Amore terminato o in transizione?

Dottori, il mio ragazzo mi ha lasciata a fine giugno dopo 2 anni insieme,mi disse che non fu una decisione presa dal giorno alla notte,ma che per il mio bene era meglio se ci fossimo lasciati.il giorno stesso in cui mi lasciò,la mattina mi disse che mi amava e il pomeriggio che invece non mi amava più.Inoltre durante tutto quel periodo in cui " pensava",non ha mai smesso di dimostrarmi che a me ci tenesse come sempre.Avevamo una relazione a distanza,in quanto io studio fuori e lui è rimasto a studiare a casa sua.Durante l estate l ho sempre contattato io e ho cercato di fargli cambiare idea,ma non c'è stato verso,ci siamo incontrati solo due volte in discoteca e mi ha fermata lui per sapere come stessi.Il 4 settembre gli ho fatto lasciare una lettera, lui dopo averla letta mi ha chiamata dicendomi che molte parole non se le meritava e che vuole io stia bene senza di lui.Nel pomeriggio l ho convinto a vederci e sono andata a casa sua per parlare,ho tentato di fargli cambiare idea,e quando sembrava mi stesse dando ragione,si convinceva che tutto questo era giusto così.Siamo anche andati a letto insieme,e lui ha avuto tutte le piccole attenzioni e gentilezze che aveva sempre avuto.A me sembrava lui,ma dopo il rapporto però si è messo a piangere definendosi una merda,che non doveva farlo,che ha sbagliato perché non aveva sentito nulla.mi ha detto prima che non gli sono mai mancata senno sarebbe tornato, poi mi ha detto che gli sono mancata e che mi pensa ogni giorno, ma come persona.Mi ha detto che si odia per avermi fatto del male e che non possiamo tornare insieme Perché siamo troppo diversi,mi ha detto che le litigate che avevamo l hanno portato ad allontanarsi da me e che adesso che staremmo ancora più distanti non ha senso ricominciare.Mi ha detto che per la mia felicita farebbe di tutto, che resto una delle persone più importanti della sua vita,che è un **** a lasciarmi andare,ma che deve farlo perche è giusto cosi,non mi ama più e sta bene da solo.non vuole darmi false speranze,e se un giorno tornerà da me dovrà essere sicuro di ciò che prova,non si permetterebbe mai più di farmi soffrire.dice che vedermi star male lo distrugge e che per questo ha preferito non vedermi e non sentirmi per tutta l'estate, perche non mi voleva farmi illudere con messaggi per sapere come stessi fini però a quel momento lì.Mi ha detto di aver sentito un vuoto e un dolore al petto mai provati in vita sua mentre era con me,e che solo il suo migliore amico l ha fatto stare Meglio dopo.mi ha detto che la mia felicità non deve dipendere dalla sua persona perche non saprebbe più cosa darmi,che mi ha dato tutto ciò che aveva,mi ha amata con l'anima e tutto ciò che mi ha detto o ha fatto per me era sentito e voluto,che ha bisogno di stare da solo senza qualcuno al suo fianco.Mi ha detto di non forzare le cose,
che non sa se in futuro potrebbe amarmi e che non vuole lo aspetti, di lasciar fare al destino se è vero che esiste.Non lo sento da quel giorno, cosa dovrei fare?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
il modo più efficace di alimentare la nostra sofferenza è rifiutarci di accettare ciò che ci accade.
Le relazioni di coppia si costruiscono in due e i tentativi di "rianimazione" forzata generano solitamente lo scenari simili a quello che hai descritto.
L'accettazione è un processo che ha dei tempi diversi per ognuno di noi ma non va confusa con la razionalizzazione, non si tratta di "farsene una ragione" ma piuttosto di chiedersi
se non è arrivato il momento di rivolgere l'attenzione al tuo vissuto in modo da offrire uno spazio d'ascolto e di elaborazione delle tue emozioni, anzichè continuare a focalizzarti sull'altro nel tentativo di influenzare le sue scelte.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
Dottoressa, intanto la ringrazio per la sua risposta, ha ragione, io ho cercato in questo periodo di fargli cambiare solo idea perché non accetto la sua decisione, ho fatto l'impossibile per riaverlo con me e lui non ha fatto altro che allontanarsi di più.. Mi ha anche rimproverata di non accettare le sue decisioni come ho fatto delle volte in passato, e ha aggiunto che se una volta si lasciava " convincere o trasportare " dai sentimenti che provava per me, adesso non metterà più in mezzo le emozioni, ma andrà avanti ragionando solo di testa.
Io sto cercando di lavorare su me stessa adesso, sto cercando di stare bene da sola, non lo sento da ormai 15 giorni e non lo contatterò più, mio malgrado sto accettando la sua decisione.. Ma sto male, perché spero sempre in un suo ritorno, riesco a vivere bene, questo si, ma la speranza che col tempo torni su suoi passi non muore mai.. Dovrei arrendermi all'idea Che l'amore sia finito completamente ?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Mi ha anche rimproverata di non accettare le sue decisioni come ho fatto delle volte in passato"

Credo che questo aspetto sia significativo e meriti di essere approfondito, poichè il rispetto dell'altro in una relazione di coppia è fondamentale.

"Dovrei arrendermi all'idea Che l'amore sia finito completamente ?"

Non si tratta di un'idea ma di una realtà che riguarda la scelta del tuo ragazzo, e non i tuoi sentimenti che evidentemente non possono essere trasformati a comando, quando diventano fonte di sofferenza.
Tuttavia questa sofferenza insieme all'aspetto citato all'inizio, possono essere una preziosa opportunità per mettersi in discussione e imparare qualcosa su di te che ti aiuterà a non rivivere un "copione simile" in una futura relazione di coppia.
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Utente
Io l'ho sempre rispettato dottoressa, sempre, è solo che caratterialmente non sono una Che sta zitta, e invece avrei dovuto.. La sua situazione familiare è strana, non va d'accordo con i suoi, infatti io la mamma non l'ho conosciuta e il papà l'avrò visto 6 volte in due anni.. Sua sorella ha sofferto di anoressia e ne sta uscendo e loro due non hanno rapporto, sin da piccoli lui ha sempre vissuto sotto la sua ombra.. Era sempre un passo dietro a lei, più si sforzava di raggiungerla e meno ci riusciva.. Il padre poi, l ha sempre trattato da " pecora nera", non volevo mai lasciargli la macchina per venire da me, o soldi per portarmi fuori a cena o al cinema, e lui si sentiva sempre in difetto per questo..lo definiva uno scansafatiche.. Io non ho mai fatto caso a queste cose.. E lui mi ha sempre ringraziata per essere " la cosa bella della sua vita" . l 'Università poi, ha deciso di studiare da casa quest'anno ed è riuscito a dare solo due esami trovandosi un anno indietro.. Io l ho spronato sotto questo punto di vista, ma in maniera sbagliata, pensavo che con parole forti avrebbe reso di più, invece lui si è visto attaccato anche da me che ero la sua via di fuga da tutto il resto..
Ho fatto il possibile Per rispettarlo magari sbagliando.. E adesso che ho compreso i miei errori è troppo tardi.
Suo padre addirittura, non conoscendomi gli ha detto che da quando mi ha lasciata è come se avesse perso " un faro di luce" , la persona che lo rendeva migliore, che adesso è totalmente diverso..
Io so che sbaglio dottoressa, ne sono consapevole, ma mi sento così in colpa.. Avrei potuto sistemare le cose ma ero cieca, adesso che vorrei fargli capire che ci sono, come ci sono sempre stata, e mi fa male doverlo lasciar andare così..
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"ero la sua via di fuga da tutto il resto.."
"come se avesse perso " un faro di luce" "



Gent.le Ragazza,
quello che descrivi non sembrerebbe un rapporto di coppia sano ma un rapporto di dipendenza affettiva.
A tal proposito ti suggerisco la lettura di questo articolo:

http://www.psicoterapeuta-pescara.it/psicoterapia-di-coppia/dipendenza-affettiva.html

"Io so che sbaglio dottoressa, ne sono consapevole, ma mi sento così in colpa.. Avrei potuto sistemare le cose ma ero cieca"

Temo che si tratti di una convinzione (se c'è una difficoltà nella coppia io devo risolverla) non di una consapevolezza .
La conflittualità, in un rapporto di coppia non si risolve con la sopportazione e/o la condiscendenza di uno dei partner, nella relazione con il partner bisogna uscire dalla logica "io vinco, tu perdi" o viceversa, nella coppia si vince o si perde insieme.
Se rileggi quello che scrivi, noterai che continui a parlare di lui e non di te, oltre a dare per scontato che tu dovevi salvare il tuo ex ragazzo da questo "inferno" familiare, assumendoti una responsabilità che non può essere tua, altrimenti diventa un rapporto malsano caratterizzato dalla dipendenza affettiva e, come hai vissuto tu stessa, da una notevole conflittualità che rivelava tutta la disfunzionalità di questo rapporto.
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Utente
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Quindi secondo lei da parte sua non si trattava di amore ma solamente di dipendenza affettiva ?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Non posso esprimere giudizi a riguardo, mi sono limitata ad evidenziare degli aspetti che a mio avviso sono significativi ma che andrebbero approfonditi in un contesto adeguato anzichè giungere a conclusioni frettolose.
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Utente
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D'accordo grazie mille
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Grazie a te per averci scritto, leggere la tua esperienza può essere di aiuto anche agli altri utenti.
In bocca al lupo per il tuo futuro.
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Utente
Utente
La ringrazio tanto dottoressa, ho anche letto l'articolo che mi ha mandato e mi sono resa conto che al contrario di come pensavo, ero/sono io ad avere avuto una dipendenza affettiva nei suoi confronti.. io avevo bisogno di lui costantemente e se non poteva esserci me la prendevo.. Non riuscivo più a stare un intero pomeriggio senza sentirlo, mi dava tutta la libertà di cui avevo bisogno, io facevo finta di farlo. Se era impegnato in altre cose e non mi sentivo calcolata ci stavo male, iniziavo a farmi paranoie e di conseguenza le facevo notare a lui nei momenti meno adatti. Mi sono sempre nascosta dietro i suoi problemi familiari per non guardare i miei, quando lui non mi ha mai fatto pesare la situazione, anzi insieme riuscivamo sempre a sistemare le cose e ad aiutarci. Quando i miei si sono separati lo scorso anno è stato l'unica persona che mi è stata vicino, non mi lasciava un attimo, ha fatto il possibile per me, ha messo la mia felicità sopra la sua, si è fatto in 4 per farmi stare bene e non farmici pensare. Mi ha sempre detto che insieme stavamo crescendo e stavamo migliorando e io mi fidavo di lui così come lui lo faceva con me.. Gli ho detto più volte che mi aveva delusa per le mancate attenzioni quando in realtà non era così, non l'ha mai fatto. Ero alla ricerca disperata di attenzioni, quelle che avevo non mi bastavano mai.. Sono diventata dipendente da lui quando mio padre è andato via di casa, è questa la verità.. quando il primo anni di fidanzamento papá era a casa, io sono stata diversa con il mio ex, eravamo felici davvero, senza problemi o paranoie, ci completavamo.. ma dallo scorso anno mi sono attaccata a lui in una maniera quasi morbosa, avevo paura di perderlo così come è successo con Mio padre, e non mi sono resa conto che i miei comportamenti ossessivi non facevano altro che allontanarlo.. Non è mai stato lui, lo sto notando anche adesso, ha ricominciato, sta bene, io invece no, sono ancora legata a lui da un cordone ombelicale.. Sono sempre stata io.. non ho mai ammesso che la separazione dei miei mi ha distrutta, facevo finta di essere forte, ma non è così, puntavo tutto su di lui e adesso che non c'è più mi sono persa..
La ringrazio veramente tanto, con quell articolo mi ha aperto gli occhi, d'ora in poi sarò migliore per me stessa, non commetteró più questo errore e sopratutto, amerò senza dipendere più da nessuno se non da me stessa.
Ancora grazie..
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"non ho mai ammesso che la separazione dei miei mi ha distrutta, facevo finta di essere forte"

Lo hai appena fatto è questo è il primo passo in un processo di autoconsapevolezza e di crescita personale prezioso anche se doloroso.
Sono contenta di esserti stata d'aiuto ma ti invito a non sottovalutare la delicatezza della tua ferita emotiva che meriterebbe di ricevere l'attenzione che finora hai cercato nel tuo ragazzo, all'interno di una relazione terapeutica.
Le tue parole rivelano una presa di coscienza importante che segna l'avvio di un processo di cambiamento.
Al fine di darti qualche "strumento " che possa aiutari ad approfondire il dialogo con te stessa ti suggerisco la lettura di questo libro:
"Dipendenza e controdipendenza affettiva:
dalle passioni scriteriate all'indifferenza vuota" di
M. Borgioni.
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Utente
Utente
Grazie tante dottoressa.. Grazie davvero
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