Andando avanti

Gentili dottori,
Sono una studentessa di medicina,vi scrivo per chiedervi un parere riguardo una situazione che si protrae da un po’ di tempo e mi attanaglia quotidianamente.
Sono sempre stata una ragazza molto studiosa, ho sempre ottenuto brillanti risultati,e mi ha da sempre caratterizzato la precisione e la mania del perfezionismo.
Ho frequentato il primo anno di medicina e sono sorti i primi problemi.
Stavo preparando il primo esame più impegnativo ma a causa del mio desiderio quasi ossessivo di sapere tutto e alla perfezione non riuscivo mai a sostenere l’esame.
Le cose sono andate sempre peggiorando fino a quando mi sono bloccata del tutto e non riuscivo più a studiare.
L’anno scorso ho deciso di trasferirmi presso un’altra università sperando che questo potesse aiutarmi.
Con molta difficolta sono riuscita a sostenere i primi esami,cercando sempre di lottare contro un’ansia che mi paralizzava. Andando avanti,le difficoltà aumentavano e con esse anche l’ansia.
In questo periodo il problema è venuto fuori in maniera più intensa e ho preso ancora più consapevolezza dei miei comportamenti durante lo studio.
Da quando inizio a preparare un esame,non riesco mai ad affrontarlo con serenità,voglio trascorrere tutta la giornata in casa a studiare,fino a prima di andare a dormire perchè uscire mi fa sentire in colpa e fare qualsiasi attività risulta come tempo perso,sottratto allo studio e per questo non riesco a stringere amicizie. Ultimamente sto studiando una materia dalle dispense e ogni volta che leggo una pagina ho paura che ci possa essere un errore, allora confronto con le slides e internet.Tutto questo non lo faccio mai con serenità ma è sempre una fortissima ansia che mi porta a farlo. Anche dopo aver controllato tutto il programma,avverto un bisogno irrefrenabile di dover ricontrollare di nuovo tutto. Mi è capitato anche di verificare un concetto sulle slides e subito dopo sentire come una voce che mi diceva “e se nn hai controllato bene?ricontrolla. Soltanto cosi riuscivo a calmarmi. Quando il mio ragazzo mi ha sottratto le slides,sono entrata quasi in crisi,dovevo vederle per forza in quel momento,una droga. Ripeterei una stessa pagina tante volte e quando leggo ho sempre la sensazione di nn aver letto bene e di voler rileggere.Tendo a imparare tutto a memoria,per paura di sbagliare e quando sono costretta a rielaborare entro in panico perchè mi vengono in mente diversi sinonimi e non so quale scegliere e lo stesso vale per quando nn capisco un concetto.In questi momenti avverto una forte tachicardia,tremore,nausea. Qualche giorno fa ho trascorso ben 7 ore su due pagine perché dovevo trovare il modo migliore per ripetere i concetti e ho visto compulsivamente vari libri e internet. Spesso mi sveglio durante la notte e a volte mi sembra di ripetere nel sonno.Tutto questo mi porta a sentirmi sfinita e frustrata.
Cosa mi consigliate di fare?
Vi ringrazio.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
comprensibilissimo che lei si senta frustrata e sfinita, dato il grande spreco di tempo, energie e i risultati nello studio non sempre corrispondenti all'impegno profuso.
Data la pervasività e la persistenza nel tempo del disagio esposto(che sembrerebbe ascrivibile a un disturbo di tipo ossessivo) che inficia non poco la sua quotidianità, sarebbe auspicabile una valutazione specialistica diretta per cure adeguate.

In genere questi disturbi vengono affrontati in modo efficace con la psicoterapia talvolta abbinata a trattamento farmacologico (di stretta competenza medica -Psichiatrica), secondo il caso specifico e previa diagnosi diretta.

Non lascerei passare altro tempo, si dia la possibilità di recuperare il suo benessere e affrontare lo studio con serenità.

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Lei pensa che in questi casi generalmente possa bastare la psicoterapia o occorre comunque una consulenza psichiatrica?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
In linea generale le ho già risposto, la valutazione specialistica diretta è il primo passo.
Si può ad esempio rivolgere a un nostro collega che provvederà a inviarla anche a uno psichiatra se ne ravvedesse la necessità.