Quando nessuno ti capisce

Ti è mai capitato di pensare che nessuno ti capisce? Allora non sei solo e leggere questo articolo ti potrà aiutare a capire che non sei tu ad essere sbagliato ma una serie di circostanze sfavorevoli che hai vissuto e la non conoscenza e i pregiudizi del senso comune.

Ognuno è unico

 

Ognuno di noi ha un vissuto interiore che è unico ed irripetibile. Nessuno può capire totalmente un'altra persona proprio perchè il vissuto emotivo è qualcosa di personale che conosce perfettamente solo chi lo vive. Esso può variare dall'avere prevalentemente stati interiori di tranquillità, energia ed equilibrio, all'avere prevalentemente emozioni di tristezza, di dolore e di malcontento.

 

Da cosa dipende il benessere o malessere emotivo?

Le variabili che influenzano il proprio benessere e malessere emotivo sono moltissime, dalla genetica all'ambiente e alla famiglia nella quale si è cresciuti e al contesto sociale nel quale si è cresciuti. Il mondo medico - scientifico e psicologico è ancora diviso su quali siano le cause ad esempio del disagio psichico, tuttavia è mia profonda convinzione che sono sempre le dinamiche famigliari, il tipo di amore che è stato dispensato negli anni più importanti dello sviluppo, a influenzare in maniera determinante il futuro emotivo delle persone. Questo indipendentemente dai fattori genetici.

 

L'ingiustizia del pregiudizio

A questo proposito, mi stupisco ogni giorno di come la non conoscenza faccia si che la società e le persone possano essere profondamente ingiuste e superficiali. Ad esempio se una persona è taciturna si può dire in modo giudicante che è asociale come se quel suo silenzio fosse un comportamento che quella persona attua di proposito. Se si indaga però si potrebbe scoprire una situazione di estrema sofferenza che ha vissuto nella sua famiglia di origine.

Se una persona ha problemi nelle relazioni o nell'avere e mantenere un lavoro è svalutato come se fosse tutta sua la responsabilità. Se si indaga però si scoprirebbe che ha avuto ad esempio una famiglia con genitori assenti emotivamente e/o fisicamente, dove c'erano magari continui litigi e un clima di tensione e di malessere prevalente. Un clima nel quale ha sofferto e ha subito una pressione fortissima. O un clima di abbandono a se stessi. E questo dolore e ferite emotive profonde si riaprono ogni volta che instaura o tenta di instaurare una relazione amorosa.

Se uno è spesso disponibile può essere classificato con disprezzo come un debole. Ma mentre chi fa queste classificazioni ha spesso avuto una famiglia che permetteva di esprimere se stessi e le proprie emozioni, quella persona ha avuto invece dei genitori controllanti e rigidi che imponevano la loro autorità trasmettendo vergogna e sensi di colpa.

Queste non devono essere giustificazioni anche per chi commette violenze o comportamenti riprovevoli, anzi. Solo che il pregiudizio serve spesso a coprire l'ignoranza.
Quello che non si conosce mette paura. Quello che non fa parte del proprio vissuto risulta incomprensibile. Questo soprattutto per le persone più superficiali.

Solo se ci si mette nell'ordine di idee che i comportamenti sono sempre causati dal vissuto passato di quella persona, allora si potrà iniziare a capire di più se stessi e gli altri. Si potranno avere relazioni migliori con il/la partner, con gli amici, con i genitori ecc. E si potrà essere e promuovere un modo più giusto e più umano di trattare le persone e di formare il proprio giudizio su di loro.

Tuttavia la comprensione non basta, per risolvere il disagio interiore è necessario fare un percorso che permetta lo sblocco delle emozioni represse e la ricostruzione di un'autostima e di una personalità più forte e stabile. Per fare questo un primo passo che puoi fare è leggere il report gratuito che ho scritto "Trovare la Serenità" Cliccando quì 

Data pubblicazione: 28 luglio 2014

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