Depressione, gravidanza, parto e maternità
La depressione che colpisce donne in età fertile o nel periodo della gravidanza e della prima maternità è spesso trascurata. Purtroppo, anziché una doppia attenzione a questa malattia, spesso c'è un doppio fraintendimento: se la depressione già in sé è una malattia poco capita e poco "creduta", durante la gravidanza lo è ancora di meno poiché per gli altri pensano che la persona abbia anche un motivo in più per non essere depressa, cioè la maternità.
Invece, la depressione non dipende in genere da alcun fattore esterno, né nel suo sviluppo né nella prospettiva di cura. Ragion per cui, non si può contare sul vissuto di maternità per sperare che se ne vada da sola, o sulla responsabilizzazione di madre perché sia scalzata e contrastata automaticamente, come fosse un atteggiamento sbagliato.
La depressione associata agli eventi della gravidanza, del parto e della maternità deve essere oggetto di informazione, di prevenzione e di terapia. Una depressione non affrontata in questi ambiti può compromettere le prime fasi dell'esperienza di maternità, innescando inutili sensi di colpa o impedendo la normale esperienza e il fisiologico rapporto madre-figlio nella prima importante fase dell'attaccamento.
E' quindi consigliabile per tutte le donne in cui esista una storia di depressione un inquadramento preventivo, anche se esiste una storia familiare di problemi di questo tipo. E' comunque consigliabile per chiunque avesse o notasse alterazioni affettive, comportamentali o del pensiero durante o dopo la gravidanza il contatto con un medico.
In caso di abuso concomitante di sostanze, come alcol o droghe, l'inquadramento e il trattamento sono ancora più delicati ma comunque raccomandati, per evitare esisti negativi della gravidanza o danni al feto.