Palpitazioni

Palpitazioni

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Dr. Giuseppe Grandinetti Cardiologo, Cardiologo interventista

Le palpitazioni del cuore o cardiopalmo si presentano in varie condizioni: quando il normale e regolare battito cardiaco aumenta di frequenza al punto da far percepire un battito accelerato e molto veloce nel petto, nella gola o nel collo, quando per una irregolarità del battito cardiaco rispetto al normale ritmo si avvertono sensazioni come tonfi, pause, improvvise e breve accelerazioni del cuore o battito costantemente irregolare.

Quali sono i sintomi delle palpitazioni?

Le palpitazioni frequenti possono spaventare le persone che ne sono affette, ma molte volte sono dovute semplicemente a stress e cattive abitudini e pertanto non sono particolarmente pericolose.

Tuttavia, altre volte sono il segnale di una malattia del cuore o di un altro disturbo dell’organismo. Per questo motivo, quando le palpitazioni sono frequenti o quando si associano ad altri sintomi come dolore al petto, vertigini, svenimenti è consigliabile consultare un cardiologo.

In caso di benignità dei sintomi spesso i soli consigli sulla modifica dello stile di vita e le rassicurazioni date da un cardiologo risolvono il problema. Altre volte, invece, il cardiologo identifica, partendo dai sintomi come cardiopalmo e palpitazioni, altre patologie sottostanti (cardiache o ormonali o di altro genere) al loro insorgere, prevedendo così importanti complicanze per la vostra salute.

Importante per guidare la diagnosi risulta l’accurata analisi dei sintomi. Tra le caratteristiche più importanti:

  • la durata (secondi, minuti, ore),
  • il tipo di insorgenza e risoluzione (improvvisa o graduale),
  • le situazioni in cui più frequentemente si verificano i sintomi (sotto sforzo, dopo lo sforzo, a riposo, etc.),
  • la sensazione riferita dal paziente (“tuffo”, “sfarfallio”, “nodo alla gola”, “colpo al petto”, “battito mancante”, improvvisa accelerazione, “rullo di tamburi”),
  • i sintomi associati alle palpitazioni (dolore toracico, sudorazione, sincope etc).

Quali esami fare?

Per i corretto inquadramento diagnostico, oltre l’anamnesi e la visita clinica, gli esami effettuati in prima istanza sono:

  • l’elettrocardiogramma (particolarmente utile se acquisito in presenza di sintomi),
  • l’Holter cardiaco,
  • l’ecocardiogramma,
  • alcuni esami ematochimici ed ormonali.

In altri casi per porre la diagnosi si rendono necessari ulteriori esami come il test da sforzo, l’Holter a 12 derivazioni, il loop recorder esterno o impiantabile (sottocutaneo).

Infine in alcuni casi per porre con certezza la diagnosi si dovrà effettuare uno studio elettrofisiologico endocavitario.

Questo esame mini-invasivo consiste nell’introduzione di alcuni sondini attraverso la vena femorale (l’inguine destro o sinistro), se necessario, attraverso la vena succlavia (sotto la clavicola) o giugulare (il collo). Dopo averli introdotti nei vasi, i cateteri vengono spinti fino al cuore sotto la guida dei raggi x e posizionati in alcune zone specifiche del cuore. Attraverso questi cateteri è possibile registrare i segnali elettrici provenienti dalle diverse zone del cuore, stimolare il cuore attraverso impulsi elettrici artificiali ed indurre/riprodurre aritmie responsabili dei disturbi che il paziente avverte.

Al termine, in base ai risultati dello studio, si possono verificare diverse condizioni:

  • lo studio elettrofisiologico non evidenzia alcuna aritmia, è possibile quindi che i sintomi non siano dovuti a disturbi del sistema elettrico del cuore;
  • la aritmia può essere eliminata tramite l’ablazione transcatetere mediante radiofrequenza, che viene eseguita nella medesima seduta;
  • la sua aritmia non può essere eliminata o con l'ablazione, in tal caso sarà prescritta una terapia farmacologica.

Non infrequente è il riscontro di assenza di disturbi del ritmo o della frequenza cardiaca nonostante il riferito cardiopalmo. Sono in genere soggetti esposti a stress o affetti da disturbi d’ansia che avvertono in maniera cosciente e fastidiosa anche il normale battito cardiaco.

Altrettanto non infrequente è il riscontro di tachicardia sinusale, talora secondaria ad altre condizioni, talora non associata ad altro (tachicardia sinusale inappropriata). In una discreta percentuale di casi le palpitazioni sono invece il sintomo di una aritmia associata o non ad una cardiopatia strutturale.

Quali sono le cause più comuni delle palpitazioni?

Ecco le cause più comuni di palpitazione e battito cardiaco alterato:

  1. Stress. Nella maggior parte dei casi un ritmo cardiaco normale ma eccessivamente accelerato (tachicardia sinusale) nasce in risposta a uno stimolo emozionale come, ad esempio, lo stress da lavoro, l’ansia sintomatica o peggio ancora un attacco di panico.
  2. Sforzo fisico. L’allenamento, specie nei soggetti sedentari, può causare palpitazioni se la frequenza cardiaca aumenta fino al livello di intenso sforzo fisico (come quando si fanno le scale o si spala la neve).
  3. Troppa caffeina. Il consumo eccessivo di sostanze stimolanti come caffeina e teina presenti nel caffè, nel té o nelle bevande gassate e negli energy drink può far aumentare la frequenza cardiaca fino a causare palpitazioni.
  4. Stimolanti. La nicotina delle sigarette e le sostanze stimolanti presenti nell’alcool, nelle pillole dimagranti e nelle droghe (come la cocaina o le anfetamine) causano un aumento della frequenza cardiaca e/o disturbi del ritmo cardiaco e possono provocare palpitazioni.
  5. Cambiamenti ormonali. Gli sbalzi ormonali legati alla menopausa, alle mestruazioni e alla gravidanza possono far impennare la frequenza cardiaca e causare l’alterazione del battito del cuore.
  6. Medicinali. Spesso i farmaci per curare la tosse o il raffreddore e gli inalatori per l’asma contengono ingredienti stimolanti come la pseudoefedrina e beta agonisti che possono causare l’aumento della frequenza cardiaca o aritmie e causare le palpitazioni.
  7. Ipertiroidismo. Le palpitazioni possono sorgere anche in seguito a un problema di salute. Ad esempio, la frequenza cardiaca accelerata può essere un’avvisaglia di ipertiroidismo (iperattività della ghiandola tiroidea).
  8. Aritmie. In caso di aritmie (alterazioni del battito cardiaco o ritmo cardiaco irregolare) il cuore ogni tanto salta un battito (extrasistole) o batte con un ritmo diverso da quello fisiologico (tachiaritmia, le più comuni sono la fibrillazione atriale e le tachicardie parossistiche sopraventricolari) o batte con un ritmo fisiologico ma più veloce del normale in assenza di altre patologie (tachicardia sinusale inappropriata).
  9. Problemi cardiaci. Le palpitazioni sono spesso indicative di problemi cardiaci più importanti, come l’insufficienza cardiaca congestizia, le disfunzioni alle valvole o al muscolo cardiaco, le patologie delle arterie coronariche.
Data pubblicazione: 11 gennaio 2017 Ultimo aggiornamento: 08 settembre 2022

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