La via chirurgica o radioterapia combinata

Mio padre ha 73 anni è in buona salute ex fumatore.
Da 5 anni: nicturia, pollachiuria, Psa 10--14 ng/ml mediamente nel corso degli anni a tutt’oggi.
In breve descrivo quanto accadutogli:

1) Biopsia prostatica agosto 2008:
-basale, post.lat. intermedio con focolai di proliferazione atipica a piccoli acini sospetti ma non diagnostici di malignità.
-intermedio con focolai di neoplasia prostatica intraepiteliale (PIN) di alto grado.
Tutti gli altri prelievi di tessuto indenni da lesioni, soltanto presenza di flogosi cronica.

2) Biopsia prostatica novembre 2008 con evidenziazione di adenocarcinoma a cellule acinari della prostata presente in due frammenti con invasione perineurale (eseguiti 26 prelievi). Diagnosi: Adenocarcinoma a cellule acinari della prostata, bilaterale.
Score combinato di Gleason 6 (3+ 3). GPC: 100%, TPC: 15%.
Dalla data dell’esame ad oggi cateterizzato nonostante vari tentativi e terapie antibiotiche, decongestionanti etc. etc.

3) Intervento chirurgicico per prostatectomia, gennaio 2009 con impossibilità di resezione causa “disordine anatomico”!!!! Effettuata in estemporanea biopsia linfonodo (1 cm) iliaco Sx con due risultati negativi, aspettiamo comunque il referto definitivo.

4) Esecuzione esame TAC in acquisizione volumetrica pre e post somministrazione m.d.c.
Esito esame:
In recenti esiti chirurgici per K. Prostata, in sede ipograstica clips metalliche di parete, enfisema dei tessuti molli ed iperdensità dell’adipe paravescicale di natura postchirurgica; un po’ di versamento attorno ed all’interno del canale inguinale Dx.
La prostata sensibilmente ingrandita, densitometricamente disomogenea, ingloba bilateralmente l’elevatore dell’ano, infiltra la vescica; parzialmente dissociabili le vescicole seminali. Linfonodi in sede interaorto cavale, aorto iliaca, presacrale; in sede glutea, otturatoria, con iperdensità dello spazio otturatorio prevalentemente a Dx: in sede iliaca esterna ed inguinale.
In atto non segni di stasi urinaria; a carico del del rene SX, qualche formazione cistica: due aree ipodens. di massimo 1 cm circa di diametro, presumibilmente cistiche a livello epatico(VI e IV s alla cupola) ed una al polo sup. della milza. Nulla a livello del pancreas e dei surreni.
L’esame è stato esteso al torace, dove non si evidenzia secondarismi: segni di stasi declivi. Non versamento libero ne linfonodi in sede ilo mediastinica.
Lo studio dei segmenti in esame, mediante finestra per osso, non evidenzia aree di alterazioni osteo strutturali sospette per secondarismi: si rimanda tuttavia a valutazione scintigrafica.

Cosa consigliate? sono confuso e frastornato per il destino di mio padre, ritentiamo la via chirurgica o radioterapia combinata?.
Grazie,
Giuseppe

[#1]
Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Gentile lettore,

il quadro di suo padre, dagli elementi che ci fornisce, è compatibile con una malattia di origine prostatica, ma estesa oltre la prostata. In quest'ottica un approccio chirurgico non avrebbe senso, in quanto non vi sarebbe la potenzialità di eradicare completamente la malattia.
Si affidi alle indicazioni degli Urologi/Oncologi che hanno in carico suo padre.

Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio innanzitutto per la sua tempestività. Abbiamo già preso contatti con una struttura di radiooncologia dove mio padre sarà seguito, presumibilmente, anche da un urologo.
Mi chiedevo però: ma non poteva essere evitato l'intervento chirurgico visto il quadro che successivamente si è presentato alla TAC?
Cordialmente,
Giuseppe
[#3]
Dr. Luigi Gallo Urologo, Andrologo 393 6
Gentile signore

Se vuole acquisire maggiori informazioni a riguardo le consiglio questa lettura:

http://www.studiourologicogallo.it/cancro_prostata.php

Cordiali saluti
Dr Luigi Gallo
www.studiourologicogallo.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, mio padre è stato sottoposto a scintigrafia ossea che non ha rilevato metastasi, negativo anche l'esito della biopsia linfonodo (1 cm) iliaco Sx. Purtroppo ancora cateterizzato, nonostante i tentativi con alfalitici, non ha altri fastidi se non i comuni di una cateterizzazione prolungata (soprattutto psicologici).
L'oncologo però non vuole iniziare la radioterapia perchè mio padre è ancora cateterizzato, ne indurre il blocco androgeno pre terapia radiante.
Cosa mi consigliate?
[#5]
Dr. Giovanni Luca Giliberto Urologo, Andrologo 113 4
Gentile utente,
dalla documentazione descritta sembrerebbe una neoplasia ad alto rischio ma difficilmente infiltra la vescica (PSA relativamente basso, non secondarismi) potrebbe trattarsi di un'adenoma che deborda in vescica (III lobo). Anche se dovesse essere un T3 la prostatectomia radicale secondo me rappresenta una alternativa (abbiamo buoni risultati nel nostro centro)
Sarebbe utile una valutazione di tutta la documentazione compresa una uretrocistoscopia
Cordiali saluti

Dott. G.L. Giliberto

[#6]
dopo
Utente
Utente
Buon pomeriggio, Scusi ma sono ancora più confuso. Mio padre 20 giorni fa ha tentato un intervento di prostatectomia radicale non riuscito, come ho già descritto nella mia domanda. Un medico mi ha risposto che l'unico possibile approccio alla neoplasia era la radioterapia! per tal motivo ci siamo sentiti supportati recandoci in un centro oncologico dove però non hanno ancora iniziato la radio perchè in sito, mio padre, ha ancora il catetere!
Grazie.
[#7]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Se le è stata data una indicazione multidisciplinare sul fare radioterapia, ci sarà un motivo. E questa motivazione appare legata al fatto che la possibile infiltrazione vescicale condannerebbe, con alte probabilità, l'intervento a non essere radicale e quindi necessitare sempre di una radioterapia adiuvante o di salvataggio successiva. Per gli stadi localmente avanzati, soprattutto ad età superiori ai 65/70 anni infatti, la radioterapia è considerata la terapia preferenziale, e non lo dico io o l'Istituto (rinomato) in cui esercito, ma le linee guida di alcune altre illustri strutture come quella dell'istituto Nazionale dei Tumori. L'ormonoterapia con il blocco ormonale può avere un ruolo neoadiuvante, cioè di ridurre le dimensioni della prostata e quindi facilitare l'irradiazione della zona prostatica e quindi ridurre gli effetti collaterali. Il fatto di portare un catetere può essere un problema non indifferente, se transitorio (infezioni, stenosi che possono interrompere la RT). Se è invece da tenere a lungo comincerei la terapia radiante lo stesso, valutando le eventuali problematiche collaterali quando insorgenti.
Conosco i colleghi di alcuni centri di Catania. Sono preparati e scrupolosi; oltretutto la collaborazione con gli urologi è basale nel suo caso e mi sembra, da quanto scritto da lei, che sia in atto con valutazioni anche dall'urologo oltre che dal radio-oncologo.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#8]
Dr. Giovanni Luca Giliberto Urologo, Andrologo 113 4
Caro signore,
non volevo confonderla, sicuramente i colleghi della struttura dove suo padre è seguito hanno posto la giusta indicazione, solo che nella sua descrizione del caso ci sono dei parametri diciamo "improbabili" per far pensare ad un T4, anche perchè la TAC non ha grossa sensibilità nella valutazione dell'infiltrazione d'organo, poi non ci sta con la biopsia effettuata: solo 2 prel. pos su 26.
L'argomento sul carcinoma della prostata e soprattutto la terapia dello stesso è molto controverso (non tutti la pensiamo allo stesso modo) ed dibattuto quindi non deve confondersi se sente pareri diversi.
Comunque segua con fiducia le indicazioni dei colleghi a cui si è rivolto e che avendo tutta la documentazione in mano (cosa che su internet è impossibile) avranno sicuramente optato per la migliore strategia terapeutica
Cordiali saluti

[#9]
dopo
Utente
Utente
Credo che la diagnosi sia fondamentale nel definire il migliore attacco alla malattia. L'idea che mi sono fatto è che l'argomento, in generale, come per tante altre patologie è ancora ampiamente aperto; tuttavia spero a questo punto di poter fare iniziare a mio padre, la radioterapia (spero senza catetere) e non perchè, dalle risposte ricevute, sia l'unico approccio terapeutico, ma perchè diventa improponibile e psicologicamente insostenibile un secondo interveto chirurgico.

Cordialmente,
Giuseppe
[#10]
Dr. Giovanni Luca Giliberto Urologo, Andrologo 113 4
Complimenti, considerazione molto intelligente,
Auguri per proseguio delle cure
Ci faccia sapere
Saluti
[#11]
dopo
Utente
Utente
Salve.
Due settimane fa circa, mio padre su suggerimento dell'urologo che lo ha preso in cura, ha iniziato la terapia blocco androgenica (bicalutamide 50 mg/die)associata ad un antibiotico (levofloxacina) per far si che il volume prostatico potesse dimonuire e, dopo aver estratto il catetere vescicale ancora in sito, iniziare con estrema probabilità la radioterapia.
I livelli di PSA sono leggermente diminuiti (12 ng/ml ) e la cromogranina è 144.00 ng/ml. A fine settimana è in programma una visita di controllo con l'urologo per tentare di togliere definitivamente il catetere.
Mio padre soffre oltre i normali fastidi, effetti collaterali del farmaco(vampate e successivi brividi, astenia ed irritabilità) anche di un fastidiosissimo dolore scrotale.
Vorrebbe sospendere la terapia, anche perche, a suo dire: prima stava meglio!
Sono riuscito a dissuaderlo, per adesso, dall'idea di sospendere il trattamento, non ha voluto che consultassi l'urologo, ma io naturalmente ho disubbidito, contattandolo.
Il medico mi ha riferito che i fastidi sono "normali" e che addirittura con il valore di cromogranina citato sarà opportuno associare al bicalutamide un LHRH agonista.
Non so quanto sarà peggio o meglio e non ho ancora capito per quanto tempo dovrà continuare la terapia che sicuramente è conseguente all'evoluzione patologia e dagli indici di laboratorio, sono molto perplesso, forse perchè preoccupato?
Ringrazio anticipatamente.
Giuseppe
[#12]
dopo
Utente
Utente
Ancora ogi ad un mese circa dall'inizio del blocco androgeno con bicalutamide 50 mg/die ed LHRH agonista, associati di recente alla soministrazione sottocute di octreotide,non siamo riusciti, dopo svariati tentativi a togliere definitivamente il catetere per poter iniziare la radioterapia.
Da una recente ecografia, la prostata appare ancora notevolmente ingrandita, è per questo che l'urologo che lo ha in cura, ha deciso di progammare per la prossima settimana una resezione transuretrale.
Siamo estremamente perplessi e preoccupati, soprattutto mio padre che sta discretamente bene ma che teme che l'intervento possa creare una "disseminazione" o svegliare il "mostro". Prego vivamente di darmi una risposta. Grazie!
[#13]
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Utente
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***ATTENZIONE!***
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Se ritieni opportuno inviare comunque il tuo consulto all'utente allora CANCELLA TUTTO QUESTO AVVISO e scrivi qui di seguito, grazie.
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