Stress e la fertilità, ovvero la favola dei rapporti mirati

giorgiocavallini
Dr. Giorgio Cavallini Iscritto decedutoChirurgo generale, Andrologo, Urologo

la pratica dei rapporti mirati ai fini procreativi e lo stress in generale sono da proscrivere poiche generano alterazioni degli spermatozoi, degli ovociti e dell' orgasmo.

Finalità dell’articolo

Troppe volte ho sentito e visto richieste circa i rapporti mirati alla ovulazione per cercare figli. Per cui ho pensato che fosse utile scrivere questo articolo, e lo dico subito: la pratica dei rapporti mirati è da proscrivere assolutamente e di seguito spiego il perché.

 

Introduzione

Lo stress emotivo viene definito come scarso o nullo adattamento ad una circostanza percepita soggettivamente come potenzialmente pericolosa. Lo stress emotivo altera un gran numero di situazioni fisiologiche ed è considerato una della cause principali della infertilità di coppia non spiegata. L’ infertilità non spiegata riguarda circa il 15% delle coppie infertili; tale diagnosi viene fatta quando una coppia è involontariamente infertile, ma le indagini cliniche e di laboratorio non evidenziano alcuna anomali.

Le pressioni sociali e famigliari ed i rapporti mirati per una ricerca di gravidanza sono fra le cause principali di stress emotivo.

 

Effetti dello stress sulla fertilità maschile

La letteratura è concorde l’ apparato genitale maschile è uno degli più soggetti allo stress emotivo, e la qualità dello sperma peggiora sensibilmente in corso di stress emozionale: calano il volume, la motilità e la concentrazione spermatico. Poco o nulla la morfologia, ma la morfologia è una grandezza che va un po’ per conto suo. Oltre a questo si modifica in peggio pure l’ arrangiamento dei cromosomi degli spermatozoi.

Pare che queste alterazioni vengano sostenute da sbilanciamenti ormonali e/o da accumulo di radicali liberi dell’ ossigeno. Per l’ azione dei radicali liberi dell’ ossigeno sugli spermatozoi cito e metto l’ articolo in merito del collega Giovanni Beretta: Antiossidanti, radicali liberi e fertilità maschile

La letteratura è inoltre concorde che la rimozione dello stress emozionale migliora il volume dell’ eiaculato, la motilità e la concentrazione degli spermatozoi l’ arrangiamento del DNA spermatico. Il miglioramento risulta comunque indipendente dalla tecnica usata, basta che la tecnica funzioni: dai campi magnetici, ai farmaci, all’ agopuntura, alla psicoterapia.

 

Effetti dello stress sulla fertilità femminile

Nella femmina gli effetti dello stress emotivo (anche dei rapporti mirati) sulla fertilità sono ancora peggiori: si sono evidenziate alterazioni della maturazione degli ovociti, alterazioni della fase luteale della fase luteale, cioè nella generazione del corpo luteo e nella produzione di progesterone fino ad una inibizione parziale od a volte totale della ovulazione

Si sono dimostrati meccanismi ormonali anche in questo caso in cui adrenalina e cortisolo (ormoni tipici dello stress, dell’ ansia e della paura), giocano un ruolo di primo piano. Di minore importanza, ma pur presenti alterazioni degli estrogeni e del loro metabolismo.

Come nel maschio la letteratura è inoltre concorde che la rimozione dello stress emozionale migliora la fertilità femminile, anche in questo caso indipendentemente dalla tecnica usata.

 

E come se non bastasse...

Lo stress emozionale legato ai rapporti mirati diminuisce il piacere sessuale, l’ orgasmo e la libido e quindi sono frequenti i casi di deficit erettivo e ed i movimenti aspirativi orgasmici dell’utero sull’ eiaculato si affievoliscono.

 

Le raccomandazioni

Due rapporti liberi a settimana sono più che sufficienti: lo dice l’ organizzazione mondiale della sanità, nonché qualche altra decina di associazioni importanti. Tanto gli spermatozoi campano due tre giorni nel tratto genitale femminile.

 

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Data pubblicazione: 23 luglio 2012 Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2012

Autore

giorgiocavallini
Dr. Giorgio Cavallini Iscritto decedutoChirurgo generale, Andrologo, Urologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso Università di Ferrara.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Ferrara tesserino n° 2266.

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