Per favore aiutatemi, non riesco ad accettare di avere questo problema!!

Salve dottori, vi spiego... Sono un ragazzo di 20 anni, fin dalla nascita ho avuto la tendenza a somatizzare fortemente lo stress sul corpo (contorsione dello stomaco, muscoli tesi, gola chiusa, in casi estremi anche attacchi di panico).
E ho sempre pensato, come disse anche il mio primo psichiatra, di avere l’ansia, che ho curato quasi totalmente con l’Entact.

Ieri sono andato da un nuovo psichiatra a cui ho raccontato molto della mia vita, del mio modo di pensare, e lui si è detto sicuro che io non soffra semplicemente di ansia, ma di un disturbo ossessivo compulsivo di PERSONALITÀ.
Cioè la tendenza ad essere perfezionisti, rigidi, avere forti valori morali e pretendere che le cose vadano come voglio io, essere calcolatore, metterci un sacco di tempo per prepararmi per apparire al meglio, non accettare un fallimento, un rifiuto e così via...

Beh, corrisponde al 100% al mio carattere, il fatto è che io sono sempre andato FIERO di questa mia tendenza caratteriale, anzi ho sempre preferito essere così e non una persona “passiva”, ho sempre apprezzato il fatto di essere uno dei pochi (tra i miei coetanei) a ragionare su tutto quello che fa, ad impegnarsi ad essere coerente, a dirmi che una cosa devo riuscire a farla e basta senza ammettere un fallimento. E a dire il vero, per quanto questa tendenza mi abbia portato stress, mi ha anche portato a raggiungere molti miei obiettivi, mi ha dato determinazione, precisione, forza. E ne sono sempre stato fiero.

Ora che scopro che tutto questo non è la mia personalità, ma solo un disturbo che devo anche eliminare, mi sento umiliato, confuso. Come se dovessi annullare me stesso, la mia crescita, per andare dove? Verso che personalità? Se tolgo questo, ho tolto tutto ciò che mi rappresenta, che mi ha dato forza, ma allo stesso tempo non accetto neanche di rimanere un “disturbato mentale”.
Sono dannatamente confuso...
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

ogni caratteristica del proprio modo di essere presenta aspetti positivi e negativi, la STESSA caratteristica.

E dunque se i tratti che Lei elenca Le hanno permesso di raggiungere certi obiettivi a cui Lei teneva, quella è stata la loro utilità.
Tuttavia fa pensare il fatto che fosse il corpo a doverLe parlare di bisogni o disagi più profondi (attravero le somatizzazioni),
segno che nonostante tutta la Sua riflessione certe istanze non venivano raccolte ad avevano la necessità di esprimersi attraverso il corpo.

Ora occorrerà qunque lavorare su di sè (non solo i farmaci, dunque),
al fine di mantenere certi aspetti che risultano funzionali
e di rendere flessibili certe rigidità.
Mi pare di capire che sia ciò che Le ha proposto alo psichiatra.
Un percorso con un/a psicologo/a che sia anche psicoterapeuta, Le sarà di grande aiuto.

Saluti cordiali.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa!
Però fatemi capire una cosa, questo mio modo di pensare fa parte del mio carattere o del disturbo?

Per farvi capire che intendo, vi faccio un esempio con un’altra malattia: una persona schizofrenica fa dei ragionamenti deviati non a causa del suo carattere ma a causa della malattia, giusto?
Un ossessivo compulsivo, probabilmente, fa mille volte un’azione non a causa del suo carattere, ma perché si sente costretto (suppongo, poi non so come funziona).

Invece, nel mio caso di disturbo della personalità ossessivo compulsivo, a me sembra di fare tutto coscientemente, è frutto di una mia crescita personale, anche della bassa autostima che ho avuto in passato e del fatto che una volta sono stato lasciato a favore di un altro ragazzo (diciamo tradito), che mi ha fatto decidere di mettere il massimo in ciò che faccio.

Insomma, è l’espressione di un carattere evolutosi con la crescita personale (positivo o negativo che sia...); oppure è l’espressione soltanto di un disturbo?


Ultimissima cosa, si il mio psichiatra oltre ad un farmaco (mi ha tolto l’Entact per darmi il Fevarin, farmaco molto simile e sempre appartenente alla categoria SSRI, ma più indicato per gli ossessivo compulsivi), mi ha indicato anche una psicoterapia.

Va detto però che il mio vecchio psichiatra mi aveva indicato una psicoterapia cognitivo comportamentale, indicandomi il nome di una psicologa sta studiando alla Beck, invece questo nuovo psichiatra mi ha indicato la psicoanalisi (in pratica quella freudiana).

Secondo voi quale dei due percorsi dovrei scegliere? Cioè quali dei due fa più al caso mio?
E riguardo i farmaci, so che non siete psichiatri, ma lo trovate condivisibile questo cambio? Grazie!! :)
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


La risposta sta in #1, che forse va riletta con attenzione.

Riguardo alla psicoterapia e all'orientamento preferibile,
se la diagnosi è esatta,
tra le due indicateLe ritengo più adatta la terapia cognitivo-comportamentale.

Saluti cordiali.

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille, si in effetti dalla risposta #1 già si intuiva.
Comunque ok, proverò a chiedere al mio psichiatra se posso fare una terapia cognitiva comportamentale, ma nel caso lui insistesse con la psicoanalisi cosa dovrei fare? Cioè, quali sono le differenze tra le due?

(Questa è l’ultima domanda, poi non vi disturbo più, grazie mille!!).
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

le allego una mini-guida per farsi un'idea su alcuni dei più diffusi approcci psicoterapeutici:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Tuttavia riguardo alla maggiore efficacia dell'uno rispetto all'altro la discussione è aperta;
al riguardo - se Le interessa - può leggere:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/7352-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-e-realmente-la-piu-efficace.html
Le servirà anche per decidere come interagire con lo psichiatra.

Rispetto all'abbinamento di farmaco- e psicoterapia nei casi di disturbi resistenti, allego
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html

Buona lettura.

Se scaturisce qualche riflessione, si rifaccia vivo.