Giochi "intelligenti"? Non migliorano lo sviluppo, meglio parlare assieme ai figli

I giochi "intelligenti" migliorano dello 0,002% le prestazioni linguistiche: per vedere dei risultati è meglio regalare ai figli la condivisione della propria giornata.

I risultati del rapporto Ocse-Pisa 2010 dimostrano infatti che i 15enni con migliori competenze linguistiche (lettura e comprensione) sono quelli che fin da bambini hanno ascoltato i genitori raccontare la propria giornata - e successivamente hanno mantenuto l’abitudine di parlare assieme a loro di quello che succedeva a scuola e degli avvenimenti della giornata.
Parlare con i bambini aiuta il loro sviluppo cognitivo ed emotivo molto più che regalare loro giochi "intelligenti", ma anche rispetto a leggere assieme dei libri o raccontare loro le favole.

Rispetto alla media i punteggi dei 15enni erano superiori:

- del 6,5% se da piccoli si sentivano raccontare dai genitori quello che avevano fatto nella giornata
- del 3,5% se i genitori raccontavano loro delle favole
- del 2% se leggevano libri assieme a mamma e papà
- dello 0,002% se utilizzavano giochi "intelligenti"

Cosa concludere?

I bambini non sono degli esseri da addestrare, ma delle persone che traggono molti più vantaggi se in famiglia sono considerati come tali e non solo per le prestazioni che riescono a raggiungere.

Il paradosso è che chi si affanna a migliorare le loro prestazioni con la lettura condivisa e i giochi "intelligenti" ottiene alla lunga risultati scarsi o scarsissimi rispetto a chi regala ai figli momenti di condivisione e vicinanza.
Questo dimostra che più c'è vicinanza e condivisione, più i risultati sono positivi: i giochi che sono presumibilmente utilizzati in solitudine dal bambino non fanno praticamente nessuna differenza, i libri letti assieme ai genitori ne fanno poca e più lo scambio esce da binari precostituiti, andando verso un rapporto non mediato da altri supporti, più il bambino apprende e cresce.
Il racconto spontaneo di favole (senza leggere un libro) e le condivisione della giornata sono efficaci, ma fra i 2 è il racconto della giornata a fare la vera differenza perchè permette la trasmissione sia di contenuti, sia di emozioni e di visioni del mondo.

Lo sviluppo emotivo e quello cognitivo sono infatti intrecciati e si influenzano a vicenda: riempire un bambino di libri e giochi facendogli mancare la presenza e la condivisione con i genitori non lo aiuta a crescere, oltre a provocare conseguenze negative nella sua capacità di costruire relazioni con gli altri che siano solide, appaganti e sicure.
Pensiamoci, ora che il Natale si avvicina.

Fonte:
"Ai bimbi raccontate la vostra giornata invece delle favole"
http://archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/13/bimbi_raccontate_vostra_giornata_invece_co_8_101213001.shtml

*****
Si veda anche:

"Regali tecnologici e internet, senza regole minori a rischio"
www.medicitalia.it/fmassaro/news/130/Regali-tecnologici-e-internet-senza-regole-minori-a-rischio

"Sindrome da stress natalizio" o depressione stagionale?
www.medicitalia.it/fmassaro/news/103/Sindrome-da-stress-natalizio-o-depressione-stagionale
Data pubblicazione: 15 dicembre 2010

5 commenti

#1
Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

Ci vogliono gli uni e gli altri: parlare ai figli e far sì che possano esercitare anche altre abilità, come quelle visuo-spaziali. Ad esempio i videogame, a lungo denigrati, sono in via di progressiva riabilitazione da parte della ricerca, non solo in ambito di sviluppo e pedagogico:

I videogiochi allenano a rapidità e precisione:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=283

Videogame come strumenti d'apprendimento: dipendenti più esperti e motivati:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=309

Psicologi del lavoro usano videogame per studiare come le persone raggiungono l'eccellenza:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=162

I videogiochi d'azione migliorano la vista:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=317

I videogiochi allenano il cervello ai compiti difficili:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=288

I videogiochi non portano all'asocialità:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=131

Videogiochi: corse, spari e fiammate per migliorare le abilità visuali e spaziali:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=179

#2
Dr.ssa Flavia Massaro
Dr.ssa Flavia Massaro

Grazie per le informazioni che hai aggiunto, i dati riportati sul Rapporto Ocse-Pisa riguardano però solo le competenze relative all'acquisizione della lettura e comprensione dell'Italiano.
In ogni caso ci vuole sempre equilibrio e dev'essere scoraggiato l'approccio prettamente "prestazionale" all'educazione, anche perchè sappiamo che i risultati ottenuti nell'infanzia non sono generalmente stabili nel tempo se non adeguatamente supportati dalla cura per gli aspetti emotivi.

#3
Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

Per questo dico "ci vuole l'uno e l'altro". Senza corsa alla prestazione, ma anche senza demonizzare il nuovo.

Non si può più pensare di educare i ragazzi *solo* parlando: la tecnologia oggi ha molto da offrire, sarebbe miope non tenerne conto.

#4
Dr.ssa Flavia Massaro
Dr.ssa Flavia Massaro

Non penso che la ricerca si riferisse alla tecnologia: ha rilevato che chi da piccolo ha usato giochi "intelligenti" da adolescente non ha punteggi superiori alla media nei test, e che anche la lettura di libri per stimolare l'apprendimento non ha effetti ad alcuni anni di distanza.
E' una conferma dell'importanza della presenza dei genitori e del dialogo quotidiano con i figli, che è necessario sia per creare e rafforzare le relazioni familiari, sia per il successo scolastico dei ragazzi.

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