Enuresi, nicturia, incontinenza: attenti al russare e all’apnea nel sonno

e.bernkopf
Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno

Enuresi , Nicturia , Incontinenza sono quadri clinici fastidiosi che possono essere favoriti dallo sbilanciamento simpato-vagale e ormonale che insorgono in presenza di significativi episodi di Apnea nel Sonno

Definizioni

L’enuresi notturna è l’emissione involontaria di urine durante il sonno in un’età in cui il bambino non è di solito più soggetto a questo fenomeno, in quanto la vescica non ha ancora raggiunto una piena maturazione sia nella sua capacità di contenere l’ urina sia nel controllo dello sfintere che ne controlla l’uscita. Di vera Enuresi si può parlare quindi dopo i 5-7 anni, ma in realtà é comunque comprensibilmente fastidioso il fatto che il bambino bagni il letto anche prima di aver raggiunto i 5 anni.

La nicturia è invece il fenomeno analogo che si presente, per vari fattori, nell’adulto.

Si parla di Enuresi Primaria quando il controllo notturno non è stato mai acquisito, a volte per un semplice ritardo nella maturazione della vescica, a volte per un problema ormonale.

L’Enuresi può invece subentrare in un tempo successivo, in particolare per l’insorgenza di problemi psicoemotivi: il più tipico è la nascita di un secondogenito.

Può essere anche sintomatica, e dipendere da una malattia, in particolare da un problema del rene o delle vie urinarie o essere sintomo di diabete.

L’enuresi notturna migliora con la crescita, anche in assenza di qualsiasi trattamento. Verso i 7 anni, comunque, questo sintomo riguarda circa il 6-10% dei bambini. Il tasso di guarigione annuale è del 15% nei bambini di età compresa tra 5 e 10 anni.
Il trattamento dell’Enuresi basa innanzitutto su misure igienico-educazionali. Anzitutto il bambino non va colpevolizzato, ma abituato ad una regolarità nell’andare in bagno, sia al primo stimolo sia ad ore fisse anche in sua assenza. In caso di insuccesso, sopra i 7 anni si possono usare dei sistemi di allarme congegnati ad hoc, peraltro solitamente poco amati.

Il legame con eventi stressogeni porta spesso a coinvolgere psicologo e neuropsichiatra nella diagnosi e nel trattamento.

Infine, sotto attento controllo del pediatra, si può prendere in considerazione il ricorso a trattamenti farmacologici.

 

Disturbi del sonno

Sfugge spesso, però, che in molti casi l’enuresi è secondaria a disturbi del sonno, in partricolare legati al russamento e e all’Apnea Ostruttiva nel Sonno (OSAS: Obstructive Sleep Apnea Syndrome). Infatti, molti bambini che "bagnano il letto" o portano a lungo il pannolino sono dei russatori, ma spesso questo aspetto non viene approfondito. Si tratta di bambini, ma anche di adulti, che nel sonno, oltre a russare o ad avere un respiro rumoroso, arrestano il respiro per periodi più o meno lunghi. Specie i bambini si agitano continuamente, sudano, piangono, riferiscono incubi dai quali si svegliano spaventati, e se vengono accolti nel lettone dei genitori, ne impediscono il sonno a suon di agitazione, calci e testate.

Il russare e l'apnea ostruttiva nel sonno rappresentano un conflitto tra la lingua e le strutture molli del faringe, in particolare palato molle, ugola, tonsille, adenoidi. Il russare è dovuto al fatto che l’aria inspirata (in questi casi per lo più attraverso la bocca, e non dal naso come sarebbe auspicabile), trova uno stretto passaggio in cui viene accelerata. Le strutture molli che circondano appunto questo passaggio, entrano in vibrazione, originando il caratteristico e sgradevole rumore del russamento. Quando le pareti faringee collassato completamente, impedendo del tutto il passaggio dell’aria, si configura un episodio di apnea.

Il fenomeno è favorito da tutti quelle concause che contribuiscono a restringere il lume: fra queste nel bambino l’ipertrofia adenotonsillare è la più frequente, e l’intervento di adenotonsillectomia viene abitualmente considerata la terapia di elezione.

Per approfondire:Adenotonsillectomia nel bambino: sì o no?

Anche l’obesità contribuisce all’insorgenza della sindrome, per la tendenza dell’adipe a localizzarsi in zona faringea, contribuendo così all’ostruzione con meccanismo in fondo analogo all’ipertrofia adenotonsillare del bambino.

Si è però visto che anche una scorretta posizione della mandibola dovuta a vari tipi di malocclusione dentaria, oltre a favorire l’instaurarsi di uno schema respiratorio orale, può contribuire a determinare l’ostruzione che causa il russare e l’apnea.

Pertanto un approccio occlusale, anche precoce nel bambino, ma praticabile anche nell’adulto, finalizzato ad intervenire sullo schema respiratorio, sul russare e sull’Apnea, può correggere la postura mandibolare e di conseguenza quella della lingua, può risultare efficace e risolutiva, senza dover ricorrere alla chirurgia e alla asportazione di organi non certo inutili quali adenoidi e tonsille o, nell’adulto, alla correzione chirurgica del palato molle e dell’ugola.

E’ bene quindi, in questi casi, fare riferimento anche ad un dentista esperto in problemi respiratori e nel sonno

Il successo sugli altri quadri disfunzionali e patologici che all’Apnea nel Sonno sono collegati, fra i quali l’Enuresi, la Nicturia e l’urgenza alla minzione, fino all’Incontinenza si annoverano fra i più fastidiosi, è spesso un risultato contestuale alla risoluzione della patologia di fondo.

 

Bibliografia

Vedi anche:

 

Data pubblicazione: 15 aprile 2013

Autore

e.bernkopf
Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso un. Padova.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Vicenza tesserino n° 2476.

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