A caccia di emozioni: la personalità sensation seeker

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta

La dizione inglese sensation seeker (alla lettera: cercatore di sensazioni) si riferisce a un tipo di personalità in costante ricerca di sensazioni nuove e intense, unita alla disponibilità a correre rischi per ottenerle. Questi individui non cercano il rischio di per sé, esso è però una conseguenza del fatto che le sensazioni più forti possono essere sperimentate, spesso, solo in situazioni estreme. L’assunzione di droghe, dormire con estranei, saltare con il paracadute, corse con veicoli a motore, alpinismo e ogni altro sport estremo sono comportamenti che forniscono le sensazioni cui il seeker tanto anela, ma al prezzo di mettere in rischio la sua incolumità e quella delle persone che gli stanno attorno.

Anche da attività ad alta intensità emotiva e a basso rischio, come l’ascolto di alcuni tipi di musica, la visione di film erotici o dell’orrore, viaggi in paesi esotici e feste senza uso di droghe, il seeker attinge a piene mani.

Ciò che il seeker non sopporta è la noia. È come se queste persone avessero una soglia della noia tarata su un livello molto basso, potendo restare solo un breve tempo senza attivarsi per scrollarsela di dosso. Sempre alla ricerca dell’ultima novità, dell’ultima release di vissuto inebriante, del modo migliore per ridurre la prevedibilità nella propria esistenza. Il seeker è insomma un impaziente.

Questo continuo bisogno di esplorazione dell’ambiente, che lo mette in situazioni rischiose, altro non è che l’esagerazione di un tratto umano responsabile della nostra sopravvivenza come specie.  È presente in ciascuno di noi. Pensiamo ai bambini, che fin dai primi mesi di vita adorano essere lanciati in aria per poi cadere nel vuoto, fino a incontrare di nuovo le braccia dell'adulto.

Altri modi di ricercare sensazioni si esprimono poi non attraverso l’azione, ma la disinibizione in situazioni sociali, stili di vita devianti e ricerca del cambiamento fine a se stesso, sempre a causa dell’intolleranza alla noia e alla prevedibilità.

Disturbi di personalità e ricerca di sensazioni

I disturbi di personalità sono una classe di disturbi psichiatrici difficili da descrivere in modo semplice, ma che tuttavia è abbastanza facile per il clinico riconoscere, soprattutto a causa delle emozioni contrastanti che tali individui suscitano quando si presentano in studio chiedendo aiuto. Nell’attuale classificazione data del DSM IV, il manuale statistico per la classificazione dei disturbi mentali adottato da psichiatri e psicologi, sono definiti 10 tipi di personalità patologiche divise in 3 cluster (gruppi). Del cluster B fanno parte il disturbo antisociale, il borderline, l’istrionico e il narcisistico.

È molto difficile riscontrare nella realtà profili di personalità rispondenti in tutto e per tutto alle descrizioni del DSM e questo è uno dei motivi per cui alcuni clinici, soprattutto psichiatri, non ne riconoscono l’esistenza. Preferiscono parlare di varie tipologie di disturbo bipolare, oppure si focalizzano su altre aree nelle quali la disfunzionalità si esprime, ad esempio attraverso l’alimentazione sregolata. La bipolarità, tuttavia, è classificata come disturbo dell’umore e ciò appare limitato e riduttivo per descrivere l’ampia varietà di sfumature che queste personalità sono in grado di esibire. Ma di nuovo, alcuni clinici sono critici con l’idea stessa di personalità, patologica o meno.

Rispetto a disturbi maggiormente caratterizzati e definiti, come ad esempio i disturbi d’ansia, i disturbi di personalità tendono a mostrare larghe aree di sovrapposizione gli uni con gli altri e sta perciò all’abilità del clinico operare un riconoscimento utile alla diagnosi.

Una delle aree di sovrapposizione più facilmente individuabile interessa soprattutto il cluster B di cui sopra, e riguarda proprio il bisogno di ricerca di sensazioni. Una persona affetta da uno dei disturbi di personalità del cluster B quasi sicuramente rivelerà un bisogno di ricerca di sensazioni molto pronunciato.

Il prototipo perfetto del seeker è la personalità antisociale, incapace di rimandare il bisogno di provare piacere anche quando questo significa ignorare e calpestare regole e diritti altrui. Si tratta d’individui privi o con scarsissimo senso della moralità, l’antisociale è un sensation seeker “puro” che può arrivare a comportamenti estremi, come nel caso del serial killer o della psicopatia.

Un altra personalità patologica con caratteristiche da sensation seeker è la borderline. Per il borderline il primo problema da risolvere non è la ricerca del piacere, ma sconfiggere il senso estremo d’insoddisfazione e vuoto, soprattutto nell’area affettiva. Un modo (disfunzionale) in cui il borderline ottiene ciò è ricorrendo a comportamenti trasgressivi. La cleptomania, ad esempio, è un tipico comportamento da borderline, soprattutto al femminile.

Anche nella personalità istrionica è possibile ravvisare la ricerca di sensazioni, però più legate al versante sociale e alla mondanità: sedurre molte persone,  scialacquare soldi senza ritegno, fare molti viaggi. Sempre a un livello superficiale, senza la capacità di entrare in relazione o provare interesse autentico per persone e oggetti.

Adattività e disadattività

Che cosa dobbiamo pensare di una persona che decide di diventare alpinista o pilota di Formula 1? Si tratta di una persona con problemi oppure possiamo affermare di essere ancora nell’alveo della normalità?

Per rispondere a questa domanda occorre osservare che, in psicologia clinica e in psichiatria, un determinato tratto di personalità o modello comportamentale non è patologico di per sé, ma lo diventa a seconda dell’intensità e del modo in cui si esprime. Ogni patologia altro non è che una funzione normale che per qualche motivo devia dal suo percorso fisiologico fino a diventare abnorme, anormale. Perciò il pilota che corre a 300 km/h sulla pista o la controfigura che compie voli e tuffi spettacolari sono persone con tratti sicuramente da sensation seeker, che però hanno scelto una via socialmente accettabile per soddisfare il loro bisogno. Riuscendo, in altri termini, a sviluppare un modello comportamentale adattivo a partire da un tratto potenzialmente disadattivo del temperamento. Chi invece guida ubriaco, viaggiando a tutto gas fino a investire pedoni o andare a sbattere da qualche parte, parte da un tratto disadattivo e lo manifesta in modo altrettanto disadattivo.

Un’altra categoria di persone con i galloni di sensation seeker ben appuntati sul petto è costituita dagli adolescenti. L’avventatezza e l’impulsività dei ragazzi sono proverbiali, tanto che il termine ragazzata sta a significare un atto sconsiderato, stupido, che avrebbe potuto essere evitato se solo si fosse “inserito il cervello prima di agire”. Tale fenomeno si deve alla diversa velocità con cui maturano le aree cerebrali deputate al controllo degli impulsi (Steinberg et al. 2009), ossia queste aree maturano in ritardo rispetto a quelle intellettive. Il risultato è che l’adolescente è adulto riguardo a intelligenza e capacità di discernimento, ma immaturo per impulsività ed emotività. Vista dagli occhi di un clinico, l’adolescenza ha diverse caratteristiche distintive della personalità disturbata, ma non si tratta di patologia, solo di personalità in formazione che hanno bisogno di essere supervisionate e controllate dagli adulti.


Ricerca di sensazioni e biologia

La fascia di età degli adolescenti maschi è in cima alle classifiche per incidenti stradali, eccesso d’alcol, uso di droghe e gioco d’azzardo patologico. Gli eserciti preferiscono da sempre i giovani uomini come soldati non solo per la forza fisica, ma per la loro disponibilità a rischiare la vita in combattimento (Zuckerman, 2000). Intorno a quest’età i ragazzi raggiungono il picco massimo di sensation seeking e sono, non a caso, anche al picco massimo di testosterone.

Quest’ormone ha una correlazione speciale con la disinibizione e la ricerca di sensazioni associate all’alcol, all’uso di droghe e al comportamento antisociale. Ed è pure in relazione con tratti normali quali dominanza, socievolezza e livello d’attività (ibid.). Via via che il livello di testosterone cala, l’aggressività e la tendenza all’asocialità degli uomini si attenua. I punteggi misurati sulla scala di Zuckerman negli uomini dai 50 ai 59 anni sono la metà di quelli dei ragazzi dai 16 ai 19.

Un altro correlato biologico della ricerca di sensazioni è l’enzima monoamminoossidasi (MAO) attivo nel cervello. Le MAO funzionano da regolatore, mantenendo i livelli di alcuni neurotrasmettitori in equilibrio. Una particolare forma di MAO interviene sulla dopamina, le cui connessioni con comportamenti antisociali, abuso di sostanze e comportamenti legati alla ricerca del piacere sono ben note. I livelli di MAO sono bassi nei cercatori di sensazioni, il che significa deficienza di regolazione. Inoltre, le MAO sono più alte nelle donne che negli uomini e il loro livello in generale sale con l’età. Ricerche mostrano che le MAO sono coinvolte nella ricerca di sensazioni e nelle forme psicopatologiche con comportamenti impulsivi, che perseguono la ricompensa immediata senza riguardi per le conseguenze.

 

La ricerca psicologica sulla ricerca di sensazioni

Dagli studiosi sono state formulate varie ipotesi per tentare d’inquadrare e capire questo tipo di personalità così particolare. Ad esempio, Eysenck fu uno dei primi ad adottare un approccio dimensionale allo studio della personalità. Successivamente McCrae e Costa (1992) suggerirono che la disponibilità a correre rischi potesse essere correlata al tratto di personalità noto come stabilità emotiva (o nevroticismo). In altre parole tali comportamenti sarebbero un mezzo per esorcizzare una tendenza fobica di base, che spingerebbe a evitare il pericolo. La persona agirebbe perciò in modo opposto per contrastare tale tendenza. L’ipotesi non è però stata confermata dal lavoro di Zuckerman.

Il lavoro base di McCrae e Costa resta tuttavia fondamentale, per aver originato la teoria Big Five che riassume le personalità non patologiche a partire da soli 5 tratti (estroversione,  amicalità,  coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale). Il test di personalità Big Five, dal nome dalla teoria, è oggi uno dei più validati e accettati in ambito non clinico, ad esempio nel mondo del lavoro e delle organizzazioni.

Altri studiosi hanno ipotizzato che alcuni comportamenti rischiosi e antisociali, come la guida spericolata o in stato d’ebbrezza, fossero un modo per esprimere aggressività.

Altri ancora, con meno pretese esplicative e più attenzione ai fatti, si sono chiesti se questi comportamenti non potessero essere semplicemente un’espressione generalizzata di bisogno d’attività fine a se stesso, come nel caso degli individui iperattivi, che si stimolano da soli attraverso l’attività per evitare la noia.

Dopo aver studiato questo tipo d’individui per oltre 20 anni, Marvin Zuckerman sviluppò nel 1960 una scala di misura della personalità che chiamò Sensation Seeking Scale (vedere in bibliografia il link al test online autosomministrabile). In essa, il livello individuale di bisogno di sensazioni è definito da 4 dimensioni: disinibizione, ricerca di esperienze, ricerca dell’eccitazione e suscettibilità alla noia. I risultati cui giunse Zuckerman stabilirono che questi tratti sono influenzati da una forte componente genetica e che esiste quindi una probabilità relativamente alta che genitori con alti punteggi in queste dimensioni abbiano figli con punteggi altrettanto alti.

 

Un interessante esperimento condotto da Dutton e Aron (1974) utilizzava un setting naturale in grado d’indurre eccitazione fisiologica. Dei partecipanti uomini venivano fatti passare a piedi su due ponti diversi. Uno di questi era steso su un profondo burrone, un ponte spartano e instabile, di quelli che oscillano paurosamente sotto l’incedere dei passi. L’altro era invece un ponte stabile e sicuro. Alla fine del ponte un’attraente ragazza, d’accordo con gli sperimentatori, si presentava ai partecipanti e li pregava di partecipare a un sondaggio ponendo loro alcune domande. Alla fine lasciava un numero di telefono e li pregava di richiamarla se avessero avuto bisogno di chiarimenti. I risultati mostrarono che gli uomini che avevano incontrato la ragazza sul ponte pauroso telefonarono alla ragazza con una probabilità 8 volte maggiore di quelli che l’avevano incontrata sul ponte sicuro. Il maggior livello d’eccitazione sperimentato era stato attribuito erroneamente alla ragazza, ma in realtà era stato causato dalla paura per le oscillazioni del ponte. Eppure molti di loro dichiararono che della ragazza avevano ammirato viso, corpo e occhi, ma nessuno dichiarò che era stata la paura a emozionarli facendo sembrare la ragazza più attraente.

Corollario n. 1: l’eccitazione fa sembrare tutta la situazione più eccitante e piacevole, e ciò fa capire perché alcune persone cercano modi sempre nuovi di eccitarsi.

Corollario n. 2: se volete far colpo su qualcuno, portatelo sulle montagne russe, non al cinema.

 

Conclusioni

La ricerca di sensazioni, conclude Zuckerman, non è necessariamente negativa o fatale. L’umanità ha sempre avuto bisogno di pionieri, senza l’accettazione di una quota di rischio non saremmo progrediti come specie, non ci sarebbe stato impeto sufficiente per spingersi in avanscoperta. Tuttavia, rispetto ai nostri progenitori, oggi ci sono rimasti pochi territori da esplorare e il lavoro e la routine quotidiana, per molte persone, sono tutto meno che divertenti.

La vita moderna, pur con le varie protezioni sociali e la progressiva messa al bando delle guerre, non è ancora riuscita a spazzar via il nostro profondo bisogno d’eccitazione. Alcuni lo soddisfano attraverso gli altri, con le relazioni e il sesso. Altri hanno bisogno di qualcosa in più e se ne vanno a fare parapendio o bungee-jumping anche se la fonte più accessibile di ebbrezza e a buon mercato (si fa per dire) resta la guida irresponsabile.

Le persone hanno un bisogno innato di esaltazione ed euforia, e in un modo o nell’altro riusciranno a soddisfarlo.

 

Bibliografia

  • P.T. Costa Jr, R.R. McCrae. 1992. Revised NEO Personality Inventory (NEO-PI-R) and NEO Five-Factor Inventory (NEO-FFI) manual. Odessa, FL: Psychological Assessment Resources.

    DSM-IV-TR. 2004. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Masson-Ravizza.
  • D.G. Dutton, A.P. Aron. 1974. Some evidence for heightened sexual attraction under conditions of high anxiety. Journal of Personality and Social Psychology, 30, 510–517.

    L. Steinberg, E. Cauffman, J. Woolard, S. Graham, M. Banich. 2009. Are Adolescents Less Mature than Adults? Minors' Access to Abortion, the Juvenile Death Penalty, and the Alleged APA 'Flip-Flop'. American Psychologist.

    M. Zuckerman. 1971. Sensation Seeking Scale. Test online (in inglese).

    M. Zuckerman. 2000. Are You A Risk Taker? Psychology Today online.


Data pubblicazione: 06 dicembre 2011

Autore

giuseppesantonocito
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2005 presso Università di Firenze.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Toscana tesserino n° 4612.

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