Reflusso gastro esofageo gastroscopia

La gastroscopia nel reflusso gastroesofageo: quando farla

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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo

Negli USA il sintomo pirosi (“bruciore di stomaco”) legato alla Malattia da Reflusso gastroesofageo (MRGE o GERD, GastroEsophageal Reflux Disease) colpisce fino al 20% della popolazione, con oltre 4,59 milioni di visite ambulatoriali e 96.000 ospedalizzazioni/anno, con un costo/anno stimato di 9,3 miliardi dollari. Nell'anno 2009, negli USA, sono state effettuate 6,9 milioni di EsofagoGastroDuodenoScopie (EGDS).

Il ricorso all’effettuazione di un esame endoscopico (gastroscopia) per la diagnosi di MRGE potrebbe rivelarsi eccessivo, oltre che abusato, nei pazienti a basso rischio, come anche drammaticamente sottoutilizzato nei pazienti ad alto rischio.

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Uno studio sugli esami per la diagnosi del reflusso

Si tratta delle conclusioni a cui sono giunti alcuni ricercatori che hanno condotto uno studio retrospettivo su circa 500.000 pazienti con MRGE non complicata.
Uomini di età superiore a 65 anni presentano un rischio, per Esofago di Barrett (BE) o per Cancro esofageo/gastrico (E/G C), gastrico e duodenale, 6/7 volte maggiore rispetto ad un campione di riferimento composto da donne di età inferiore ai 50 anni; eppure nel gruppo maschile la percentuale di pazienti che si era sottoposta a gastroscopia è risultata significativamente inferiore.
Questa mancata corrispondenza, tra i gruppi ad alto rischio e la probabilità di aver effettuato una EGDS, può rappresentare un’opportunità mancata ai fini della realizzazione di efficaci programmi di screening.

Nonostante il diffuso ricorso alla gastroscopia, sarebbero molti i pazienti con mancata diagnosi di Esofago di Barrett, e ciò deve far riflettere, laddove si consideri che all’incirca il 95% dei casi di adenocarcinoma dell'esofago inferiore insorge nel contesto di un pregresso BE.

Gli autori suggeriscono che il motivo di questa mancata diagnosi può in parte essere legato al sottoutilizzo dell’EGDS proprio nei casi ad alto rischio. Essi rilevano, tuttavia, che i pazienti con reflusso sintomatico non presentano un aumentato rischio di morte rispetto alla popolazione generale e che, ad oggi, non vi è ancora alcuna prova convincente che lo screening endoscopico del reflusso gastroesofageo sintomatico potrà ridurre l’incidenza dell’adenocarcinoma esofageo (smettere di fumare e perdere peso risulterebbe probabilmente molto più efficace!).

Quando fare la gastroscopia

Le attuali Linee Guida dell’American Society for Gastrointestinal Endoscopy (ASGE) e dell’American College of Gastroenterology (ACG) raccomandano di effettuare lo screening, per Esofago di Barrett (BE) o per il Cancro esofageo, nei pazienti con MRGE complicata, specie se ad alto rischio:

  • maschi
  • razza bianca
  • con sintomatologia che dura da più di 5 anni
  • di età superiore ai 50 anni
  • con storia familiare di Esofago di Barrett o di Cancro dell’Esofago.

I ricercatori hanno verificato (attingendo ai registri del V.A., U.S. Department of Veterans Affairs) 499.073 pazienti con MRGE non complicata, ovvero senza sintomi di allarme (disfagia, odinofagia, mancata risposta alla terapia con antisecretori), senza segni di anemia, con assenza di epatopatie, di sanguinamento gastrointestinale, di malattia celiaca e di qualsiasi tipo di cancro metastatico, non includendo pazienti sottoposti a qualsiasi tipo di chemioterapia. Lo studio dimostra che il 7,3% di questi pazienti ha effettuato una EGDS nell’arco del primo anno successivo alla diagnosi, ed il 5.4% nell’arco di una mediana di 4,5 anni di follow-up.

I ricercatori hanno altresì rilevato che gli uomini e, in particolare, quelli di età superiore a 50 anni, sono stati meno propensi a sottoporsi ad una endoscopia, benché avessero maggiori probabilità di poter ricevere una diagnosi di BE o di E/G C. Gli elementi predittori che hanno portato all’effettuazione di una EGDS sono stati il dolore toracico, la dispepsia, l’utilizzo di PPI o di antiH2, il bruciore di stomaco, etc., ma tali fattori non risulterebbero associati, o al più lo sarebbero negativamente, ad una maggiore probabilità di essere affetti da Esofago di Barreto o cancro all'esofago.

Gli autori sottolineano che l'utilità di una EGDS nei pazienti senza sintomi di allarme non è chiara, e che il notevole numero di EGDS effettuato nei pazienti a basso rischio potrebbe limitare e compromettere la disponibilità di tali procedure nello screening e nella sorveglianza nei pazienti ad alto rischio.

Fonte: Use and Yield of Endoscopy in Patients with Uncomplicated Gastroesophageal Reflux Disorder Jennifer R. Kramer et al. JAMA, The Journal of the American Medical Association,
Published online first, January 27, 2014

Data pubblicazione: 01 febbraio 2014 Ultimo aggiornamento: 07 gennaio 2021

3 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Dott. Quatraro, una domanda: come è possibile che talvolta si abbia un reflusso persistente (che dura anche mesi, se non anni) pur avendo un cardias che, dall'esame endoscopico, risulta in sede e continente (normale e, apparentemente, perfettamente funzionante)?

#2
Dr. Francesco Quatraro
Dr. Francesco Quatraro

Gentile utente,
prima di risponderle vorrei precisare che le domande o le osservazioni nelle news devono essere strettamente inerenti l'argomento della news, poichè non si tratta di una via alternativa ai consulti.
Quanto alla sua domanda, che evado comunque, preciso che non è sempre possibile evidenziare l'incompetenza del cardias e la patologia reflussoria con il solo esame endoscopico.
Non a caso talora necessita di ricorrere alla pHmanoimpedenzometria.

#3
Ex utente
Ex utente

Chiedo scusa per l'intrusione, allora. grazie comunque per la delucidazione precisa. buonasera

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