Depressione (bipolare): chi vede le stelle cadenti?

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Viaggi di Nozze con Carlo Verdone, trasmesso ieri. Il suo affresco sociale, soprattutto negli episodi dei due coatti (Ivano e Jessica) e della coppia sfortunata alle prese con la meschinità e l'egocentrismo dei parenti. Nessuna delle tre coppie del film riuscirà a coronare un sogno, a festeggiare. La prima vivrà la sua depressione grottescamente fino al suicidio finale nell'indifferenza del marito, la coppietta sfortunata non riuscirà a concedersi il piacere per l'incapacità di ignorare i ricatti familiari e per un senso ansioso del dovere. La coppia che forse meglio incarna però il senso del film e il tema satirico è quella di Ivano e Jessica. Il loro matrimonio avviene come rilancio per una storia sessualmente ruspante, ma forse già in fase calante. Hanno bisogno di novità, di stranezze: quella che apparentemente è fantasia e trasgressione è però anche incapacità di entusiasmo per la normalità dell'esperienza umana. Piano piano, proprio durante il viaggio di nozze, i problemi si concretizzano: lui fa cilecca, lei perde la voglia, i tentativi di cambiare stile per riprodurre la passione sono ridicoli e innaturali ormai. "O' famo strano ?!" è il principio della noia, perché non dura all'infinito, e soprattutto se lo strano è sempre, finisce di essere interessante, fatalmente. La stessa cosa che accade nelle sindromi espansive, che siano mania o ipomania: il seme della noia è nell'eccitamento, specialmente se è prolungato. Non è soltanto questione di rimanere senza benzina per averla consumata tutta e subito, è anche il fatto di aver configurato il cervello per sentire solo quel che è sopra un certo livello. Se quel livello è risultato della novità, della stranezza, dell'eccesso, arriva un momento in cui niente è nuovo, niente è diverso, niente è perverso e niente è più tanto. Il mondo sembrerà un piatto grigio, insapore, inodore, già mangiato comunque.

Una scena è emblematica di questo sentimento di noia cosmica, di sensazione di aver ormai finito la cuccagna, di aver visto la prima parte del paradiso e di aver finito lì le proprie credenziali per proseguire: o non esiste altro paradiso, ed era tutto lì, o comunque non c'è più modo di andare avanti. In ogni caso, una delusione, perché l'idea di crescere sempre e di non frenare mai si rivela illusoria, e forse anche patologica, se in quel modo non è più possibile tornare indietro. Se a trent'anni non c'è più niente da scoprire, è necessario trovare un modo per scendere e ricominciare dalla base. Guardando in alto non sembra esserci più nulla, e guardare in basso sembra una vertigine insopportabile, una caduta definitiva e una rinuncia anche a provare.

La scena è quella in cui Ivano e Jessica, nel parcheggio di un locale dopo una notte di divertimento malriuscito, insieme ad una coppia di amici si riposano guardando il cielo stellato. L'amica dice "Una stella cadente ! Una stella cadente !". Gli altri in silenzio guardano in alto. Lei chiede "Avete espresso un desiderio ?". Uno dei tre fa "A me non m'è venuto"; l'altro "Io non l'ho vista proprio..."; "Ma che te voi desiderà..!" conclude Jessica.

Questa sensazione, a volte passeggera, che tutti magari hanno provato dopo la fine di un periodo esaltante, dopo la caduta di un'illusione, in alcuni casi diventa una malattia, perché rimane e peggiora, e soprattutto impedisce di guardare indietro, e di scendere dall'alto per aiutare il cervello a ricominciare dal basso, e ritrovare la piccola felicità e la capacità di vedere le stelle quando si guarda in alto.

Il primo stadio è non riuscire a esprimere un desiderio compiuto subito, dover pensare a cosa si vuole, l'apatia

Il secondo stadio è non riuscire a vedere la possibilità che quel che si vuole possa comunque realizzarsi, il pessimismo

Il terzo stadio è non riuscire più a capire cosa possa significare un desiderio, l'anedonia

A volte si tratta di uno sbalzo temporaneo, altre di una depressione, e specialmente quando si tocca il terzo stadio.

 

http://www.youtube.com/watch?v=-vQWzsWVfzg

Data pubblicazione: 05 aprile 2012

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

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