L'apparato di protezione dell'occhio

luigimarino
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale

Da cosa è protetto l'occhio? Scopriamo la funzione di palpebre, congiuntiva e lacrime e come si sono evolute per mantenere in forma il nostro apparato visivo

La protezione dell'occhio comprende le palpebre, la congiuntiva e l'apparato lacrimale. 

Le palpebre sono formazioni che svolgono un lavoro di protezione, contribuendo alla distribuzione del film lacrimale. Nell'uomo la palpebra superiore e' più sviluppata e mobile di quella inferiore.

La struttura della palpebra e' costituita da uno strato fibroso, che aumenta in corrispondenza del margine della palpebra, formando il tarso. Sul tarso superiore si inserisce il muscolo elevatore della palpebra, su quello inferiore il prolungamento orbitale del muscolo retto inferiore.

Sotto la cute palpebrale, dopo uno strato di connettivo lasso, si trova il muscolo orbicolare che, contraendosi, chiude la rima palpebrale.

Il margine libero della palpebra è diviso da una piccola sporgenza conica (papilla lacrimale) in due parti: una mediale, molto ridotta, occupata dai dotti lacrimali, e una più estesa, sul cui margine esterno si impiantano le ciglia, peli corti e rigidi, più lunghi e folti sul lembo superiore, che assolvono la funzione di proteggere la parte anteriore del globo oculare dalla penetrazione di corpi estranei.

Alla base delle ciglia sboccano le ghiandole di Moll (ghiandole sudoripare modificate).

Nelle palpebre troviamo anche le ghiandole di Zeis e di Meibomio, delle ghiandole sebacee particolari che producono un secreto ricco di lipidi, questo "olio" prodotto forma un sottile strato protettivo sulla parte acquosa del film lacrimale impedendone l'evaporazione.

Le palpebre, insieme alle sopracciglia e alle ghiandole, proteggono l'occhio, regolano la quantità di luce che entra nell'occhio, proteggendolo da un'illuminazione troppo intensa e distribuiscono uniformemente inoltre il film lacrimale sulla superficie oculare.

Ogni volta che ammicchiamo le palpebre delicatamente pennellano la congiuntiva e la cornea, distribuendo uniformemente il film lacrimale e spingono i microvilli presenti sulla congiuntiva palpebrale a provvedere alla quota mucinosa delle lacrime.

Lo sviluppo delle palpebre è legato al passaggio, avvenuto circa 400 milioni di anni fa, dei vertebrati dall' acqua alla superficie terrestre. In questo passaggio la vista divenne il senso dominante in molti Anfibi, e nei primi vertebrati. Vi furono allora diverse modificazioni dell'occhio acquatico per adattarlo all'aria.

L'ambiente terrestre, infatti, impose lo sviluppo di strategie per proteggersi dalla disidratazione. Le palpebre e le ghiandole lacrimali ebbero una evoluzione per assolvere la funzione di mantenere l'occhio umido, pulito dalla polvere, nonché protetto dai traumi.


tuareg

Nelle diverse popolazioni umane si possono riscontrare numerosi fenomeni adattativi in relazione all'ambiente.

Tra i mongoli, nomadi dell'Asia settentrionale, nella palpebra superiore è presente la cosiddetta plica mongolica, dovuta al rilasciamento del muscolo elevatore della palpebra stessa; questa plica semilunare ricopre il margine della palpebra superiore, riducendo l'ampiezza della rima palpebrale; è come una forma di adattamento genetico al vento gelido del deserto del Gobi.


Boscimani

Pliche con un diverso andamento da quella mongolica sono presenti nei boscimani e negli ottentotti o khoikhoi del deserto di Kahalari e nei tuareg del Sahara; in queste popolazioni la plica scende a coprire l'angolo laterale dell'occhio difendendolo dalla luce intensa e dal vento caldo del deserto.


ottentotti o khoikhoi 

I margini liberi delle due palpebre, opposti l'uno all'altro e che intercettano la rima palpebrale, sono ricoperti dalla pelle della faccia anteriore delle palpebre. Vi si distinguono due porzioni: una principale, laterale, la parte ciliare o bulbare ed un'altra molto breve, mediale, la parte lacrimale. Il limite fra le due parti è segnato da una piccola sporgenza, la papilla lacrimale, sul cui apice si trova l'orifizio puntiforme del condotto lacrimale.


tuareg

Le ciglia concorrono, con le palpebre, alla protezione degli occhi.

La parte lacrimale dei margini palpebrali contiene il corrispondente condotto lacrimale manca di ciglia ed è coperta da una lanugine appena visibile.

L'angolo mediale è costituito dall'incontro dei margini lacrimali delle due palpebre. Lo spazio semiellittico che vi corrisponde prende il nome di lago lacrimale, nel fondo del quale compaiono la caruncola lacrimale e la piega lacrimale della congiuntiva.

Tra la pelle e la congiuntiva, la regione del margine libero delle palpebre è formata da tessuto connettivo denso, ricco di fibre elastiche, ed è caratterizzata dai follicoli delle ciglia (che si approfondano molto, potendo raggiungere i tarsi), con le annesse ghiandole sebacee e dalle ghiandole ciliari di Moll (ghiandole sudoripare arrestatesi durante lo sviluppo); vi penetrano con la parte prossima al loro orifizio le ghiandole tarsiali di Meibomio, che per la maggior parte della loro lunghezza sono contenute nei tarsi; vi decorre, infine, il muscolo ciliare (di Riolano). Le ghiandole tarsiali di Meibomio hanno forma allungata e sono poste parallelamente le une alle altre, per lo più in una fila semplice, perpendicolarmente al margine libero delle palpebre; nella parte media dei tarsi sono decisamente verticali.

Si scorgono per trasparenza, attraverso la congiuntiva, nelle palpebre rovesciate ed appaiono di colorito giallastro per il loro contenuto in sostanze grasse. Il loro secreto, sebo palpebrale, è una poltiglia con goccioline di grasso, alla formazione del quale concorrono in piccola parte anche le ghiandole sebacee annesse ai follicoli delle ciglia.

M

La congiuntiva è una membrana mucosa, sottile, trasparente che tappezza la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare.

Si differenzia in tre parti: palpebrale o tarsale, bulbare, fornice congiuntivale.

La congiuntiva palpebrale e' strettamente aderente al tessuto sottostante; la congiuntiva bulbare poco adesa; la congiuntiva dei fornici è talmente abbondante da permettere libertà ai movimenti del bulbo.

La congiuntiva bulbare si connette posteriormente all'aponeurosi del tenone, costituendo un sottile strato fibroso, il tessuto episclerale.

La congiuntiva è costituita da un epitelio di rivestimento e da un tessuto proprio.

L'epitelio è pavimentoso sulla congiuntiva bulbare, cilindrico sulla palpebrale, mentre ha tutti i gradi di passaggio nella congiuntiva dei fornici.

Il tessuto proprio della congiuntiva è un connettivo molle, che, specialmente nelle sue parti superficiali, assume i caratteri del tessuto reticolare, caratterizzato da larghe maglie e abbondanti leucociti, raggruppati cosi da ricordare follicoli rudimentali.

La congiuntiva è ricca di ghiandole mucose e di ghiandoline lagrimali, molto elementari, con ghiandole unicellulari, cole le cellule caliciformi sparse nel suo epitelio.

La congiuntiva è innervata da filamenti del trigemino.

Ha una vascolarizzazione complessa, ricevendo propaggini dei vasi palpebrali, dei vasi muscolari e dei vasi cigliari anteriori.

La plica semilunare, rudimento della membrana nittitante, o terza palpebra e in parte la caruncola lagrimale, che s'osservano all'angolo interno, provengono dalla congiuntiva.

L'apparato lacrimale ha una parte secretoria ed una escretoria.


La parte secretoria è costituita dalla ghiandola lacrimale principale e dalle ghiandole lacrimali accessorie.
 La ghiandola lacrimale principale è esocrina.

Le ghiandole esocrine originano, dal punto di vista embriologico, dall'invaginazione di un epitelio, la parte più profonda dell'invaginazione si specializza nella secrezione, l'altra parte diviene il dotto escretore.

Queste ghiandole producono diversi tipi di proteine, enzimi, lipidi, polisaccaridi.

 

Le ghiandole esocrine si distinguono in:

  • Ghiandole sierose: a secrezione proteica, secernono un liquido acquoso e di colore generalmente chiaro.
  • Ghiandole mucose: a secrezione mucopolisaccaridica o proteoglicanica, secernono un liquido viscoso (mucina) che a contatto con l'acqua diventa muco.
  • Ghiandole miste: caratterizzate da una secrezione sia sierosa che mucosa.

Le ghiandole esocrine si differenziano in:

  • Semplici: sono le ghiandole costituite da uno o più adenomeri, ma che possiedono un solo dotto.
  • Composte: sono le ghiandole costituite da più adenomeri e possiedono più dotti ramificati.

Le ghiandole composte sono:

  • Tubulari composte
  • Acinose o alveolari composte
  • Tubulo-acinose composte: sono costituite da adenomeri di forma tubulare e da adenomeri tondeggianti le cui secrezioni confluiscono in più dotti. 

 

La ghiandola lacrimale principale è accolta nella parete supero-esterna dell'orbita, all'interno della fossa lacrimale dell'osso frontale, aderendo saldamente al periostio.

La ghiandola lacrimale principale ha dimensioni di circa 20 mm in lunghezza, 12 mm in larghezza e 5 mm in spessore e pesa 0,7-0,8 grammi, possiede un aspetto lobulato ed è divisa in due porzioni separate tra loro dal tendine del muscolo elevatore della palpebra superiore.

La porzione superiore o "orbitaria" ha forma di una mandorla appiattita ed è avvolta da una capsula nella quale decorrono vasi e nervi.

La porzione inferiore o "palpebrale", ha volume e peso pari alla metà o ad un terzo dell'altra e manca di una capsula vera e propria.

La ghiandola lacrimale principale è di tipo tubulo-acinoso essendo formata da tubuli, acini ed un sistema di condotti escretori che sboccano nel fornice superiore: la sua attività secretoria è completamente sierosa.

Gli acini ed i tubuli sono separati tra loro da connettivo intra lobulare in cui decorrono fibre nervose prive di guaina mielinica.

La vascolarizzazione è assicurata dall'arteria e dalla vena lacrimale, rami dell'arteria e della vena oftalmica.

L'apparato lacrimale è sotto continuo controllo e regolazione di tipo nervoso.

La cornea infatti ha un' estesa innervazione che permette una esaltata sensibilità elaborata dal Sistema Nervoso Centrale.

Una lesione corneale provoca violento dolore, ma la continua stimolazione dei nervi corneali regola i processi di secrezione e di omeostasi della superficie oculare.

Anche la congiuntiva ha terminazioni nervose, che sono responsabili della sensazione di prurito e di quella del caldo o del freddo.

Le vie nervose della sensibilità corneale viaggiano lungo il V nervo cranico (trigemino), altre fibre, invece, vanno verso i neuroni simpatici pregangliari del midollo spinale (ganglio cervicale superiore della catena simpatica paravertebrale).

Le fibre efferenti originano dal ponte cerebellare e attraverso il VII nervo cranico o faciale, si portano al ganglio pterigopalatino adiacente all'orbita e da qui alle ghiandole lacrimali, alla congiuntiva, alle ghiandole del Meibomio, con modulazione della secrezione lacrimale e della sua composizione.

La ghiandola lacrimale principale è anche innervata da fibre simpatiche che originano dal ganglio cervicale superiore.

Tali fibre regolano la secrezione di proteine da parte delle ghiandole lacrimali principali ed accessorie.

Anche stimoli di natura ormonale possono intervenire nella regolazione sia dell' attività secretiva della ghiandola, sia dei processi immunologici.

Le lacrime sono convogliate nel sistema dei dotti escretori grazie all’attività delle cellule mioepiteliali peritubulari contrattili.

Per quanto riguarda le ghiandole lacrimali accessorie:

le ghiandole di Krause che ne costituiscono la maggior parte,  sono posizionate nella fornici congiuntivali, soprattutto nella parte supero-laterale del fornice vicino alla ghiandola lacrimale principale.

Un piccolo numero di queste ghiandole è presente anche nel fornice inferiore.

Le ghiandole di Ciaccio - Wolfring (le rimanenti ghiandole accessorie) sono invece posizionate lungo il margine orbitale dei tarsi congiuntivale, sia superiormente che inferiormente e presentano una struttura simile alle ghiandole di Krause.

Le ghiandole di Meibomio non sono delle verie e proprie ghiandole lacrimali, sono localizate nella cartilagine tarsale perpendicolarmente al bordo palpebrale e si uniscono a questo a livello del margine nella zona mucosa o cutaneo-mucosa.

Il loro numero varia da 30 a 50 per ciascun occhio.

Sono, invece, ghiandole sebacee molto grandi, che partendo da una secrezione olocrina producono il MEIBUM, dei lipidi tensioattivi che proteggono strato acquoso del Film lacrimale corneale, lisciandolo e prevenendone la rapida evaporazione.

 

Data pubblicazione: 11 settembre 2015

Autore

luigimarino
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso Università degli Studi di FIRENZE.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 35175.

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