Trovare uno psicologo

Salve,
dopo un lungo periodo di gestazione, ho preso la decisione di andare da uno psicologo. Ma sto trovando delle difficoltà infinite: sono studentessa, non ho entrate fisse e vorrei tenere la mia famiglia fuori da questa decisione.
Ho cercato il servizio gratuito dell'università, ma esiste solo di nome perché non c'è più nessuno che se ne occupa.
Mi sono rivolta al servizio pubblico per scoprire che costa quanto un servizio privato (pochi euro in meno).
Sono piena di domande e non so come trovare risposta e spero che qui qualcuno riesca ad aiutarmi:
Come sono le prestazioni dei consultori qualitativamente parlando?
In caso decidessi di rivolgermi ad un privato, il numero delle sedute può tenere conto anche della mia disponibilità economica? Ad esempio una seduta a settimana è decisamente oltre le mie tasche; una ogni due mi lascerebbe totalmente senza soldi; una ogni tre o una al mese sarebbe fattibile, ma mi domando se, con sedute così lontane tra loro, ci sarebbe una vera utilità.
Si può decidere con lo psicologo di trattare una problematica in particolare e tralasciare, momentaneamente, le altre di modo da tamponare una situazione e ridurre i tempi e i costi della psicoterapia?
Mi spiego meglio, so di avere una problematica sessuale importante, ma in ogni tipo di consulto che sono riuscita ad avere online mi è stato risposto che liberare le persone da fantasie sessuali è praticamente impossibile, ma si può solo ampliare lo spettro delle fantasie fino ad includere quelle normali. A me questo non interessa, io vorrei liberarmene, ampliare mi è indifferente, quindi suppongo che qualsiasi risultato in questo senso non mi soddisferebbe. Quindi mi sembra inutile intraprendere una terapia in questo senso, devo farmene una ragione e basta.
Ci sono però degli aspetti della mia vita in cui, credo, che uno psicologo possa invece essermi utile: affrontare le difficoltà e le frustrazioni lavorative, riuscire a sbloccare il mio percorso universitario, etc.
Mi interessa soprattutto imparare a gestire i miei rapporti sociali: ultimamente le mie amicizie e la mia famiglia mi stanno cannibalizzando l'anima.
Io sono una persona silenziosa, tendo all'ascolto, ma gli altri se ne approfittano gettandomi addosso tutte le loro problematiche con la scusa che con me non si sentono giudicat, ma mi stanno consumando. Quando magari provo a parlare io, abituati a sfogarsi senza limiti, lo vivono come un affronto, se dico di avere un problema la risposta è sempre "Sapessi io.", se racconto qualcosa di bello mi ignorano e ricominciano il piagnisteo, oppure commentano dicendo che a loro cose belle non capitano mai. Questo accade anche in famiglia. Mi sto isolando da tutti pur di non sentire tutta questa negatività, e in effetti sto meglio. Ma non mi sembra una soluzione. Così ho pensato che se non posso cambiare gli altri posso cambiare il mio modo di rapportarmi. Uno psicologo saprebbe aiutarmi? Sarebbe disposto ad ascoltare anche le cose belle o solo quelle brutte?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza molti psicoterapeuti lavorano per obiettivi. In alcuni modelli come quelli di tipo strategico, ad esempio, si concordano le priorità. Quindi ciò che chiede è fattibile. Tuttavia deve scendere a patti con la fattibilità di certi progetti. NON può decidere lei, ad esempio, come trattare certi pensieri, deve seguire le tecniche previste per il caso. Altrimenti certe pretese rischiamo di invalidare il lavoro terapeutico.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. De Vincentiis, la ringrazio per avermi dedicato il suo tempo. Mi permetto di farle qualche altra domanda. La psicoterapia di tipo strategico ha un nome particolare? Si può effettuare anche in un consultorio o necessariamente da un privato?
Può farmi un esempio pratico di cosa intende per scendere a patti con la fattibilità di certi progetti?
Cosa significa che non posso scegliere io come trattare certi pensieri? Credo di aver frainteso perché detta così questa frase mi fa pensare alla Cura Ludovico di Arancia Meccanica... Non credo che sarei disposta in nessun caso a rinunciare al potere decisionale su me stessa, figurarsi sui miei stessi pensieri. Se in terapia mi si chiede questo mi sembra chiaro che ho sbagliato anche solo a prenderla in considerazione.
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Utente
Utente
Rettifico il mio precedente intervento poiché ho trovato un suo articolo sui vari tipi di psicoterapia, se non ho capito male gli elementi sui quali ho avuto perplessità sono propri di un approccio strategico, giusto?
Mentre se si trattasse di un'impostazione di tipo cognitivo-comportamentale sarebbe diversa, in un certo senso maieutica (non ne sono sicura, questo è quello che ho capito...), o sbaglio?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
sia la terapia strategica che cognitivo comportamentale sono orientate alla soluzione del problema in modo attivo e lavorano sui presupposti percettivi e cognitivi disfunzionale che lo mantengono in vita.
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Cosa significa in termini più semplici? In che modo avviene questo nella pratica?
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Ho telefonato a tutti i servizi a basso costo che ho trovato, ma ogni volta ho la sensazione di parlare con un muro... Ricevo sempre risposte vaghe e tutte uguali, come se parlassi con dei libri stampati.
Molti rimangono sorpresi quando chiedo informazioni sull'orientamento, come se non si aspettassero questa domanda.
Mi sa che l'unica è parlare de visu con uno di loro, così da poter valutare di persona, come posso fare per scegliere quale e non sprecare i miei soldi e il mio tempo (nonché il loro)? Nessuno di loro mi ha colpito gran che, mi sembrano tutti uguali...
Con che criterio devo scegliere?