Presunta omosessualità

Buonasera, sono angosciato per la sua situazione psicologica. Premetto che da sempre ho convinzione di essere gay, in maniera infondata. Non ho mai avuto rapporti omo o fantasie o desiderio. Ma continuo a vivere questo problema con angoscia e ogni segnale lo interpreto come una presunta omosessualità. In particolare, sono 3 le cose che non ho mai capito

A. Premesso che mio padre ci ha abbandonati quando avevo 8 anni, quindi potrebbe essere influente, provo a livello affettivo sentimenti maggiori per gli uomini che per le donne. Cioè, voglio più bene a un uomo che a una donna. Se conosco un ragazzo e una ragazza tendo a voler fare amicizia con lui che con lei. Ma non si tratta di timidezza, non lo sono affatto. Però non si tratta di attrazione fisica o mentale ma affettiva. Nei periodi più tranquilli lo imputo al fatto che essere stato abbandonato da piccolo sia la causa è cerco la figura maschile che non ho avuto (infatti avviene sempre con persone più grandi o che reputo più forti di me). Il problema è che mi vengono dubbi legati al fatto che potrebbe trattarsi di ricerca maschile (anche se ricerca non è) legata a omosessualità.

B. Spesso ho letto "se immagini il tuo futuro con una donna, se vuoi una storia con una donna, sei etero". Ecco, il problema è questo. Non immagino il futuro con un uomo. Ma non mi piace neanche immaginarlo con una donna. L'idea di avere una storia con una donna non mi piace, di sentirmi legato a una donna, di condividere la vita con la donna, non mi stimola, anzi non mi va. Preferirei andare a convivere con amici piuttosto che con una donna. Certe volte penso che forse è dovuto alla mia paura o al fatto che non sono innamorato di nessuna, però le mie storie (2) sono sempre andate male tanto che mi hanno fatto aumentare il dubbio: la prima non l'ho mai amata nonostante 4 anni di fidanzamento. La seconda, siamo stati insieme un anno e l'ho corteggiata e sofferto molto per lei, ho persino cambiato città per non perderla. Ma quando lei ha dichiarato il suo amore e il nostro fidanzamento è diventato ufficiale in me si è spento tutto. Anzi, non mi piaceva l'idea che la gente sapesse fossimo una coppia. Tuttavia, ho avuto una cotta per una ragazza una volta, durata una settimana in cui credo sia stata la settimana più bella della mia vita. L'avrei sposata subito. Ma poi lei mi ha mollato, quindi non so se sarebbe finita come la mia seconda storia.

C. non provo attrazione per la vagina, non è una parte del corpo che mi stimola. Tutti i miei amici parlano come se fosse una pietra preziosa, a me non piace per niente.
So benissimo che la mia ossessione ha cambiato la mia vita e il mio modo di vedere le ragazze e i ragazzi rispetto a quando non avevo questa paura. Ma mi chiedo, qual è il confine tra ossessione e repressione?Perché tutte le volte che penso a quello che succede sento una voce dentro di me che dice di rassegnarmi e di accettare che sono gay. E quindi cerco di reprimerla, ripetendomi continuamente che sono etero?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
ciò che emerge dalla sua esposizione è la difficoltà di avere relazioni durature , una perdita di interesse quando in qualche modo il cerchio si stringe con la conseguente rottura del legame.
Una storia familiare dolorosa problematiche con la figura paterna che sembra ricercare nelle sue relazioni amicali e generatrice di dubbi riguardo al suo orientamento sessuale.
Dubbi che riporta anche al punto C e che sembrerebbero avere a che fare con dinamiche di tipo ossessivo, tanto più che apre dicendo questo
<sono angosciato per la situazione psicologica. Premetto che da sempre ho la convinzione di essere gay, in maniera infondata. Non ho mai avuto rapporti omo o fantasie o desiderio.>

Data appunto la condizione di sofferenza in cui transita per i motivi suddetti sarebbe opportuno si rivolgesse a un nostro collega per ritrovare migliore benessere personale e relazionale.
Intanto può leggere qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/790-e-se-fossi-omosessuale.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta, dottoressa. Ho intrapreso un percorso di psicoterapia, da poco. Purtroppo nutro scarse speranze, forse perché ancora non vedo risultati (comunque ancora ho cominciato da pochissimo). Non riesco ad aprirmi come vorrei perché quando ne parliamo ritorna la parte di me che mi dice di essere gay, una parte che mi terrorizza.

Quello che mi chiedo è, tra le tante cose: ma un'ossessione può trasformare la mente e dare la percezione di quello che in realtà non è? O meglio, so che nelle psicosi è così, ma la mia non è una psicosi. È solo una paura che si è trasformata in una parte di me che ne è convinta. Può lo stesso alterare la realtà?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Mi fa piacere che la risposta sia stata comprensibile nonostante mancasse una parte di testo preso dal suo post (spazio bianco tra paragrafi) che provo a riportare qui < da sempre ho convinzione di essere gay, in maniera infondata. Non ho mai avuto rapporti omo o fantasie o desiderio. Ma continuo a vivere questo problema con angoscia e ogni segnale lo interpreto come una presunta omosessualità.>

Ha fatto bene a rivolgersi a un nostro collega, a lui dovrebbe porre ogni domanda poiché ogni sovrapposizione da qui potrebbe essere fuorviante.
In ogni caso le segnalo questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa, avrei un'ultima domanda da farle riguardante l'approccio alla psicoterapia che sto affrontando. Non conoscendo nessuna psicologa personalmente, un mio caro amico medico mi ha consigliato una ragazza che lui conosce. Tuttavia, ho letto molto su questo sito e ho scoperto che non esiste un solo tipo di psicoterapia, ma diverse scuole e tecniche che sono più efficaci per determinati problemi rispetto ad altri. La dottoressa da cui vado io adotta una terapia sistemico razionale. Sinceramente non sono molto esperto, ma da quel poco che ho letto non sembra essere compatibile col mio problema. Lei, in quanto esperta, può dirmi se dovrei cercare un'altra con un diverso approccio o va benissimo anche lei, dato che ormai ho cominciato? Non vorrei magari sentirmi come se per curare una bronchite andassi dal nefrologo. Grazie mille.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile utente non deve farsi influenzare da ciò che ha letto sugli approcci ma da ciò che sta ottenendo da questo.
Se c'è un problema legato alle sue relazioni allora l'approccio che segue è corretto. Tutto dipende dai risultati che otterrà.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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