Diminuire sedute psicoterapeutiche

Buongiorno,
Sono una ragazza di 23 anni e da 2 anni abbondanti mi sottopongo a sedute psicoterapeutiche presso una psicologa della città in cui vivo. Il motivo iniziale per il quale mi ero rivolta a questa figura era uno stato ansioso costante che mi affliggeva da qualche mese, accompagnato dalla presenza di pensieri ossessivi che ostacolavano la maggior parte delle attività che richiedevano una certa concentrazione (soprattutto lo studio).
Il percorso terapeutico è stato molto positivo, e nel corso dei mesi ho percepito un graduale ma netto miglioramento, al punto che da qualche mese a questa parte mi ritrovo a non riscontrare più la maggior parte dei sintomi iniziali.
Il problema è che, nonostante il miglioramento mi appaia palese, la mia psicoterapeuta non ha mai espresso la propria opinione riguardo esso: ovviamente asseconda ogni argomento che porto e conferma le mie affermazioni quando dico di sentirmi migliorata sotto molti punti di vista (anche il rendimento universitario lo dimostra chiaramente), ma non ha mai ipotizzato una prossima fine del mio bisogno di continuare le sedute.
Mi trovo molto bene con lei, e non ho alcun dubbio circa la sua professionalità, ma non ha mai accennato alla possibilità di diminuire la frequenza delle sedute (abbiamo sempre mantenuto un appuntamento a settimana di base), nonostante ultimamente capiti spesso che durante gli appuntamenti io non sapessi nemmeno cosa dire e stessi per molti minuti in silenzio, ed che fosse essa stessa a dovermi incalzare con qualche domanda.
studio da fuori sede, a circa un’ora di treno dalla mia casa natale, e ogni settimana devo accordarmi per perdere un giorno di lezioni perché l’appuntamento con la psicoterapeuta viene fissato al lunedì, oppure devo prendere due treni in più degli usuali per tornare a casa in settimana, fare la seduta e poi tornare nella città in cui studio. Ultimamente, quando propongo di fissare l’appuntamento successivo per due settimane dopo, la mia psicoterapeuta si mostra leggermente scocciata e dice “nella psicoterapia è fondamentale la costanza del trattamento”, facendo capire chiaramente che per lei diminuire la frequenza delle sedute sarebbe deleterio.
Ovviamente anche il fattore economico mi pesa parecchio, Perchè i miei genitori continuano a darmi totale libertà sotto questo aspetto ma non vorrei approfittarmene troppo.
In conclusione, non vorrei scontrarmi con la mia psicoterapeuta su questo argomento perché non voglio mettere in dubbio la sua competenza e professionalità riguardo il mio bisogno di continuare a fissare una seduta a settimana, ma allo stesso tempo non so se sia conveniente per me continuare a ritenere scontato che lei abbia ragione. Chiedo quindi un vostro consiglio. Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(...)la mia psicoterapeuta si mostra leggermente scocciata e dice “nella psicoterapia è fondamentale la costanza del trattamento”, facendo capire chiaramente che per lei diminuire la frequenza delle sedute sarebbe deleterio. (..)
gentile utente lei (lei che scrive) può decidere la realtà di un miglioramento.
Se il motivo per il quale si è recato in terapia non le crea più disagio, se è in grado di affrontare le cose da solo se non ha impedimenti emotivi per fare il suo lavoro e i suoi studi e se a questo si aggiungono problemi economici lei non può rimanere incastrata in un lavoro terapeutico che non vuol fare o meglio, che vorrebbe rallentare.
Quindi nessuno può impedirle, se lo vuole, di allargare le sedute o di prendere una pausa.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

se non riesce ad essere con la Sua terapeuta altrettanto esplicita che con noi,
piò mostrarle la stampa della Sua richiesta qui.

Vi aiuterà a chiarire il perchè la professionista non aderisca alla Sua richiesta.

I Colleghi (noi) possono fare solo ipotesi,
i motivi veri li sa l'interessata.

Saluti cordiali.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio entrambi i dottori per la celere risposta.
Seguirò il vostro consiglio e cercherò di parlare più chiaramente alla Terapeuta nella prossima seduta, la mia unica preoccupazione è che un suo ulteriore rifiuto mini la fiducia nel nostro rapporto (che so essere una delle chiavi nella psicoterapia). Ho paura che le insite motivazioni per il suo diniego alla possibilità di allargare le sedute siano che, essendo essa disponibile solo dal lunedì al giovedì, abbia bisogno di pazienti con presenze costanti per coprire al meglio tutte le giornate lavorative; ma d'altra parte credo di non poter continuare ad ignorare le mie necessità.
Vi ringrazio ancora per la risposta
Cordiali saluti
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Saluti cordiali.


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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
"Ho paura che le insite motivazioni per il suo diniego alla possibilità di allargare le sedute siano che, essendo essa disponibile solo dal lunedì al giovedì, abbia bisogno di pazienti con presenze costanti per coprire al meglio tutte le giornate lavorative"

Gentile Utente,

la logica per iniziare o concludere un trattamento di cura NON può nè deve essere il bisogno di pazienti!

Se gli obiettivi terapeutici fissati all'inizio della terapia sono stati raggiunti, non c'è motivo di continuare, perchè non ha senso andare oltre. In psicoterapia bisogna esplorare ed eventualmente sistemare solo ciò che non funziona o che genera sofferenza e non tutto ciò che va già bene.

Ma chiarisca con il terapeuta ciò che sente e qual è il Suo bisogno, chiedendo spiegazioni se dovesse rifiutare di fissare la fine della terapia.

Cordialmente,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica