Pubblicati online i primi risultati del vaccino antitumorale per rene e prostata

ginoalessandroscalese
Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

Attualmente non esiste una terapia univoca e sicuramente efficace per la terapia dei tumori del rene e della prostata in fase avanzata (metastatica) ed inoperabili.

Un gruppo di ricercatori dell’università di Genova di recente ha concluso la prima fase di sperimentazione sull’efficacia del vaccino “GX 301” somministrato a questa tipologia di pazienti. Esso è in grado di indurre una risposta anticorpale diretta a coadiuvare le cellule Killer nella distruzione delle cellule tumorali. In tal modo si insegnrebbe alle nostre cellule di difesa a riconoscere e distruggere solo le cellule tumorali.

La risposta immunitaria si è verificata nel 100% dei casi e le cellule anticorpali indotte dal vaccino con specifica attività antitumorale sono riuscite a bloccare la progressione del tumore arrestandone la crescita. A differenza della classica chemioterapia gli effetti collaterali sono stati irrisori (febbricola e dolori articolari transitori). Attualmente è stato utilizzato non come terapia risolutiva bensì come terapia diretta a rallentare la progressione di malattia e può rappresentare la base per lo sviluppo di tecniche immunologiche ancora più efficaci e magari curative per tumori di varia origine.

Il prossimo passo sarà quello di verificarne la efficacia anche in tumori di altra natura ed in stadio iniziale.

 

Fonte: Spazio salute di Repubblica

Data pubblicazione: 17 novembre 2011

21 commenti

#16
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

E' doveroso sottolineare che si tratta ovviamente di studi sperimentali a cui ne seguiranno altri e prima della messa in commercio ci vorranno molti anni soprattutto se verificata la sua validità.

#19
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

Errata corrige:
Riga 8 "....cellule anticorpali...." si intendeva "...cellule immunitarie..."

#20
Utente 177XXX
Utente 177XXX

Egr. dott. Scalese,

nel 2011 mio padre, uomo attualmente di 80 anni, ha trattato carcinoma prostatico con terapia ormonale, fintanto che da TAC e scintigrafia la malattia risultava essere localizzata, valori di PSA sempre inferiori a 2.

Nel 2014, quando la malattia si è portata anche sulle ossa, ha iniziato una nuova terapia ormonale (Zytyga), fintanto che i valori del PSA continuavano a rimanere stabili intorno a 3-4 e poche altre metastasi osse si formavano.

Nel 2015 ci si è resi conto che l'efficacia della ormonoterapia andava via via affievolendosi, pertanto ha eseguito 8 cicli di chemioterapia al 75% che, da TAC e scinti, si evidenziava un arresto della malattia e PSA portato a 0,69.

Il 7 novembre 2016 iniziava ciclo di vaccino sperimentale GX-301, ritenuto valido in quanto paziente che ha dimostrato arresto della malattia a seguito della chemioterapia. Le prime analisi del sangue hanno, però, mostrato un incremento del PSA fino a 5 e, in questi giorni, ha eseguito ulteriori analisi del sangue che hanno mostrato un valore di PSA pari a 6,6.

TAC e scintigrafia sono già state prenotate ma, in base al valore di PSA, dobbiamo dedurre che il vaccino non sta funzionando? Ci possiamo aspettare effetti migliorativi in tempi più lunghi? L'efficacia del vaccino dovrebbe portare anche ad un abbattimento del PSA? Cosa dobbiamo aspettarci?
Grazie

#21
Dr. Gino Alessandro Scalese
Dr. Gino Alessandro Scalese

Non è possibile esprimere un giudizio certo sulla efficacia attuale del vaccino, a volte la somministrazione è eseguita solo per rallentare la evoluzione ed è difficile arrestarla del tutto in questa fase. Aspettiamo l'esito degli esami radiologici!

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