Laparocele addominale.

Il Laparocele: scopriamo cos'è e come trattarlo

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Cosa è il laparocele e come viene effettuata la sua riparazione chirurgica.

La comparsa di un' ernia della parete addominale in corrispondenza di una ferita chirurgica è definita laparocele.

Si tratta di una patologia relativamente frequente che interessa circa il 15 % di tutte le incisioni addominali e riguarda in particolare pazienti anziani, obesi, malnutriti, dializzati, in terapia con corticosteroidi, con incisioni chirurgiche estese ed in particolare dopo una infezione della ferita.

Come si diagnostica il laparocele?

La diagnosi viene posta mediante anamnesi ed esame obiettivo: si evidenzia in genere una tumefazione di dimensioni variabili in corrispondenza della cicatrice riducibile contenente omento o visceri endoaddominali.

In alcuni casi il sintomo d’ esordio può essere il dolore anche quando la tumefazione non è del tutto evidente, in caso selezionati quindi le tecniche di diagnostica per immagine che studiano la parete addominale (ecografia tac e risonanza magnetica) possono essere indicate.

Il laparocele può sviluppare tutte le complicanze tipiche delle ernie primitive, ed in particolare l'incarceramento e lo strozzamento erniario che costituiscono indicazione ad intervento chirurgico urgente.

Come si cura il laparocele?

La terapia del laparocele è unicamente chirurgica, tuttavia non tutti i pazienti possono essere sottoposti ad intervento: una valutazione chirurgica ed anestesiologica permette di identificare i pazienti a rischio operatorio elevato (anziani, patologie concomitanti severe in particolare cardiorespiratorie) nei quali è preferibile astenersi dall’ atto chirurgico.

Posta quindi indicazione all’ intervento, la procedura prevede in genere il posizionamento di una protesi di materale dedicato e dimensioni variabili al fine di rinforzare la parete addominale nel punto debole e ricostituirne l’ integrità.

Fino ad alcuni anni fa l’ intervento veniva eseguito per via laparotomica classica con risultati soddisfacenti, negli ultimi anni tuttavia è stata proposta e viene abitualmente utilizzata una nuova tecnica che prevede il posizionamento della rete introdotta nella cavità peritoneale per via laparoscopica, evitando di incidere nuovamente in corrispondenza della ferita chirurgica.

Non tutti i casi possono essere trattati in questo modo (estese sindromi aderenziali, plurirecidive complesse, laparoceli voluminosi, pazienti nei quali è controindicato mantenere il pneumoperitoneo) e a volte è necessario durante l’ intervento convertire e portare a termine la procedura per via tradizionale.

Nei casi idonei tuttavia, la ripresa postoperatoria appare più rapida e meno dolorosa, le complicanze locali (sierosi, ematomi) sono decisamente meno frequenti e l'eventuale comparsa di recidive sostanzialmente sovrapponibile.

In entrambi casi è necessaria l'anestesia generale ed esiste il rischio di ricomparsa del laparocele reso tuttavia molto più basso da quando si utilizzano le protesi.

In conclusione, la presenza di una tumefazione o dolore in corrispondenza di una ferita chirurgica richiedono una valutazione specialistica chirurgica per porre l'eventuale diagnosi di laparocele e porre l'indicazione terapeutica più adatta al singolo paziente.

Data pubblicazione: 29 marzo 2011 Ultimo aggiornamento: 07 giugno 2023

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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