Escrescenze vaginali

Escrescenze vaginali: papille fisiologiche o condilomi?

Spesso si possono scambiare delle fisiologiche papille (Papillomatosi Vestibolare) per dei più condilomi: come capire se è il momento di andare a togliersi ogni dubbio dal proprio ginecologo?

Questo articolo vuole fare un po’ di chiarezza su un problema che può capitare nelle donne: quello di accorgersi di avere delle piccole escrescenze vaginali localizzate sulla faccia interna delle piccole labbra, che spesso sono motivo di allarme e fonte di preoccupazioni, facendo pensare a condilomi o papillomatosi. Se vi accorgete osservandovi o toccando i genitali, magari mentre state effettuando l’igiene intima, di avere delle “palline di carne”, consultate il vostro ginecologo perché è importante fare una diagnosi corretta.

Cosa sono le escrescenze vaginali?

In caso di insorgenza di queste escrescenze della faccia interna delle piccole labbra, è molto importante fare una visita ginecologica ed è fondamentale saper fare una diagnosi differenziale tra due tipi di situazioni che portano a riscontrare queste lesioni:

  • una fisiologica che non richiede trattamento specifico, conosciuta come papillomatosi fisiologica o vestibolare o micropapillomatosi labiale;
  • l’altra patologica, provocata dal Papilloma virus (HPV), la condilomatosi, con condilomi localizzati sulla faccia interna delle piccole labbra, che richiede invece dei trattamenti specifici (laser, diatermocoagulazione, ecc.).

Che cos’è la papillomatosi vestibolare fisiologica?

La papillomatosi vestibolare conosciuta anche con altri nomi come iperplasia delle papille, micropapillomatosi labiale, è caratterizzata appunto dalla presenza di queste escrescenze o papille, localizzate tipicamente sulla faccia interna delle piccole labbra.

Queste papille sono varianti fisiologiche dell’architettura vestibolare, si localizzano prevalentemente nella zona posteriore e laterale del vestibolo vaginale, costituito dalla faccia interna delle piccole labbra e l’introito vaginale, ma possono localizzarsi anche a livello del meato urinario (intorno allo sbocco dell’uretra), si presentano raggruppate e rilevate dalla superficie della mucosa labiale con un altezza di pochi millimetri.

Il colore di queste papille è in genere roseo, ma ci possono essere varianti di colore dal rosso al bianco che dipendono dal grado di cheratinizzazione superficiale.

Alla palpazione si presentano soffici e flessibili, a differenza dei condilomi che invece tendono ad avere una ruvidità caratteristica.

In genere la papillomatosi fisiologica è asintomatica, a volte, in circa il 20% dei casi, può esserci la presenza di prurito.

Per approfondire:Prurito vaginale: alcuni consigli pratici

Quali sono le differenze fra le papille fisiologiche vestibolari e i condilomi?

Esistono degli elementi sostanziali che consentono al ginecologo di poter fare una diagnosi differenziale fra papillomatosi fisiologica e condilomi vestibolari, con la semplice ispezione durante la visita ginecologica che consente di riconoscere le differenze.

Caratteristiche delle papille fisiologiche

Le papille fisiologiche sono simmetriche e disposte in modo ordinato a filiera.

Hanno le stesse dimensioni e lo stesso aspetto, si raggruppano a ciuffi o a palizzata in modo da conferire un aspetto vellutato al vestibolo.

Ogni papilla ha la propria base di impianto e si sviluppa singolarmente in altezza.

Palpandole appaiono flessibili e soffici e in genere nella maggior parte dei casi, hanno lo stesso colore roseo dell’epitelio del vestibolo.

Sono irrorate da vasi sanguigni di calibro regolare, e da un punto di vista istologico, quasi sempre, sono assenti le alterazioni cellulari discheratosiche, coilocitosiche e le bi-nuclezioni che invece sono tipiche dei condilomi.

Caratteristiche dei condilomi

I condilomi invece sono asimmetrici, disposti in modo disordinato, con aspetto e dimensioni diverse tra di loro.

La base di impianto è unica da cui si estroflettono ramificazioni, spesso cheratinizzate che fanno assumere al condiloma un colore biancastro.

Istologicamente presentano alterazioni cellulari tipiche come colilocitosi, discheratosi e bi-nucleazione. Possono presentarsi anche a livello dell'ano (condilomi anali).

Quali esami fare per distinguerli?

Se ci sono difficoltà a distinguere le due condizioni con la semplice osservazione e ispezione clinica della visita ginecologica, è opportuno approfondire e chiarire la diagnosi con una colposcopia e una vulvoscopia, eventualmente effettuando anche una biopsia, che va riservata appunto solo ai casi dubbi, e fare un test per l’HPV.

Per approfondire:Tumore del collo dell'utero: gli screening da fare

La papillomatosi vestibolare va curata?

La risposta è no. Una volta accertato che si tratta di una semplice e fisiologica iperplasia delle papille (papillomatosi) vestibolari, non va fatta nessuna terapia.

Esistono casi in cui c’è una papillomatosi fisiologica, con riscontro all’esame istologico di coilocitosi o presenza di positività del test per HPV, ma non ci sono condilomi in sede vestibolare vulvoscopicamente accertati: in queste situazioni non va effettuato alcun trattamento, ma si consiglia solo un controllo a distanza di 3-6 mesi.

In presenza di una papillomatosi vestibolare fisiologica non vanno mai fatte “bruciature” (diatermocoagulazione) o trattamenti laser che sono trattamenti da fare solo in caso di condilomi.

Laddove non c’è una indicazione, il trattamento diatermico o laser, può provocare alterazioni anatomiche e funzionali dell’equilibrio vulvovaginale con possibili conseguenze e sofferenze, come secchezza vaginale, dolore ai rapporti (dispareunia), vestibolodinia e vulvodinia, che rendono difficile e problematica la vita sessuale e relazionale della donna.

Per approfondire:Ectopia o ectropion? Le piaghette sul collo dell'utero

Bibliografia

  1. “Trattato di patologia vulvare” F.Anglana, P.Lippa, S.Ronca, M.Pelisse - Ed. SEE-Firenze
Data pubblicazione: 14 marzo 2013 Ultimo aggiornamento: 02 novembre 2022

Autore

defalcovincenza
Dr.ssa Vincenza De Falco Ginecologo

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso università la Sapienza di Roma.
Iscritta all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43654.

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