La fecondazione umana

Infertilità
Autore/i: Elisabetta Chelo
Editore: Newton Compton editori srl Roma
Prezzo: 2.00€

Link: http://www.ebay.it/itm/LA-FECONDAZIONE-UMANA-Elisabetta-Chelo-Newton-Il-sapere-21-100-pagine-1000-lire-/350942147838

Descrizione

 

Note introduttive

Generalmente si pensa che per avere un figlio basti semplicemente non utilizzare sistemi di contraccezione , che sia una cosa “ naturale “, “normale” , qualcosa che accade da sempre e sempre accadrà perché è nel ordine naturale delle cose . In realtà l’uomo è un animale poco fertile; desiderare un bambino e non riuscire ad averlo è una cosa molto più comune di quanto si creda ; in Italia si stima che oltre 45.000 nuove coppie l’anno avranno difficoltà nel concepire un bambino. Una coppia giovane senza particolari problemi che ha rapporti sessuali 2 – 3 volte la settimana ha circa il 20 % di possibilità di concepimento per ogni mese, ma questa percentuale si abbassa dopo il primo anno di ricerca di figli senza successo. La bassa fecondabilità è dovuta ad una serie di fattori che differenziano l’uomo da altri animali. Nella specie umana l’ovulazione non è in alcun modo condizionata dal rapporto sessuale e l’ovocita è fecondabile solo per poche ore.                                                                           

Fertilità ed  età

Assistiamo oggi ad uno sfalsamento rispetto a quella che sarebbe l’età “naturale” per avere un figlio rispetto all’età “sociale” in cui oggi si ricerca il primo figlio. La fertilità femminile è massima tra i 18 e i 25 anni ,ma le donne, nei paesi sviluppati, studiano e cercano un lavoro prima di sposarsi e le coppie tendono a procrastinare la nascita del primo ( e sempre più spesso unico) figlio, dopo aver completato degli obiettivi economici come l’acquisto di una casa e dopo essersi presi del tempo per esperienze come viaggi e vacanze in cui i figli sono vissuti come ostacoli.

La sterilità è quasi sempre un problema di coppia

Difficilmente l’infertilità è un problema di uno solo dei partners; quella che va valutata è la potenziale fertilità di una coppia e non solo dei singoli individui che la compongono. Potremmo vedere i partner di una coppia come i fattori di una moltiplicazione in cui abbiamo la fertilità femminile x la fertilità maschile; ovviamente parlando di una coppia che ha una normale vita sessuale. In alcuni casi la sterilità è un fattore assoluto ( e quindi uno dei due valori sarà 0 e di conseguenza anche la fertilità della coppia sarà 0 ) come ad esempio nel caso di una azoospermia ( assenza di spermatozoi) o di chiusura bilaterale delle tube. Più frequentemente ci troviamo di fronte a persone con fertilità ridotta , ma non assente. Un uomo con ridotto numero di spermatozooi avrà una fertilità ridotta e se la moglie ha 38 anni , anch’essa avrà una fertilità ridotta. Questa coppia avrà un basso potenziale di fertilità. Ma supponiamo che la coppia si rompa e le persone che la componevano si trovino nuovi compagni. L’uomo con una nuova compagna di 30 anni si troverebbe a formare una coppia di potenziale di fertilità molto più alto e anche la donna trovando un compagno normospermico avrebbe formato una coppia potenzialmente molto più fertile.

Quando ci si può considerare infertili?

Una coppia in cui la partner femminile ha meno di 35 anni oppure una coppia in cui la donna abbia più di 35 anni , che abbiano rapporti liberi alla ricerca di un figlio da due anni senza risultato Il tempo di attesa è rilevante per quanto riguarda la possibilità di successo per quella determinata coppia. La tabella che segue mostra le probabilità di gravidanza in relazione alla durata della sterilità. Dopo un anno di rapporti liberi il 60 % delle coppie ha ottenuto una gravidanza , ma su cento coppie che presentano una infertilità da cinque anni solo il 3% concepirà spontaneamente. Quindi le sterilità di maggiore durata sono quelle che più difficilmente si risolveranno spontaneamente...

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