Asma domande risposte.

Dieci domande sull’asma

n.verna
Dr. Nicola Verna Allergologo

L’asma è una malattia cronica delle vie aeree polmonari di cui soffrono milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente esistono possibilità di cura efficaci che permettono agli asmatici di condurre una vita normale. Rispondiamo alle domande più frequenti sull'asma.

Che cos'è l’asma?

L’asma è una malattia cronica delle vie aeree del polmone per la quale esistono, attualmente, possibilità di cura molto efficaci. Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di tale malattia.

I sintomi dell’asma sono correlati alla respirazione ed al sistema respiratorio e variano per frequenza ed intensità.

Essi comprendono:

  • tosse,
  • respiro affannoso,
  • aumento della produzione di muco,
  • respirazione difficoltosa,
  • mancanza di respiro.

La gravità dell’asma non solo varia da persona a persona, ma può anche modificarsi, nel tempo, nell’ambito della stessa persona.

Uno degli obiettivi più importanti del trattamento dell’asma è la prevenzione della comparsa dei sintomi da ottenersi attraverso il loro controllo.

L’asma colpisce solo i bambini?

L’asma bronchiale colpisce persone di tutte le età e una diagnosi di asma può essere posta anche in un bambino di appena 2 anni di età. L’asma è la malattia cronica più comune dell’infanzia ma non colpisce solo i bambini.

È bene sfatare due grandi “miti” sull’asma:

  • Non è vero che l’asma è solo una malattia dell’infanzia.
  • Non è vero che l’asma scompare con la crescita del bambino.

Molte persone con nuova diagnosi di asma sono adulti. Anche se alcuni adulti con asma possono aver sofferto di asma da bambini, altri sviluppano tale malattia, per la prima volta, nell’età adulta. L’asma può, quindi, svilupparsi a qualsiasi età. 

Per approfondire:Come curare l'asma nei bambini

Quali sono le cause dell’asma?

Si ritiene che l’asma sia il risultato di una complessa interazione tra fattori propri dell’individuo, i geni e vari fattori ambientali, esterni all’individuo.

I fattori ambientali che sono stati studiati includono:

  • i virus come l’RSV (virus respiratorio sinciziale),
  • il fumo di sigaretta,
  • gas di scarico,
  • animali da fattoria,
  • i farmaci (soprattutto i farmaci antinfiammatori non steroidei come l’acido acetilsalicilico),
  • i pesticidi,
  • gli animali domestici.

La tendenza a sviluppare l’asma, soprattutto nei giovani, ha una base ereditaria. Se uno o entrambi i genitori hanno l’asma, per esempio, il loro bambino ha una maggiore probabilità di sviluppare asma rispetto a un altro bambino i cui genitori non hanno una storia di asma. Malgrado si sappia da tempo che nell’ambiato della stessa famiglia ci possono essere diversi casi di asma, non esiste un gene particolare, noto per essere il responsabile dello sviluppo di asma.

Sembra, invece, che molti geni contribuiscono alla tendenza di un individuo a sviluppare asma. Geni localizzati su cromosomi diversi, quali i cromosomi 2, 5, 6, 7, 12, 16, 17, 19, e 20, sono importanti per l’asma. La ricerca scientifica è volta all’identificazione dei geni che contribuiscono allo sviluppo di asma, dei geni responsabili della gravità della malattia e dei geni responsabili della riposta o della mancata risposta ai trattamenti. 

Come si forma l'asma?

I polmoni sono la componente principale del sistema respiratorio. Per capire il funzionamento dell’apparato respiratorio è utile avere qualche nozione di anatomia.

Il sistema respiratorio umano comincia dal naso, con le narici, e prosegue con il faringe e la trachea. La trachea si trova sotto le corde vocali (laringe) e la si può percepire toccando la parte anteriore del collo subito sopra lo sterno, nella parte superiore del torace. La trachea termina dividendosi in due rami: il bronco principale destro e il bronco principale di sinistra. Il bronco principale di destra porta l’aria da e verso il polmone destro, e il bronco principale di sinistra conduce aria da e verso il polmone sinistro.

La zona in cui la trachea si divide nei bronchi principale destro e sinistro si chiama la carena. Da questo punto in poi inizia tutta una serie di ramificazioni sempre più strette che costituiscono l’albero tracheobronchiale la cui suddivisione più piccola è il bronchiolo. Ogni bronchiolo porta a “sacche” d’aria nei polmoni chiamate gli alveoli.

Gli alveoli sono strutture altamente specializzate del polmone. Sono le unità polmonari di scambio dei gas. Essi, infatti, fanno in modo che l’aria fresca inalata, ricca di ossigeno (O2) entri nel corpo nello stesso tempo in cui l’aria povera di ossigeno e ricca di biossido di carbonio (CO2) esce.

L’ossigeno (O2) è necessario per la vita, la mancanza di ossigeno è rapidamente fatale. Mentre l’ossigeno inalato viene fornito agli organi attraverso i polmoni, l’aria “usata”, costituita principalmente da anidride carbonica (CO2), viene escreta tramite l’espirazione. L’anidride carbonica è prodotta dal metabolismo del corpo ed è considerato un “prodotto di scarto”. L’accumulo anomalo di anidride carbonica nel corpo e nel sangue è dannoso per la salute ed è responsabile di alcune forme di insufficienza respiratoria.

Il processo responsabile del consumo di ossigeno nel corpo e della rimozione dell’anidride carbonica è chiamato respirazione. La respirazione è la funzione principale e fondamentale dei polmoni e del sistema respiratorio. I medici a volte considerano la respirazione come uno “scambio di gas”. I gas scambiati sono l’ossigeno (O2) e anidride carbonica (CO2). Con il termine “scambio” si intende che il gas CO2 eliminato dal corpo viene sostituito da una nuova scorta di O2. Lo scambio avviene nella zona più profonda del polmone, a livello degli alveoli.

Lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica avviene attraverso una zona specializzata in cui ogni sacca di aria (alveolo) è in intimo contatto con vasi sanguigni minuti e sottili chiamati capillari. Il letto capillare circonda completamente gli alveoli lungo la membrana alveolo-capillare. A causa della struttura della membrana alveolo-capillare, l’ossigeno inalato (O2) passa facilmente dalla alveoli al sangue capillare che poi lo invia ai nostri organi.

Allo stesso modo, la CO2 del corpo attraverso il flusso della circolazione sanguigna viene ceduta alla membrana alveolo-capillare, e successivamente all’alveolo per essere esalata dai nostri polmoni a ogni respiro. Un adulto normale, a riposo, respira circa 12-18 volte al minuto, i bambini circa 20 volte al minuto, i neonati ancora più frequentemente.

La frequenza respiratoria è il numero di respiri che una persona compie in 1 minuto.

Il soggetto sano non si rende conto della propria respirazione in quanto essa è un atto automatico, che non richiede sforzo ed indolore. L’aumento della frequenza respiratoria, a volte percepita come una sorta di “mancanza di fiato”, può rappresentare un processo normale, come avviene in corso di attività fisica e consente di aumentare l’apporto di ossigeno al corpo.

Un aumento della frequenza respiratoria può anche indicare l’insorgenza di un problema di salute e, in particolare, può essere un segno di accentuazione della sintomatologia dell’asma.

Questo è il motivo per cui l’insieme delle misurazioni della frequenza respiratoria, delle pulsazioni (o frequenza cardiaca), della pressione sanguigna e della temperatura è chiamato, nella terminologia medica, come i “segni vitali”!  

I polmoni continuano a svilupparsi dopo la nascita?

Sì, i nostri polmoni continuano a crescere e svilupparsi dopo la nascita. In particolare, le unità specializzate per lo scambio gassoso ossigeno-anidride carbonica, chiamate alveoli, si sviluppano dopo la nascita. La maggior parte degli alveoli polmonari, circa l’85%, si formano dopo la nascita, durante i primi 3 anni di vita. Anche l’afflusso di sangue all’interno della rete capillare matura parallelamente allo sviluppo alveolare, dalla nascita fino ai 3 anni di età. Anche le cellule mucose che delineano i passaggi dell’aria si sviluppano dopo la nascita.

Dato che la maggior parte degli alveoli si sviluppano dopo la nascita, i primi 3 anni di vita possono essere visti come un periodo particolarmente delicato. Gli esperti ritengono che un’asma non ben controllata, durante l’infanzia e l’adolescenza, possa essere responsabile di una capacità polmonare ed una funzionalità polmonare ridotta per tutta la vita. Oltre al controllo dell’asma infantile, è fondamentale, per i neonati ed i bambini, crescere in ambienti privi di fumo per massimizzare la normale maturazione del polmone.

Dopo i 3 anni di età, i polmoni sono formati, ma non completamente sviluppati. I nostri polmoni, come il resto del corpo, si sviluppano durante l’adolescenza fino all’età adulta. L’adolescenza rappresenta una seconda finestra vulnerabile. Recenti studi scientifici indicano che gli adolescenti che fumano avranno, al termine dello sviluppo, una funzionalità polmonare inferiore a quella degli adolescenti non fumatori sani. L’osservazione di una funzionalità polmonare ridotta nei fumatori adolescenti è particolarmente più evidente nelle ragazze. 

Qual è il rapporto tra allergia e asma?

L’allergia e asma sono due condizioni mediche distinte, nonostante l’asma spesso coesista con una diagnosi di allergia, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.

L’allergia coinvolge il nostro sistema immunitario che svolge un ruolo importante anche nell’asma. L’allergia è una risposta una risposta particolare del sistema immunitario ad un agente specifico, chiamato allergene. Esempi di allergeni sono i peli di gatto, le muffe, le arachidi, le penicilline, e i pollini solo per citarne solo alcuni.

La maggior parte delle persone, non allergiche, può giocare con i gatti, mangiare noccioline, assumere antibiotici per le infezioni o sentire il profumo dei fiori senza conseguenze negative. Il soggetto allergico ai gatti o alle arachidi, invece, in seguito all’esposizione ai gatti o arachidi, può sviluppare uno o più sintomi di allergia.

I sintomi di allergia possono derivare dall’interessamento di diversi organi del corpo come la pelle (orticaria), le mucose degli occhi (congiuntivite) e del naso (rinite), l’intestino (crampi, nausea, vomito, diarrea) ed i polmoni (difficoltà respiratoria).

L’asma è una parola derivante dal greco asqma che significa “respirazione difficile”.

Una persona con asma può avere sintomi intermittenti e variabili quali tosse, produzione di muco, respiro sibilante e dispnea. Una parte della gestione dell’asma, al giorno d’oggi, comprende l’identificazione dei fattori scatenanti (trigger) delle crisi e la conseguente riduzione degli stessi a ogni livello possibile. Alcuni dei trigger in grado di provocare i sintomi dell’asma nella maggior parte delle persone con asma sono considerati universali mentre, altri sono più personali.

L’aria fredda e le infezioni delle vie respiratorie sono due esempi di trigger universali dell’asma. Ciò significa che la maggior parte degli asmatici, se esposti ad aria molto fredda per un periodo abbastanza lungo di tempo o quando sono colpiti da qualche infezione delle vie respiratorie, probabilmente svilupperanno alcuni sintomi di asma quali, ad esempio, tosse e respiro affannoso notturno. Le stesse persone possono, o meno, sviluppare sintomi di asma quando accarezzano un gatto se sono, o meno, allergiche a tale animale.

L’esposizione ad un allergene noto, per le persone allergiche che soffrono anche di asma, può essere un fattore scatenante (trigger) per l’asma.

Sebbene asma ed allergia siano due cose diverse, spesso la loro diagnosi avviene quasi contemporaneamente, soprattutto nei bambini e negli adolescenti. Alcuni studi indicano che tra il 60% e 80% dei bambini con asma soffre anche di allergie. Inoltre, un individuo allergico di qualsiasi età ha un rischio significativamente più elevato di avere asma rispetto ad un individuo non allergico. 

Si può prevenire l’asma?

Come già detto, si ritiene che lo sviluppo di asma derivi dalle complesse e scarsamente conosciute interazioni tra le caratteristiche innate (genetiche) di una persona e gli elementi del contesto in cui vive sin dalla nascita. Ognuno di noi è dotato di uno specifico patrimonio di geni, ereditati dai nostri genitori, e non possiamo, ovviamente, fare nulla per cambiarlo.

Dobbiamo, quindi, rivolgere la nostra attenzione agli elementi che costituiscono l’ambiente in cui viviamo per vedere se le misure di prevenzione potrebbero rivelarsi utili. Alcune evidenze scientifiche suggeriscono che l’infezione da parte di alcuni comuni ceppi di virus respiratori nel corso dei primi anni di vita può predisporre il bambino a sviluppare l’asma. Malgrado tali evidenze siano interessanti e guideranno le ricerche future su tali virus e il loro rapporto con l’asma, le implicazioni pratiche sono molto scarse. Non conosciamo, infatti, ancora metodi efficaci per evitare le infezioni da parte dei comuni virus respiratori.

Sicuramente più praticabile è un “controllo” sui nostri luoghi chiusi (indoor).

Ci sono dati incontrovertibili a sostegno di una relazione causale tra lo sviluppo di asma e l’esposizione agli acari della polvere, nonché una forte associazione tra esposizione al fumo passivo e l’asma nei bambini più piccoli. Gli studi sulle restrizioni dietetiche sulla madre, prima del parto hanno dato risultato non ancora univoci.

L’allattamento esclusivo al seno per almeno i primi 4-6 mesi di vita sembra ritardare (ma non necessariamente evitare) lo sviluppo di allergie e asma. La consuetudine, da parte dei pediatri, di ritardare lo svezzamento e l’introduzione di alimenti particolarmente allergizzanti (latte vaccino, uova, frutta con guscio e pesce) in bambini di coppie di genitori allergici è ancora oggetto di studio.  

Per approfondire:Ambiente e allergia

Come si cura l'asma?

Alcune persone con asma lieve manifestano raramente sintomi. Altre persone, la cui l’asma è più persistente e collocabili all’altra estremità dello spettro di gravità della malattia, possono aver bisogno di parecchi farmaci da assumere quotidianamente per controllare la malattia, normalizzare la funzionalità polmonare e non manifestare sintomi.

Oggi, anche i malati di asma più grave possono essere trattati con successo. La gestione attuale dell’asma e le terapie attuali permettono alle persone cui è stata diagnostica l’asma di condurre una vita normale ed attiva. Un trattamento efficace dell’asma necessita la comprensione dei principi generali della malattia e di come si manifesta in una particolare persona, combinata ad attente cure mediche e alla creazione di una rapporto di cooperazione collaborativa tra medico e paziente.

Elementi necessari per il successo del trattamento dell’asma:

  • Farmaci appropriati alla gravità dell’asma e del grado di controllo.
  • Misure di controllo ambientale.
  • Vaccinazioni (anche contro l’influenza).
  • Identificazione e trattamento di eventuali co-esistenti patologie mediche.
  • Educazione del paziente, della famiglia e delle persone che si prendono cura del paziente (insegnanti, baby-sitter, badanti, etc.).
  • Strategie di auto-gestione e linee guida.
  • L’esercizio fisico aerobico regolare.
  • Creazione di un solido rapporto di collaborazione tra paziente e medico.

Per approfondire:Terapia dell'asma bronchiale

Qual è la diffusione dell’asma?

L’asma è una malattia molto comune che colpisce tutti i gruppi etnici a tutte le età.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che ci sono circa 235 milioni di persone che soffrono di questa malattia nel mondo. Le morti associate alla malattia, sempre secondo i dati dell’OMS, sono circa 250.000 ogni anno.

In Europa ci sono oltre 30 milioni di asmatici, mentre in Italia colpisce circa il 5% della popolazione in età adulta, in buona parte riconducibile alla presenza di allergie; la cosiddetta "asma grave" arriva fino al 10% della popolazione. 

In età pediatrica è la malattia cronica respiratoria più diffusa che, in Italia, arriva fino a circa il 10% di incidenza.

L'impatto economico dell'asma per la spesa pubblica sanitaria è rilevante, si stima che l’asma incida più della tubercolosi e dell’AIDS presi insieme. Pertanto uno degli obiettivi più importanti per gli operatori sanitari che si occupano di asma è quello di ridurre le ospedalizzazione per tale malattia.

L'incidenza dell’asma è in aumento?

Fino agli anni ’90 la prevalenza di asma è aumentata considerevolmente in molti paesi occidentali e soprattutto nei bambini. All’inizio dell’ultimo decennio, il trend dell’asma negli adulti sembrava stabilizzato ma, negli ultimi anni, la prevalenza dell’asma (specie nei bambini) sembra in ulteriore crescita, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo per motivi non del tutto chiari.

In rapporto ai gruppi etnici, la prevalenza dell’asma negli immigranti in Italia dai Paesi in via di sviluppo è maggiore rispetto ai nativi italiani e si associa a comparsa di sensibilizzazione allergica ad allergeni locali, che si manifesta entro pochi anni dall’arrivo in Italia. L’asma negli immigranti è spesso più grave, anche per il minor accesso ai servizi sanitari e le peggiori condizioni socio-economiche tanto che essi dovrebbero essere considerati come una categoria ad elevato rischio di asma, e di asma non controllato.

Perché l’asma è così comune?

L’asma è molto frequente e si stima che possa arrivare a colpire circa un italiano su dieci a un certo punto della loro vita. Non è chiaro perché l’asma sia diventata una malattia cronica con una prevalenza così elevata. Una delle ipotesi è quella secondo cui i medici siano, oggi, maggiormente addestrati alla corretta diagnosi dell’asma al punto che l’identificazione ed il conteggio più preciso dei soggetti affetti da tale patologia ha portato alla percezione di un aumento del numero di casi diagnosticati.

Purtroppo, è vero il contrario, ovvero che la diagnosi di asma è troppo spesso trascurata, soprattutto tra le persone anziane e gli adolescenti. Nella realtà dei fatti, l’asma è veramente diventata più comune soprattutto a causa di vari fattori ambientali. Fumare, per esempio, è diventato socialmente accettabile anche per le donne dopo la seconda guerra mondiale. I neonati di madri che fumano sono a rischio di sviluppare di dispnea ed asma durante l’infanzia. L’aumento degli inquinanti atmosferici e dei particolati nelle aree urbane o industriali possono svolgere un ruolo importante.

Dal punto di vista medico, la maggiore consapevolezza dell’importanza della qualità dell’aria in generale e la promulgazione di leggi che vietano di fumare in tutti i luoghi pubblici chiusi sono un passo fondamentale verso il miglioramento delle possibilità di controllo della malattia. 

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Data pubblicazione: 06 agosto 2010 Ultimo aggiornamento: 24 marzo 2023

Autore

n.verna
Dr. Nicola Verna Allergologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1996 presso Università di Chieti.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pescara tesserino n° 3184.

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