Prurito intimo perdite bruciore.

Prurito, bruciore e perdite vaginali: consigli pratici

Prurito intimo, perdite vaginali e bruciore: potrebbero essere sintomi di vaginiti o altre infezioni vaginali. Ecco alcuni suggerimenti e consigli utili per risolvere e prevenire questi disturbi.

Tra i disturbi che più frequentemente vengono riferiti dalle pazienti che si rivolgono a noi ginecologi, ci sono il bruciore e prurito intimo e le perdite vaginali (più o meno maleodoranti, di colore variabile dal bianco, al giallo, verde, marrone), indicativi di uno stato di infiammazione in atto, causato da vari tipi di microrganismi come batteri, miceti e virus.

Cosa fare in caso di prurito intimo e fastidi vaginali?

In presenza di perdite o bruciore e prurito vaginale bisogna prima di tutto sottolineare che va assolutamente evitata l’assunzione di farmaci o disinfettanti sotto forma di lavande, creme, ovuli vaginali ecc. senza essersi prima di tutto recate dal ginecologo per effettuare una visita di controllo e l’esecuzione di un tampone vaginale, per avere una diagnosi precisa dell’infezione, in base alla quale potrà essere prescritta una terapia corretta ed efficace.

L’abitudine al “fai da te”, o la tendenza a fare cose “perché me lo ha detto la mia amica, me lo ha consigliato la mamma, ecc.”, sono assolutamente da evitare, perché non solo, in genere, non risolvono affatto il disturbo lamentato, ma possono creare difficoltà nella diagnosi e compromettere i risultati della terapia, determinando così una situazione difficile da risolvere e una cronicizzazione dei sintomi.

Teniamo quindi sempre presente che, quando c’è un bruciore o un prurito intimo che possono essere più o meno associati a perdite bianche, la prima cosa da fare è: consultare lo specialista giusto cioè il ginecologo e quindi effettuare una visita ginecologica per individuare le cause che possono essere infettive o non infettive.

Per approfondire:Vaginiti e vulvo-vaginiti: le infiammazioni di vagina e vulva

Quali esami fare?

Una volta fatta la visita ginecologica, quali sono gli esami che bisogna fare per una corretta diagnosi delle infezioni vaginali?

Gli esami che di solito vengono effettuati per fare una corretta diagnosi in presenza di sintomi come il prurito intimo che fanno sospettare un’infezione vaginale sono il tampone vaginale, il pap test e la colposcopia.

Che differenza c’è tra il tampone vaginale e il pap test?

Il tampone vaginale è l’esame più specifico per la diagnosi delle infezioni vaginali. Si effettua prelevando le secrezioni vaginali tramite una specie di cotton fioc, che verranno poi esaminate in modo accurato per identificare con esattezza i microrganismi responsabili dell’infezione.

Il pap test è un esame che si esegue prelevando le cellule del collo dell’utero, e serve soprattutto per evidenziare le anomalie cellulari al fine di identificare le cellule tumorali. Viene quindi considerato un esame fondamentale per la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero, anche se nel referto viene spesso segnalata la presenza di eventuali processi infiammatori, e aiuta anche nella diagnosi delle infezioni vaginali, ma è meno specifico rispetto al tampone, in quanto possono essere diagnosticati solo alcuni tipi di infiammazioni.

In che cosa consiste la colposcopia?

La colposcopia è un esame che viene fatto, quando, dopo aver effettuato la visita ginecologica e il pap test,vengono messe in evidenza situazioni particolari come un ectropion, meglio conosciuto come “piaghetta del collo dell’utero”, un’infezione da HPV, o situazioni di infiammazioni croniche e recidivanti che meritano un approfondimento diagnostico.

L’esame consiste nell’osservazione del collo dell’utero tramite uno strumento, il colposcopio, che si può definire una specie di microscopio, in quanto consente di vedere con un notevole ingrandimento la superficie del collo dell’utero, e ci consente di fare una diagnosi accurata delle eventuali lesioni presenti, effettuando laddove necessaria anche una biopsia.

Per approfondire:Bruciore, dolore vaginale e rapporti dolorosi: i sintomi della vulvodinia

Quali sono le infezioni vaginali più frequenti?

Esistono vari tipi di infezioni vaginali che si possono riscontrare nelle donne in età fertile, tra le più frequenti ci sono quelle:

  • da Candida,
  • da Gardnerella,
  • da Trichomonas, da batteri (Streptococco, Stafilococco, Escherichia Coli, ecc.),
  • da virus (HPV ed Herpes).

Ci sono poi quelle non infettive (da contatto, irritative e allergiche) scatenate da sostanze come deodoranti, saponi, residui di detersivo negli indumenti intimi, biancheria sintetica e colorata, indumenti stretti, profilattici o gli stessi farmaci usati per curare una vaginite di tipo infettivo.

Per approfondire:La vaginosi batterica da Gardnerella

Quali sono le cause delle infezioni vaginali?

Le infezioni vaginali possono insorgere:

  • Attraverso rapporti sessuali con partner infetti, che spesso sono asintomatici e quindi portatori sani.
  • Tramite biancheria, abbigliamento o acqua infetta.
  • A causa di situazioni particolari come abbassamento delle difese immunitarie, carenza di estrogeni, utilizzo di contraccettivi orali (pillola anticoncezionale).
  • In seguito ad interventi ginecologici, come aborti, parti ecc, o in seguito ad esami diagnostici ginecologici sull’utero (laserterapia, diatermocoagulazione ecc.)
  • A causa della presenza di spirale intrauterina (IUD).

Come si curano?

La terapia verrà prescritta dopo accurata identificazione della causa specifica (tramite visita ginecologica, tampone vaginale, colposcopia, pap test), e sarà mirata e precisa.

Le terapie, diverse a seconda del tipo di infezione presente, si somministrano sotto forma di ovuli, creme vaginali, lavande, e compresse orali.

Discorso a parte per le infezioni da virus HPV, per il quale è necessario un trattamento diverso con laser, diatermocoagulazione, conizzazione ecc. a seconda del tipo di lesioni che ha provocato.

Anche il partner deve seguire una terapia?

Sì, anche se asintomatico e non presenta fastidi o prurito genitale.

Per approfondire:Escrescenze vaginali: papille fisiologiche o condiloma?

Come prevenire le infezioni vaginali?

Le infezioni vaginali si possono prevenire osservando alcuni suggerimenti su stile di vita e abitudini comportamentali.

L'importanza dell'igiene intima

Bisogna prima di tutto imparare ad effettuare una corretta igiene intima.

Spesso, le pazienti che lamentano prurito alla vagina interrogate sulle modalità con cui viene fatta l’igiene intima, dimostrano che molti punti fondamentali non sono chiari o non si conoscono affatto.

Cominciamo dicendo che la vagina è dotata fisiologicamente di alcuni meccanismi di difesa naturali, come la presenza di alcuni microrganismi, soprattutto un batterio, il lattobacillo di Doderlein, che assicurano il mantenimento di un ph vaginale ideale per impedire agli agenti esterni di provocare le infezioni.

Per evitare di alterare questo formidabile equilibrio della natura è necessario osservare queste modalità nell’esecuzione dell’igiene intima quotidiana:

  • Lavare i genitali ogni giorno, mattina e sera, e in particolare prima e dopo i rapporti sessuali.
  • Effettuare una detersione accurata delle pieghe e degli spazi presenti tra le piccole e le grandi labbra della vagina, avendo cura di asportare tutte le secrezioni che vi ristagnano.
  • Lavare la zona dell’ano, separatamente, dopo quella vaginale, per evitare di trasportare i batteri fecali che sono presenti a causa del passaggio delle feci, nella zona vaginale e uretrale, possibile causa di insorgenza di vaginiti e cistiti.
  • Sciacquare abbondantemente, ed eliminare tutti i residui di schiuma del detergente intimo
  • Evitare di asciugarsi con l’asciugamano, che può, specialmente se non viene cambiato spesso, essere un possibile serbatoio di batteri, e preferire invece materiale monouso, ad esempio i fazzoletti di carta.
  • Utilizzare sempre un detergente intimo adeguato, a seconda dell’età e della situazione particolare della donna.

Che caratteristiche deve avere il detergente intimo?

Perché deve essere diverso a seconda dell’età e delle situazioni?

Il detergente intimo deve essere consigliato dal ginecologo a seconda del tipo di paziente. Un buon detergente intimo deve rispettare il ph fisiologico dell’ambiente vaginale che varia, essendo più acido nell’età fertile della donna (ph 3,5-4,5) e meno acido, con valore quindi più alto, nelle bambine e nelle donne in menopausa.

È necessario quindi un detergente a ph acido in età fertile e neutro nell’infanzia e nella menopausa. Non deve contenere tensioattivi aggressivi che alterano la flora batterica vaginale, e non deve contenere profumi che possono determinare reazioni allergiche.

Esistono poi particolari situazioni, come la gravidanza, il ciclo mestruale, la contraccezione e la presenza di eventuali infiammazioni vaginali, che richiedono l’uso di detergenti specifici. Per esempio in caso di infiammazioni, utilizzare quelli con una moderata azione antisettica, in menopausa, in caso di secchezza vaginale, utilizzare detergenti specifici con azione idratante e lenitiva.

L’igiene intima dovrà essere accurata, senza però cadere nell’eccesso di pulizia che altrimenti altera il ph vaginale e paradossalmente espone più facilmente alle infezioni: tanto per capirsi se ci si lava troppo spesso, specialmente con prodotti non adeguati, il rischio di infezioni aumenta, perché si provoca un’alterazione delle difese naturali.

Bisogna attenersi quindi alle modalità su descritte e l’igiene intima deve comunque essere estesa anche al partner maschile.

Come si effettua l’igiene intima maschile?

Non si parla praticamente mai di igiene intima maschile, ma è importantissima, sia per la salute dell’apparato riproduttivo maschile, che per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse.

Ci sono alcune semplice regole da seguire per essere certi di effettuare una corretta igiene intima al “maschile”:

  • Lavare i genitali ogni giorno, mattina e sera, prima e dopo i rapporti sessuali, sollevando il glande per rimuovere le secrezioni che si raccolgono nel solco balano prepuziale, ed effettuare una accurata detersione anche dello scroto, soggetto spesso a episodi di sudorazione, in quanto ricco di ghiandole sebaceee e pilifere.
  • Usare un detergente intimo specifico, a ph neutro o leggermente acido, e sciacquare accuratamente i genitali
  • Approfittare del momento dell’igiene intima per controllare se vi sono variazioni di forma consistenza e volume dei testicoli, presenza di lesioni, arrossamenti ecc. al pene, in modo da poter identificare precocemente eventuali malattie (infezioni, varicocele, tumori).
  • Rivolgersi immediatamente all’andrologo, se si notano anomalie e fastidi degli organi genitali.
  • Utilizzare il profilattico per proteggersi dalle infezioni, anche per i rapporti anali, in quanto nel retto vi è la presenza di una abbondante flora batterica potenzialmente patogena, causa frequente di infezioni.

Lo stile di vita nella prevenzione delle infezioni vaginali

È vero che anche il tipo di indumenti, l’alimentazione, l’attivita fisica, e lo stile di vita, sono importanti per la prevenzione delle infezioni vaginali?

Si, e l’adozione di semplici regole comportamentali è fondamentale sia per la prevenzione, che per evitare le recidive dei processi infiammatori.

  • Per quanto riguarda gli indumenti, è consigliabile usare biancheria intima di cotone, preferibilmente bianco, non aderente, per favorire la traspirazione.
  • Per lo stesso motivo, è consigliabile utilizzare assorbenti e salvaslip in cotone, ipoallergenici, avendo cura di cambiarli frequentemente, (ogni tre-quattro ore al massimo). Non indossare pantaloni o collant eccessivamente stretti.
  • Utilizzare il profilattico per la prevenzione della malattie sessualmente trasmesse.
  • Mantenere regolare la funzione intestinale, evitando episodi di stipsi e colite, che predispongono allle infezioni vaginali (vaginiti) e vescicali (cistiti), adottando la buona abitudine di bere almeno 1,5-2 litri di acqua oligominerale al giorno per depurare e disintossicare l’organismo, assumere quotidianamente fermenti lattici per bocca (yogurth,ecc.) o per via vaginale sotto forma di ovuli o gel da fare a cicli, (che potranno essere consigliati dal ginecologo), al fine di potenziare le difese immunitarie, e seguire un’alimentazione regolare ricca di frutta e verdura, evitando grassi, fritture, eccessivi condimenti, privilegiando carni bianche, pesce, e fibre integrali.
  • Fare quotidianamente una sana attività fisica che può essere anche una semplice passeggiata di 30-40 minuti a passo sostenuto, al fine di mantenere una perfetta forma fisica, una regolare funzione intestinale, un eliminazione dei fattori di stress, che indirettamente predispongono anche alle infezioni vaginali.
  • Se si devono assumere terapie antibiotiche, associarvi sempre dei fermenti lattici, o vitamine del complesso B, per evitare che la flora batterica intestinale si alteri e scateni infezioni vaginali e vescicali.
  • Tenere sotto controllo la glicemia e il diabete, anch’essi fattori predisponenti per vaginiti e cistiti.

In caso di vaginiti da Candida il fattore alimentazione gioca un ruolo importante, in quanto si tratta di una forma di infezione difficile da eradicare, a alcuni tipi di alimenti vanno evitati perché favoriscono la replicazione e la diffusione di questo tipo di fungo. Per cui in caso di candida, oltre ad adottare le misure di prevenzione su citate, bisogna anche evitare alcuni alimenti come dolci,lieviti, farina di frumento, latte vaccino e derivati, cioccolata, the e caffè,fritture, cibi speziati e piccanti, bibite gasate,insaccati.

Conclusioni

Riassumendo quindi quali sono le regole per prevenire, diagnosticare e curare il bruciore, il prurito intimo e le perdite vaginali?

  1. Non appena si avvertono sintomi come prurito, bruciore o perdite vaginali, rivolgersi subito al ginecologo, senza fare nulla di propria iniziativa o su consiglio di persone non specializzate in questo tipo di problemi, per evitare di confondere la diagnosi, e per poter fare una terapia corretta, evitando il rischio di recidive.
  2. Fare quotidianamente, una corretta igiene intima seguendo le modalità su descritte. La regola deve essere adottatta dalla donna, ma anche dal partner maschile.
  3. Adottare un tipo di abbigliamento, e un tipo di presidi intimi (assorbenti, salvaslip), adeguato, in cotone o in fibre naturali, non aderente.
  4. Tenere sotto controllo la funzione intestinale.
  5. Fare attività fisica regolare.
  6. Seguire un corretto regime alimentare.
  7. Utilizzare il profilattico.
  8. Ascoltare sempre i consigli del vostro ginecologo.
Data pubblicazione: 04 luglio 2011

Autore

defalcovincenza
Dr.ssa Vincenza De Falco Ginecologo

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso università la Sapienza di Roma.
Iscritta all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43654.

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