“È solo ansia, stia tranquillo!”

Quante persone si sono sentite rispondere questa orribile banalità, frutto di scarsa conoscenza e sottovalutazione del loro problema?

Eppure ancora oggi capita che il medico curante, oberato di lavoro e magari poco preparato sui disturbi psicologici, risponda questo ai pazienti che presentano vari sintomi chiaramente conseguenti ad uno stato di ansia o stress.

Ne sono testimonianza anche molti racconti degli utenti di questo sito, che riferiscono di aver ricevuto questa risposta e a volte, purtroppo, si convincono di essere davvero di fronte ad una situazione che possono superare da soli.

 

Questo genere di risposta ha però 2 conseguenze molto negative:

- fa sentire la persona non capita nel momento in cui sta vivendo un disagio, come se questo fosse frutto della sua fantasia o un qualcosa che può sconfiggere con la “forza di volontà”: si tratta infatti di un’affermazione paradossale, perché se chi è colpito dall’ansia (o dallo stress) riuscisse a calmarsi e a tranquillizzarsi da solo il problema non esisterebbe;

- fa finire in nulla un discorso che dovrebbe invece proseguire con gli opportuni accertamenti e l’invio allo psicologo, per evitare il cronicizzarsi della situazione e il ricorso a soluzioni palliative o al fai-da-te da parte del paziente (uso di farmaci senza prescrizione, alcool, droghe).

 

Clinicamente l’affermazione “è solo ansia” è priva di senso, dal momento che l’ansia nelle sue varie forme configura spesso un vero e proprio disturbo che,  se non diagnosticato, non può nemmeno essere curato e risolto.

Il risultato è quindi un ritardo nella diagnosi e nell’inizio del trattamento, oltre che una perdita di fiducia nell’operato del proprio medico (cosa che  può in seguito rivelarsi molto dannosa).

Anche quando non arriva a configurare un vero e proprio disturbo l'ansia è sicuramente una minaccia al benessere psicologico, e come tale deve essere trattata per evitare che la qualità della vita ne risenta.

Non si può che rivolgere un invito ai pazienti: non accontentatevi di risposte di questo tipo, approfondite la questione e chiedete al vostro medico se può fornirvi delle indicazioni perché possiate sottoporre la situazione ad uno psicologo per chiedergli una valutazione e quali modalità di intervento possono esservi utili.

 

I disturbi d'ansia sono molti diffusi nella popolazione, sono curabili e se non si attende che si cronicizzino le possibilità di superarli del tutto aumentano.

Per questi motivi non ha senso sottovalutarli e comportarsi come se fossero qualcosa di trascurabile, che passerà da solo: è davvero molto raro che questo accada, ed è decisamente più frequente che una situazione inizialmente non grave peggiori, porti allo sviluppo di ulteriori sintomi psichici e/o somatici e renda più difficoltoso il recupero.

A volte inoltre l'ansia diviene ciclica, si può avere l'impressione che sia "scomparsa" ma la si prova nuovamente in seguito, quando fattori interni e/o esterni la riacutizzano.

In realtà la ciclicità costituisce solo un'apparenza: i presupposti che scatenano l'ansia rimangono attivi "sotto la superficie" e influenzano il benessere psicologico determinando la ricomparsa dei sintomi in particolari momenti della vita, ad es. quando la persona affronta un periodo di cambiamento o dei motivi di stress che non riesce a gestire.

 

In conclusione: non sottovalutare il problema e intervenire per tempo è sicuramente meglio che rischiare di complicare la situazione!

Data pubblicazione: 16 marzo 2011

1 commenti

#1
Dr. Stefano Pozzi
Dr. Stefano Pozzi

Troppo spesso i pazienti riferiscono che si sono sentiti dire proprio questo!
Il risultato è un mix di banalizzazione, colpevolizzazione del paziente e procrastinazione della richiesta d'aiuto, che peggiora solo la situazione.

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