Il "Medio Evo" del terzo millennio

lambertocoppola
Prof. Lamberto Coppola Ginecologo, Andrologo, Sessuologo

Leggete questo articolo e vi renderete conto che ... è peggio della Santa Inquisizione, ormai siamo nel "Medio Evo del terzo millennio"

CITTA’ DEL VATICANO – L’evoluzione della società e della tecnologia hanno portato con se nuove forme di peccato: questo è quanto discuteranno a partire da oggi i 750 sacerdoti della Penitenziaria Apostolica, dicastero del vaticano per il ‘problemi di coscienza’, impegnati in un foro interno che ha bollato tra i peccati anche la fecondazione assistita, rea di rientrare tra “gli atteggiamenti peccaminosi nei riguardi dei diritti individuali e sociali”.

Il vescovo Gianfranco Girotti, reggente della Penitenziaria Apostolica, ha osservato: “Oggi ci sono nuove forme di peccato che prima neanche si immaginavano. Le nuove frontiere della bioetica, innanzitutto, ci mettono di fronte ad alterazioni moralmente illecite e che riguardano un campo molto esteso”, per poi sottolineare come “il ricorso ad alcune tecniche di fecondazione artificiale, quale la Fivet, cioè la fecondazione in vitro, non sono moralmente accettabili”. Ciò che preoccupa maggiormente il vescovo Girotti è il concepimento, che “deve avvenire in modo naturale tra i due coniugi”, poiché la fecondazione in vitro offre la possibilità di congelamento degli embrioni, considerati dalla bioetica cattolica persone a tutti gli effetti.

La fecondazione assistita è solo la punta dell’iceberg della nuova linea del Vaticano a fronte di una serie di nuovi peccati sociali, che includono il controllo delle nascite, gli esperimenti considerati di dubbia moralità sulle cellule staminali e sullo studio del Dna, ma anche l’abuso di droghe, l’inquinamento e l’eccessiva ricchezza, che accresce il divario tra ricchi e poveri nel mondo, perché “oggi non si offende Dio solo rubando o bestemmiando, ma anche con azioni di inquinamento sociale, rovinando l’ambiente, compiendo esperimenti scientifici moralmente discutibili, dando vita a manipolazioni genetiche per alterare il Dna o compromettere l’embrione. Compie peccato chi si droga e spaccia e chi evade le tasse e chi, avendo responsabilità socio-politiche, provoca ingiustizie, povertà o eccessivi accumuli di ricchezze destinati a pochi”.

Altra urgente e delicata questione da gestire per la Penitenziaria Apostolica riguarda il quarto sacramento, la confessione, in crisi ormai da anni come fa notare una ricerca condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, secondo cui il 60 per cento dei credenti ha smesso di confessarsi. Il vescovo Girotti ha poi osservato come sia “impressionante oggi il fenomeno dell’indifferenza nei confronti della confessione. Attualmente nella Chiesa la posizione di questo sacramento non è delle migliori, né sul piano della pratica, né su quello della comprensione, mentre, tra i fedeli, si va affievolendo la coscienza del peccato”.

“La Santa Sede, specialmente attraverso la Penitenzieria, si fa carico dell’impegno di approfondire e valorizzare il sacramento della misericordia e della penitenza”, ha sottolineato il vescovo, anche attraverso l’istruzione dei giovani sacerdoti, affinché abbiano “lo strumento perché prendano piena consapevolezza del grande impegno che loro hanno”.

21 marzo 2011:  tratto da http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/fecondazione-assistita-vaticano-peccato-sociale-confessione-791701/

Data pubblicazione: 22 marzo 2011

4 commenti

#1
Utente 110XXX
Utente 110XXX

La chiesa è un'istituzione che non ha più ragion d'essere.

#2
Utente 120XXX
Utente 120XXX

credo che la chiesa abbia un ruolo assistenziale e sostegno,cosa che dicendo certe cose non dimostra affatto di avere,i preti,vescovi,cardinali e quantaltro scendessero dalle loro sedie dorate e come i pastori protestanti creassero una loro famiglia e non dico solo spirituale,affinche' toccassero con mano i problemi che ogni giorno noi comuni mortali dobbiamo affrontare,tra cui anche la privazione naturale nel non poter mettere al mondo dei figli,che sicuramente saranno piu' amati di quei poteri piccoli che magari nati da un concepimento casuale,spesso fanno fini atroci nei cassonetti o altro.sono una peccatrice e ne vado fiera,ma ho sofferto x avere mio figlio e darei la mia vita per lui.

#3
Utente 178XXX
Utente 178XXX

Quindi secondo la Chiesa Cattolica ogni qual volta manipolo delle cellule staminali per cercare di curare un cristiano che soffre, devo chiedere perdono umilmente?
La risposta è no: non dovrei proprio farlo!
Guai a chi prova a indagare nel genoma umano per il benessere del genere umano... se per caso un giorno arriva un nobel per una scoperta eccezionale basata sul trattamento di un embrione o cellule staminali embrionali, costui avrebbe il primato di essere stato il primo nobel scomunicato della storia!

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Lamberto ,

non stupiamoci troppo delle posizioni non attuali del Vescovo Gianfranco Girotti, fortunatamente esiste un'altra Chiesa che purtroppo da alcuni secoli è minoranza sconfitta e non è ascoltata ma che è capace di conservare e salvare, speriamo, il vero pensiero cristiano.

Ti ricordo che le posizioni della Chiesa cattolica furono ad esempio accesamente contrarie alle vaccinazioni, leggiti se vuoi il bel romanzo-giallo, scritto da Danila Comastri Montanari, "La campana dell'Arciprete" che ricorda molto bene questa posizione assurda ed antiscientifica.

Io da bambino ricordo ancora poi che si parlava nelle campagne della allora verde Brianza di un rito del perdono che veniva proposto alle donne dopo quaranta giorni dalla nascita di un bimbo maschio.
Tra l'altro una recente e-mail di un lettore, di nome Renato Pierri, pubblicata su D la Repubblica del 12 Febbraio 2011 No. 729, mi ha rinnovato questo ricordo e qui ti allego in sintesi l'email:

" Dopo 40 giorni dalla nascita bisognava fare il rito del perdono questo era l’indicazione, data dalla Chiesa cattolica, sulla necessità cristiana che una sposa, ancorchè sposata con rito religioso, chiedesse a Dio perdono per l’attività sessuale che l’aveva portata al concepimento di un figlio.
Le donne si attenevano scrupolosamente al rito, ritenendosi “impure” fino all’ottenimento del perdono da parte di Dio per mezzo del parroco.

Nel Levitico (12, 1-5) troviamo scritto: -Il Signore disse a Mosè:” Parla ai figli d’Israele e dì loro: Se una donna è stata fecondata e partorisce un maschio, è impura per sette giorni, come al tempo delle sue regole. L’ottavo giorno si circoncida la carne del membro del bambino; ed ella continuerà a purificarsi dal sangue per trentatré giorni; non toccherà alcunché di sacro e non andrà al Santuario fino a che siano compiuti i giorni della sua purificazione.
Se ha partorito una femmina, è impura per due settimane, come nel tempo delle regole, e per sessantasei giorni deve restare a purificarsi dal sangue”-
Secondo il Signore di Israele, la nascita di una femmina rendeva impura la mamma per un tempio doppio rispetto alla nascita di un maschio.

Nel vangelo secondo Luca (2,21-22) si legge:-Quando furono passati gli otto giorni per circonciderlo, gli fu dato il nome di Gesù, com’era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito in grembo. Venuto poi il tempo della loro purificazione, secondo la legge di Mosè, lo portarono a Gerusalemme per offrirlo al Signore-

IL rito della purificazione è stato ripreso nella tradizione cattolica contadina: una donna che partoriva, subiva la quarantena dopo il parto e la seguente purificazione coincideva col battesimo del bambino. Doveva rispettare diverse restrizioni: non mangiare carne, non avere rapporti sessuali, uscire di casa il meno possibile, ed altre ancora...

In sostanza sessant'anni fa circa esisteva in Italia un paese dove si praticava ancora tale rito ed esisteva un prete che riteneva peccato l’amore coniugale. Ne esisteranno ancora? " .

Così conclude il nostro lettore.

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