Malattie sessualmente trasmesse fertilita uomo

Malattie Sessualmente Trasmesse e fertilità nell'uomo

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Le Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) possono influire sulla fertilità dell’uomo perché possono colpire gli organi riproduttivi o causare malattie sistemiche: quali sono le MST e i relativi rischi per l'uomo?

Le Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) influiscono sulla fertilità dell’uomo sia perché possono colpire direttamente gli organi riproduttivi con delle infezioni che possono essere localizzate ai testicoli, agli epididimi, alle vescicole seminali e alla prostata, sia perché possono causare malattie sistemiche che possono danneggiare ed indebolire in modo indiretto l’efficienza del sistema riproduttivo di un uomo.

Malattie sessualmente trasmesse nell'uomo

Le Malattie Sessualmente Trasmesse sono responsabili di una quota importante, pari a circa il 10-15%, dei casi di infertilità maschile. Vediamo quali sono quelle più diffuse.

Orchiti ed epididimiti

Le infezioni che coinvolgono i testicoli, dette anche orchiti, alterano profondamente la spermatogenesi, cioè la produzione degli spermatozoi. Dobbiamo sempre ricordare che la più importante infezione che può coinvolgere i testicoli, in uomini in età riproduttiva, è la parotite che, pur non essendo una malattia a trasmissione sessuale, può esitare frequentemente in sclerosi dei tubuli seminiferi ed atrofia del testicolo.

Si possono avere conseguenze simili anche in presenza di epididimiti batteriche causate da vari microrganismi patogeni.


Fig.1 Apparato uro-seminale

Per approfondire:Malattie sessualmente trasmesse: le regole per evitare il contagio

Prostatiti e vesciculiti

Le infezioni delle ghiandole sessuali accessorie, come la prostata e le vescicole seminali, sono quelle più frequentemente coinvolte nei casi di infertilità maschile. La prostata infatti è un organo di fondamentale importanza per la riproduzione, sia per la sua posizione, sia per il suo contributo alla composizione del liquido seminale, infatti il secreto, prodotto dalla prostata, costituisce circa il 30-40% dello sperma eiaculato.

Il secreto prostatico inoltre svolge un importante compito nel determinare la motilità degli spermatozoi e contiene fattori importanti che proteggono gli stessi spermatozoi dall’acidità del secreto vaginale

Le prostatiti croniche determinano modificazioni biochimiche del secreto prostatico come l’aumento del pH, la riduzione di elementi importanti quali zinco, magnesio, acido citrico e fosfatasi acida. Queste alterazioni influenzano negativamente alcuni parametri del liquido seminale, quali la fluidificazione, la viscosità e quindi la motilità degli spermatozoi.

Si è visto ancora che l’aumento dei leucociti, a seguito di una infiammazione delle vie seminali, nel liquido prostatico comporta una progressiva riduzione della motilità degli spermatozoi, con conseguente peggioramento della capacità fecondante del liquido seminale.

Prostatiti e prostato-vesciculiti croniche possono inoltre essere associate ad alterazioni ostruttive delle vie seminali.

Microrganismi frequentemente in causa

I batteri gram-negativi sono i principali responsabili delle infezioni del tratto uro-genitale maschile e l’Escherichia Coli, ad esempio, è la causa di circa il 20-30% dei casi di epididimite acuta e di molti casi di prostato-vesciculite cronica.


Fig.2 Escherichia Coli

Meno frequenti sono le prostatiti causate da batteri gram-positivi come gli Streptococchi ed i Stafilococchi.

Altri microrganismi, come l’Ureaplasma Urealyticum e la Chlamydia Trachomatis, sono responsabili di infezioni croniche sintomatiche ed asintomatiche, associate ad una dispermia.

È dimostrato che l’Ureaplasma Urealyticum, ad esempio, è in grado di legarsi agli spermatozoi, con conseguente riduzione della loro motilità, con alterazioni della morfologia e riduzione della loro capacità di penetrazione negli ovociti.

Le infezioni da Chlamydia Trachomatis sono le più frequenti tra le Malattie Sessualmente Trasmesse nel mondo. Nell’uomo può essere causa di uretrite ed epididimite acuta, ed è stata riscontrata in circa il 30% dei casi di prostatite cronica.

Per approfondire:La Clamidia nemica della fertilità

MST e sterilità: conclusioni

Analogamente a quanto si prospetta nella donna, anche nell’uomo si può ipotizzare una sequenza patologica secondo la quale una MST può causare un’uretrite, una prostato-vesciculite e quindi una orchi-epididimite che può portare ad una infertilità.

In effetti si hanno diverse evidenze dei legami fra infezioni e sterilità maschile.

È stata dimostrata una correlazione inversa fra concentrazioni di elastasi granulocitaria (un enzima rilasciato dai globuli bianchi durante il processo infiammatorio che ha la funzione di aiutare la distruzione dei batteri e delle cellule estranee) e qualità del liquido seminale.

Ricordiamo ancora che la presenza di una leucospermia (cioè di un numero alto di leucociti nel liquido seminale) è un forte fattore predittivo negativo nelle tecniche di fecondazione assistita.

D’altra parte, è anche nota la debole associazione fra leucospermia ed esami colturali positivi.

Altro dato su cui meditare poi è che nella maggior parte dei casi di uomini con concentrazioni anomale di leucociti nel liquido seminale, non è possibile isolare alcun microrganismo patogeno.


Fig.3 Macrofagi

Finisco dicendo che una approfondita revisione della letteratura arriva alla conclusione che, nonostante molti studi indichino un’associazione fra MST e sterilità maschile, nessuno di questi, dopo rigorosa revisione metodologica, riesce a dimostrare inequivocabilmente l’esistenza di una relazione causale.

Non è provato quindi in modo diretto e definitivo che la compromissione della qualità del liquido seminale possa essere attribuita direttamente ad una infezione genitale. È stato ipotizzato, in particolare per la Chlamydia, che le infezioni del tratto genitale possano indurre una risposta immunitaria di tipo anticorpale che reagisce, in modo incrociato, contro gli spermatozoi.

Inoltre le infezioni potrebbero innescare una reazione immunitaria mediata da cellule con attivazione di linfociti (globuli bianchi) e macrofagi (cellule che “mangiano” antigeni, cellule infette, ed altro) che rilasciano citochine e radicali liberi, sostanze particolarmente dannose per gli spermatozoi.

Data pubblicazione: 03 agosto 2011 Ultimo aggiornamento: 06 luglio 2022

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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