa: come posso lasciare emergere me stesso e affermare la mia autenticità?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
La sua riflessione è preziosa, quando dice: "E quando mi guardo intorno e vedo tutti realizzati (sarà solo una facciata? sono io che mi preoccupo troppo?) parto a fantasticare una storia con la mia attrice preferita". In questo caso potremmo chiederci se gli altri sono "mitici" diversamente da lei che è "uno qualunque".

C'è una parte di lei autocritica che mette in dubbio la sensazione che gli altri siano realizzati, e potrebbe essere una parte che sa di idealizzare gli altri. Non so se potremmo dire a fronte di una insicurezza personale di sé.

La parte autocritica apre un varco nelle sue certezze, attraverso le sue domande. Glielo dico perché questo mi consente di rispondere alla sua domanda che ha un grande valore: "Come posso lasciare emergere me stesso e affermare la mia autenticità?".
Lo ha fatto con quelle due domande, Marco è stato autentico nel momento in cui ha dubitato della sua convinzione, che potremmo dire "mitica".

Mi consenta un'osservazione legata a una mia suggestione: nello scritto questa parte di sé autentica l'ha relegata tra parentesi. È un inizio, e piano piano potrà lasciare emergere se stesso, tirando via quelle parentesi, legittimando cioè la sua presenza.

Dal mio punto di vista, affinché questo processo si avvii e diventi stabile ci vogliono tempo, impegno e costanza. È un processo che avviene in una psicoterapia, non è verosimile svilupparlo per conto proprio. Quanto meno le parlo dal vertice del mio orientamento teorico che è psicoanalitico.

"Trovare l'amore e mettere su famiglia, trovare un lavoro gratificante" forse non li definirei un mito, ma un desiderio legittimo, riguarda i suoi valori. So che in questo momento vive un senso di frustrazione, ma io le auguro di realizzare presto ciò in cui crede, come lei dice, "senza accontentarsi".

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#12]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Gentile dottore,
la ringrazio per le diverse risposte che mi hanno aiutato molto. Dopo una settimana questi disagi sono un po' svaniti, anche grazie ai suoi preziosi consulti che mi hanno giovato parecchio. Non so se in questi 7 giorni mi ha aiutato anche il fatto che ho voluto tenermi occupato per tutte le giornate, incontrando amici, facendo sport ed attività ricreative. Insomma, ho tenuto la mente occupata e mi sento quasi tornato alla serenità, all'euforia e alla tanta voglia di fare di un mese fa, appena dopo la laurea. Ho quasi ripreso anche la forma atletica smagliante di 30 giorni fa. Anche i precedenti anni erano stati tranquilli e felici ed ero impegnato in varie attività, non avendo infatuazioni, disagi e il cruccio di trovare una ragazza.
Una cosa volevo specificarle, ma forse l'aveva già capita: l'altra volta che avevo avuto quest'ansia di fidanzarmi, avvenne verso i 19-20 anni, ma era un capriccio dovuto al fatto che tutti avevano la ragazza. Ora, 5 anni dopo, mi sento maturo e pronto per innamorarmi seriamente.
In questi 7 giorni sono stato però scartato per un lavoro prestigioso che mi piaceva molto e indubbiamente il morale un po' mi si era abbassato: mi consiglia di non mollare e di continuare ad inviare domande? Per quanto riguardo il lato affettivo cosa consiglia di fare per trovare una ragazza o almeno smettere di mitizzare l'ideale che ho della coppia?
La ringrazio per l'augurio e l'incoraggiamento che mi ha fatto nel commento di sopra. La ringrazio inoltre per la comprensione che ha avuto nei miei confronti, ma le confesso che ho vissuto la laurea come una vittoria di Pirro: inizialmente è stata una grande gioia ed euforia ma, almeno per ora, di benefici ce ne sono stati pochi e, anzi, stava prendendo le sembianze di una sconfitta. Inoltre non è bello essere l'unico della compagnia sempre solo senza ragazza, non è gradevole non poter contare su nessuno nei momenti di difficoltà e non è piacevole frequentare persone che già parlano di mobili, matrimoni a breve, case da costruire e lavori che gli danno un'indipendenza economica, mentre io non ho nè fidanzata, nè lavoro e vedo il futuro grigio.
Nel ringraziarla ancora una volta le invio i miei più cordiali saluti.
[#13]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
P.S. Cosa mi consiglia di fare per quanto riguarda l'infatuazione dell'attrice? Ci sono giorni in cui non la penso, o meglio, la penso solo come attrice preferita, mentre ci sono giorni in cui mi butto giù se magari leggo qualche gossip che è stata vista con qualcuno oppure si fa delle foto con degli uomini, magari solo parenti o colleghi di lavoro con cui non c'è nulla, come se provassi della gelosia. La cosa è parecchio frustrante, anche perché vorrei stare con lei invece che stare da solo nella mia quotidianità senza ragazze.
La parte razionale di me si vergogna di questa cosa, perché mi fa sembrare poco sano di mente, ma questa cosa la so solo io in quanto gli altri, amici e parenti, sanno solo che mi piace come tipo di donna e come attrice e non sanno che la faccenda è invece alquanto morbosa. Gli amici mi fanno solo battutine profane su di lei, come si fa tra uomini, nulla più.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Mi sembra che stia facendo un suo personale lavoro interiore.
Sento in lei il desiderio di soffermarsi su vissuti intimi e delicati che la riguardano. E questo mi sembra indicare una sua motivazione a guardarsi dentro.

Il nostro dialogo ha toccato alcuni temi importanti relativamente ai suoi stati d'animo, alle tappe della vita, alla solitudine, ai timori per il futuro, al confronto con gli altri, al senso di fallimento, ai miti.
Per poter giustamente sostare intorno alle sue esperienze e ai suoi preziosi interrogativi, che via via emergono, è necessario poter procedere in una sede idonea, con i tempi richiesti. Qui, mio malgrado, non riesco a garantirle lo spazio riflessivo e di scambio relazionale necessario affinché lei possa trarre i dovuti benefici, poiché questo può avvenire esclusivamente dal vivo.

Prima di salutarci, ci tengo a dirle un'ultima impressione leggendo le sue parole.

Quando dice: "L'altra volta che avevo avuto quest'ansia di fidanzarmi, avvenne verso i 19-20 anni, ma era un capriccio dovuto al fatto che tutti avevano la ragazza", vorrei sottolineare che il "capriccio" di fidanzarsi è legato a un suo vissuto di malessere, questo merita massima attenzione e rispetto. Non è un capriccio.

In linea con questo - una coerenza suggestiva che dobbiamo cogliere - emerge un forte giudizio su di sé, relativamente al suo interesse per l'attrice, poiché lei sarebbe "poco sano di mente e morboso".
Possono esserci anche in questo caso complessi vissuti emotivi ed esistenziali che devono essere aperti, per capire cosa succede in lei, che cosa pensa di sé e quale valore dà a se stesso, per trovare la strada giusta per muoversi nel mondo. Non si tratta, quindi, di essere "sani" o "non sani" di mente.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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