Esofago di Barrett

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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

L'esofago di Barrett è una condizione precancerosa, caratterizzata dalla trasformazione (metaplasia) delle cellule della mucosa dell'esofago.

Che cosa è l’esofago di Barrett?

L’esofago di Barrett è una complicanza dell’esofagite da reflusso grave ed è caratterizzata dalla sostituzione delle cellule di rivestimento della mucosa esofagea con cellule non presenti normalmente nell’esofago e simili alle cellule della mucosa intestinale (metaplasia intestinale).Questa condizione è un fattore di rischio per il cancro dell’esofago.

Cause e meccanismi di sviluppo

Il reflusso continuo di materiale acido aggressivo dallo stomaco in esofago causa una infiammazione cronica (esofagite): la trasformazione dell’epitelio squamoso (lo strato di cellule caratteristico della superficie della mucosa dell’esofago normale) in epitelio cilindrico metaplasico si realizza perché l’epitelio cilindrico è più resistente al danno indotto dall’acido. La progressione della malattia è variabile, non è costante e va incontro a diversi stadi di displasia prima di evolvere verso il cancro.

Sintomatologia

La trasformazione dell’epitelio non dà sintomi diversi da quelli dell’esofagite da reflusso: pirosi (bruciore) retrosternale, rigurgito acido, difficoltà nella deglutizione.

Diagnostica

La diagnosi è sospettata alla visione endoscopica ed è effettuata con esame istologico della biopsia della mucosa: la presenza di metaplasia intestinale con cellule caliciformi è diagnostica per esofago di Barrett.

L’estensione in lunghezza della lesione è un criterio di valutazione per il rischio neoplastico che risulta maggiore per estensioni superiori ai 3 cm. La presenza di displasia di basso grado o di displasia ad alto grado condiziona prognosi e terapia.

Trattamento

La diagnosi di esofago di Barrett impone il trattamento consueto dell’esofagite e un follow-up endoscopico per escludere la concomitanza di displasia e/o cancro con biopsie multiple della mucosa.

La frequenza delle endoscopie di controllo dipende dalla situazione iniziale. Nei soggetti con displasia di alto grado è raccomandato un controllo endoscopico ravvicinato (ogni tre mesi), mentre in condizioni di displasia di basso grado è sufficiente una endoscopia ogni 6-12 mesi. I soggetti senza displasia dovrebbero praticare due endoscopie nel primo anno della diagnosi e successivi controlli ogni tre anni.

La terapia medica nell’esofago di Barret senza displasia o con displasia lieve si fonda sugli stessi farmaci utilizzati per l’esofagite: inibitori di pompa protonica, antiacidi, procinetici; la displasia di alto grado richiede il trattamento chirurgico con mucosectomia endoscopica o esofagectomia parziale.

Complicanze

Oltre il già citato cancro dell’esofago, tra le complicanze è possibile che – a seguito dell’infiammazione cronica – si realizzi un’ulcera peptica dell’esofago con stenosi (restringimento).

Data pubblicazione: 11 ottobre 2010

Autore

alessandro.scuotto
Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso Università Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Como tesserino n° 5803.

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