Rapporto con l'altro sesso e dimensioni del pene ridotte

Salve gentili medici, per l'ennesima volta vi scrivo per una mia ossessione che mi sta precludendo una serena vita sessuale e generale.

Sono un ragazzo piccolo fisicamente, basso e magro, anche se mi alleno moltissimo e ho un bel fisico, ma questa cosa già di per se mi fa soffrire essendo ossessionato con il concetto di virilità e mascolinità e da un ideale di "uomo" da cui mi ritengo obiettivamente troppo distante per i miei gusti. Questo mi porta spesso a sentrimi a diasagio in contesti socio-relazionali e soprattutto con le donne, perchè semplicmente non mi sento abbastanza uomo spesso e ciò è legato molto al mio aspetto fisico, perchè invece come mentalità e per come mi sento dentro mi ritengo abbastanza uomo, ma ritengo che il mio aspetto fisico non corrisponda a quello che mi sento dentro.
Sono molto spesso invidioso degli altri uomini/ragazzi perchè li vedo più alti e grossi di me, più prestanti e quindi...più mascolini/virili, e mi chiedo perchè mai una ragazza/donna debba preferire me agli altri. So che le donne sono molto attratte dalla mascolinità e dall'uomo che trasmette virilità, giustamente, e anche io ammiro un uomo così, perciò questo mi porta a non sentirmi all'altezza di stare con una ragazza che mi piace e che ritengo una bella ragazza, perchè penso di non essere abbastanza per lei e quindi, in sostanza, di non meritarla.
Inoltre, ad aggravvare a situazione, possiedo un pene di dimensioni ridotte (in erezione 14-15 cm; circonferenza: 10,5-11 cm), più che altro per quel che riguarda lo spessore, è molto sottile. Questo rappresenta un unlteriore punto a mio sfavore, perchè so che comunque una donna è attratta da un pene di buone dimensioni, mentre il pene piccolo non piace e non eccita visivamente e nel toccarlo. Inoltre credo che con una circonferenza così ridotta non sia in grado di dare molta sensazione al momento della penetrazione, e quindi di non dare piacere. Cioè credo che quando lo metto dentro la donna in questione senta troppo poco, o addirittura niente.

Perciò questo mi causa preoccupazione e depressione, perchè so che purtroppo non posso farci nulla, sono nato così e non posso cambiare certe caratteristiche fisiche. Questo mi porta a evitare relazioni o comunque a provarci con una ragazza che mi piace perchè penso di non avere abbastanza da offrirle e di non meritarla, perchè non sono abbastanza uomo da attrarla e poterle poi dare piacere sessuale.

Penso spesso al suicidio perchè non mi voglio accontentare di una vita triste da sfigato, e allo stesso tempo non posso cambiare queste cose. Ultimamente sto anche considerando l'uso di steroidi anabolizzanti per incrementare il più possibilie la mia forza e massa muscolare, il che mi farebbe sentire più uomo e quindi molto meglio, e in qualche modo compenserebbe le mie dimensioni ridotte.
Non sono disposto ad accettare una vita da sfigato, snobbato dalle donne, quindi o me la rischio oppure preferisco non vivere proprio.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

comunica un senso intenso di disagio per il suo aspetto fisico. Mostra di avere un ideale e di non corrispondervi nella realtà. Questo può generare un vissuto di malessere, come lei testimonia.

Mi sento di lasciarle due riflessioni in questa sede. La prima riguarda l'importanza di confrontarsi con alcuni elementi legati alle dimensioni del pene ad esempio, così come al mondo femminile e alla sua sessualità.
In tal caso mi sento di dire che abbia ricevuto già importanti informazioni nei precedenti consulti nonché, immagino, attraverso la visita andrologica.

Queste informazioni sembrano non essere sufficienti per lei, che sente comunque un malessere interiore. Il fatto cioè di essere nella media e il fatto che la sessualità femminile non richieda una dimensione superiore alla media, sono elementi che possono rassicurarla da una parte, ma dall'altra la lasciano insoddisfatto ugualmente.

Con questa prima riflessione, che ho voluto suggerirle, intendo anche proporle l'importanza di sganciare il suo desiderio di essere fisicamente diverso dalle sue caratteristiche di personalità. Non sono semplicemente l'altezza, la muscolatura, la dimensione del pene a rendere virile un uomo.

La seconda riflessione è in verità un interrogativo che le propongo, affinché possa confrontarsi, nel caso ne sentisse l'opportunità. Questo interrogativo riguarda il suo mondo interiore.
Leggendo il suo racconto, mi sono chiesto se non ci sia dentro di sé qualche insoddisfazione personale, magari legata alla sue esperienze di vita, all'area degli affetti e delle relazioni ad esempio. Potrebbe esserci qualche ferita dentro di sé, che ha lasciato dei segni?

Se avesse voglia di parlarne, posso anche chiederle se ha avuto occasione di conoscere qualche ragazza che le piaceva, magari che le faceva battere il cuore specialmente, avvicinandosi anche dal punto di vista sessuale?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Attivo dal 2017 al 2021
Ex utente
Per quanto riguarda la prima riflessione: il fatto è che in realtà io mi ritrovo ai limiti inferiori della media, infatti ripeto la circonferenza è abbastanza ridotto rispetto alla media. Questo ho avuto modo di constatarlo anche negli spogliatogli delle palestre, il mio pene infatti risulta visibilmente più fino rispetto a quello di tanti altri uomini, nella maggior parte dei casi.
Rientro comunque nella norma, però è un pò come il discorso dell'altezza. Per le donne l'uomo alto è attraente, la media italiana si aggira intorno a 1.75 m, perciò se uno è alto 1.65 è da considerarsi nella norma, ma è comunque basso e per una donna nel 90% dei casi risulterà meno attraente rispetto ad uno alto 1.80. Se al soggetto in questione aggiungiamo anche un pene di dimensioni nella norma, ma ridotte, ecco fatto che le possibilità di risultare attraente per una donna e di avere una serena vita sessuale e relazionale diventanto minime. Purtroppo sembra un discorso superficiale, legato ai numeri, ma purtroppo è la realtà dei fatti.

Riguardo la seconda domanda: non c'è una ferita in particolare che io possa ricordare, ma attualmente posso ritenermi insoddisfatto sotto ogni fronte della vita: relazionale/sessuale, lavorativo/accademico, familiare, sportivo ecc...

Per quanto riguarda l'ultima domanda invece: la risposta è sì. Ultimamente ho conosciuto una ragazza che mi piaceva molto e per cui ho provato qualcosa, un'infatuazione diciamo. L'ho corteggiata per diversi mesi, facendo del mio meglio, ma, nonostante qualche flirt, alla fine diciamo che sono stato rifiutato o comunque lei non ha voluto approfondire la conoscenza. Mi sono sentito molto sminuito ed è stata un'ulteriore conferma delle mie idea di non essere abbastanza attraente per le donne. Non mi ci sono mai avvicinato dal punto di vista sessuale, purtroppo o per fortuna.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Quello che lei pone è un discorso molto più complesso di quanto non sembri. Riguarda un discorso molto grande su natura e cultura.

Il fatto che lei possa desiderare di avere delle caratteristiche fisiche differenti è umano. Si confronta con gli altri e preferisce una dimensione del pene di un certo tipo, e immagino di poter dire anche una forma del pene di un certo tipo - e su questo varrebbe la pena soffermarsi. Stesso discorso può valere per l'altezza e così via. Tocca allora fare i conti con i limiti.

Questo, però, non vuol dire fare delle correlazioni troppo certe. È importante che lei possa non dare troppe cose per scontato. C'è una combinazione di elementi che non deve trascurare. Rischia di rendere oggettivo un discorso legato al fisico, con il rischio di diventare riduttivo. La realtà è molto complessa e variegata.

Il fatto che sia stato rifiutato non dev'essere stato piacevole. Tuttavia purtroppo capita, e un rifiuto non deve, anche in questo caso, farla giungere a una conclusione tanto decisiva sulla sua persona, dal punto di vista fisico: "Non sono attraente per le donne".
Deve piuttosto mettere in conto molti rifiuti, purtroppo. Piacersi reciprocamente non è scontato, anzi è molto raro. E, anche se non posso essere io a convincerla, non conta solo l'aspetto fisico.

È importante che lei cerchi di tollerare dei no e, senza scoraggiarsi, andare avanti e provarci ancora con ragazze che possono piacerle. È importante che faccia esperienza, anche per potersi confrontare con le sue idee.

Certo, deve credere lei per primo in se stesso. E forse questo è un elemento cruciale, su cui sarebbe importante soffermarsi a riflettere, in una sede idonea dal vivo.
Come dicevamo, bisogna fare da una parte i conti con i limiti rispetto ai suoi desideri - come per un motivo o per un altro facciamo tutti -, dall'altra non bisogna giungere a conclusioni univoche e troppo certe che le fanno ingiustamente dire di non essere all'altezza.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

Lei esordisce dicendoci che:
"..per l'ennesima volta vi scrivo per una mia ossessione che mi sta precludendo una serena vita sessuale e generale.."

e in effetti
rileggendo i Suoi consulti degli ultimi due anni e relative risposte dell'Andrologo non posso che concordare.

E dunque
il "Rapporto con l'altro sesso e dimensioni del pene ridotte" (titolo)
rappresenta una "ossessione"
di cui Lei è consapevole del carattere ossessivo?

Se così fosse,
il consulto stesso non riguarda il contenuto della ossessione stessa
- misura del pene, altezza, ecc., -
bensì il funzionamento ossessivo della sua mente.

O forse la Sua non è una vera e propria diagnosi dello Specialista
che ci viene riferita,
bensì una auto-valutazione?

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#5]
dopo
Attivo dal 2017 al 2021
Ex utente
Gentile Dortoressa,

Il consulto riguarda due problemi:
1) Le effettive dimensioni ridotte del mio pene;
2) La fossilizzazione della mia mente sul primo problema (reale e irrisolvibile) che mi provoca forte disagio e mi impedisce di avere una vita sentimentale e sessuale serena, o almeno che me lo ha impedito fin ora, poiché mi fa sentire sminuito come uomo insieme ad altre caratteristiche fisiche, che nel complesso credo mi rendano poco attraente e soddisfacente per le donne...cosa che non riesco ad accettare.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Considerato che 1) è immodificabile,
forse sarebbe opportuno iniziare da 2), lavorando su "...La fossilizzazione della mia mente sul primo problema (reale e irrisolvibile)..",
ma di persona.
La qualità della Sua vita lo meriterebbe.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#7]
dopo
Attivo dal 2017 al 2021
Ex utente
Sì ma ha senso iniziare un (probabilmente) lungo e duro lavoro per risolvere il problema 2), quando poi io posso fare tutto il lavoro di autoaccettazione che voglio ma nel momento in cui ho un rapporto con una ragazza e lei mi fa capire che ce l'ho piccolo e non le da piacere, oppure mi spoglio davanti ad una ragazza e mi si mette a ridere in faccia...tutto questo lavoro e soldi spesi se ne vanno in fumo, perché poi alla fine il problema reale, che è causa anche di tutti gli altri problemi tra cui il problema 2), rimane?

Sono disperato non ho speranze. Dovrò accettare una vita da sfigato e provare a trarre sollievo in qualche altra cosa che mi dara un minimo di consolazione.

Purtroppo la natura è crudele. Alcuni individui nascono con gli attributi e le caratteristiche adatte alla propagazione e miglioramento della propria specie e quindi esercitano attrazione sessuale nei confronti di soggetti di sesso opposto, e altri invece no, e sono costretti a perire e a condurre una vita triste e dolorosa. È la selezione naturale.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

non essendo entrata nei contenuti
non ho parlato di accettazione,
bensì di un lavoro su "La fossilizzazione della mia mente".
Valuterà Lei se ha senso iniziare un tale percorso.

Il mio Collega ed io Le abbiamo offerto spunti di riflessione e alcuni orientamenti di carattere psicologico, consoni alla nostra specializzazione.
Deciderà Lei cosa farne.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti