L'unghia incarnita del piede!

giuseppeinternullo
Dr. Giuseppe Internullo Ortopedico, Chirurgo della mano

L'unghia incarnita, nota anche come paronichia, unghia infettata, onicocriptosi, è caratterizzata dal fatto che il margine distale dell'unghia cresce nella pelle adiacente causando irritazione, infiammazione e ulteriori successive infezioni batteriche e micotiche.

La patologia è di solito limitata all'alluce. L'unghia incarnita è normalmente causata da un errato taglio dell'unghia stessa, dall'indossare scarpe strette, da traumi diretti o da qualsiasi combinazione delle precedenti condizioni.

L'unghia è tagliata nella maniera sbagliata se si segue la curvatura tipica delle unghie della mano. Ciò permette al profilo appuntito di crescere nella pelle più prominente che si trova ai lati dell'unghia. Il taglio corretto è quello dritto con i margini dell'unghia lasciati sotto la pelle laterale. Alcune persone hanno le unghie naturalmente incurvate. In questi casi, nonostante una tecnica di taglio adeguata, si possono generare unghie incarnite.

Esse si possono formare anche in seguito a traumi o all'aver indossato scarpe strette per l'ipertrofia dei tessuti molli al di sopra della superficie dell'unghia. La lacerazione della pelle crea la via di accesso per infezioni batteriche o micotiche secondarie.

Appare frequentemente nel  primo dito, ma può verificarsi nelle altre dita. Può colpire un solo lato dell'unghia o ambedue. Non è infrequente trovarla bilateralmente.


(foto 1) Tecnica per l'asportazione si applicano due incisioni longitudinali che prolunghino posteriormente i bordi della placca ungueale, con una pinza speciale si afferra fortemente l'unghia e con un movimento di rotazione la si rimuove totalmente, con un piccolo cucchiaio si asportano le parti laterali della matrice fino a toccare il periostio della falange, si suturano le due incisioni con i punti e il letto ungueale viene coperto con una garza grassa.

L'unghia incarnita può essere determinata da vari fattori: a) forma dell'unghia, b) deformità delle dita, c) azione della calzatura, d) alterazioni di carattere trofico, e) traumi, f) l'infezione.

 

Passa per fasi acute e croniche.

La prima fase (infiammazione) è caratterizzata da indurimento, gonfiore e dolorabilità lungo il bordo dell'unghia.

Nel secondo stadio (ascesso) il paziente presenta drenaggio purulento o sieroso, dolore ed arrossamenti aumentati.

Nel terzo stadio (granulazione) si ha crescita di tessuto di granulazione sulla superficie dell'unghia che impedisce il drenaggio. Questo stadio è meno doloroso.

La diagnosi è clinica; l'esame visivo è alla base della valutazione delle condizioni. La radiografia può essere utile negli stadi II e III per escludere un'esostosi o un'osteomielite subunguale.

 

Diagnosi differenziale

La diagnosi deve essere posta con: Patereccio (ascesso profondo della superficie plantare del dito), Onicomicosi (infezione micotica dell'unghia), Osteomielite (infezione dell'osso visibile radiograficamente), Paronichia (ascesso superficiale alla base dell'unghia), Esostosi sub unguale (osteocondroma sotto l'unghia).

 

Complicanze della patologia

Sono possibili dolore progressivo, paronichia, patereccio, deformità della superficie dell'unghia e osteomielite.

 

Trattamento

Suggerisco sempre prima ditutto che per porre la diagnosi il paziente debba rivolgersi  prima al medico di famiglia e conseguentemente allo specialista ortopedico.

La profilassi è caratterizzata dal portare calzature adeguate che non esercitino una pressione sulle dita e trattare preventivamente le deformita delle dita diventano il sistema migliore che abbiamo per evitare la comparsa della lesione. E' fondamentale il taglio corretto dell'unghia. Questa non dovrà essere, come usualmente, di forma arciforme e molto corta, poi così viene facilitata l'infissione dell'unghia al di sotto della cute, nel punto in cui siunisce il bordo libero con il bordo laterale. Le unghie devono essere tagliate con delle forbici rette e lasiate sufficientemente lunghe, in bodo che il bordo libero libero formi un angolo retto con i laterali.

La cura di un'unghia incarnita consiste di varie fasi.

  • Prima fase: sono necessari bagni caldi, spuntare le unghie nella maniera adeguata, indossare scarpe comode, pulizia. Con uno strumento smussato inserire un pezzo di cotone o di filo interdentale sotto l'unghia per sollevarne i margini. Sostituire la medicazione giornalmente fino a che la crescita non è sufficiente. L'utilizzo di sandali o scarpe non costrittive previene l'infiammazione e l'irritazione della pelle.

(Foto 2) Ortesi ungueale: consigliabile ortesi ungueale a forma di grappetta che
collocata sull'unghia diminuisce la sua pressione sui bordi laterali sulle parti molli.
 
  • Seconda fase: il trattamento iniziale dovrebbe comprendere pediluvi e l'assunzione di antibiotici orali ad ampio-spettro (cefalosporine). Quando il paziente riporta forte dolore o vi è il rischio di infezione secondaria articolare o quando l'assunzione di antibiotici non è stata efficace nel debellare l'infezione associata dovrebbe essere effettuata un'escissione parziale dell'unghia.
    La completa escissione dell'unghia può causare la deformazione verso l'alto della sede in cui è inserita (ippocratismo digitale).
    Un'unghia avulsa richiede tre o quattro mesi per ricrescere.
  • Terza fase: è indicata un'escissione parziale o completa dell'unghia con o senza ablazione della matrice germinale.

(Foto 3) Tecnica di Du Vries per l'unghia incarnita monolaterale. Si esegue
a) doppia incisione sulla base dell'unghia prolungata sui solchi,
b) si solleva un lembo prossimale di cute, si estirpa e rimuovere una parte dell'unghia incarnita,
c) doppia incisione longitudinale a livello della porzione distale del letto ungueale,curettage profondo sino a toccare il periostio, sutura dei due lembi cosicchè il letto ungueale viene completamente coperto dalla cute.

Le complicanze, dopo l'escissione dell'unghia, includono ricadute (50-70% nel caso della sola escissione), deformità del piatto unguale, unghia incurvata o ippocratismo digitale.

II fallimento dei trattamenti non chirurgici e il degenerare della patologia alla terza fase sono l'indicazione ad ulteriori valutazioni.

 

Data pubblicazione: 26 ottobre 2015

Autore

giuseppeinternullo
Dr. Giuseppe Internullo Ortopedico, Chirurgo della mano

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 presso UNIVERSITA' DI CATANIA.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Catania tesserino n° 8682.

Iscriviti alla newsletter

Guarda anche unghie 

Contenuti correlati