Bruxismo: come riconoscerlo e come affrontarlo

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista

Un fenomeno che riguarda l'8-9% della popolazione e può portare ad un rapido consumo dei denti: si chiama bruxismo e può essere corretto!

Definizione di Bruxismo

Il significato nella lingua greca è letteralmente “rumor di denti”. In realtà anche il “serramento dentale” è secondo i più definito come bruxismo, quindi abbiamo:

  1. Bruxismo “rumoroso” (digrignamento)
  2. Bruxismo“silenzioso” (serramento)
  3. Bruxismo misto

Si può classificare anche come:

  • Diurno (meno frequente);
  • Notturno (più frequente).

Il singolo episodio di bruxismo:

a) Dura in media 9 secondi.

b) E' di solito accompagnato da aumento della frequenza cardiaca e costrizione dei vasi sottocutanei.

c) Se il soggetto è svegliato, non mostra, di solito, consapevolezza del fenomeno.

È considerato uno dei fattori principali dei disordini temporomandibolari o, come chiamati da S. Palla, “Mioartropatia del sistema masticatorio", cioè il disturbo della masticazione che ha la sua origine nella muscolatura e/o nell’articolazione temporomandibolare.

 

Fattori di rischio

1. Malocclusione, anche se gli studi sul bruxismo hanno escluso la malocclusione come causa del bruxismo, una correlazione tra occlusione dentale (come chiudono i denti) e bruxismo è senza dubbio presente.

2. Disturbi del sonno, es. russamento.

3. Predisposizione familiare (genetica).

4. Depressione e ansietà.

5. La somministrazione di alcuni farmaci.

6. Ipertensione e disturbi del ritmo cardiaco, sono spesso associati e non è chiaro come queste due cose siano correlate.

 

Segni e sintomi

Nel caso di bruxismo “rumoroso” chi ci ascolta nel sonno è in grado di dire se dormendo, si produce “rumor di denti”. In questo caso si vede che i denti sono consumati (faccette di usura).

Nel caso di bruxismo “silenzioso” il soggetto si sveglia alla mattina con una sensazione di denti superiori e inferiori “che stringono” molto, i denti non sono consumati.

 

Quando rivolgersi al medico

Ci si rivolge al medico di solito per il dolore dell’articolazione temporomandibolare, per il fastidio o dolore alla masticazione, per la ridotta apertura della bocca, ecc. sintomi che hanno, come detto sopra, nel bruxismo una causa importante.

 

Epidemiologia (frequenza della malattia)

La maggior parte delle statistiche lo indica 8-9% della popolazione. È un disturbo del sonno detto parafunzione notturna o parasonnia. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18784854

Il bruxismo ha uguale incidenza tra maschi e femmine.

 

Cause

In passato la spiegazione avveniva attraverso la teoria occlusale, secondo la quale il digrignamento serviva per eliminare i precontatti tra i denti. Osservando con attenzione alcuni pazienti, intuitivamente questa spiegazione risulta difficile da accettare. Questi denti di precontatti oramai non ne hanno più e tuttavia il soggetto continua a bruxare.

Denti consumati

Inoltre:

1. Spesso il bruxismo notturno consiste solo nel serrare i denti (bruxismo “silenzioso”), non sufficiente per eliminare le interferenze.

2. Se con del materiale per ricostruzione dentale (composito) si creano dei precontatti, non si ha bruxismo;

3. Se è presente un precontatto, la sua eliminazione non elimina il bruxismo.

4. Il bruxismo si verifica anche senza interferenze occlusali e non è presente in soggetti con gravi interferenze.

Teoria centrale: la causa è nel sistema nervoso centrale (nuclei motori del trigemino) ed è acquisito per plasticità neurale (viene “imparato a memoria”). Le cellule addette al controllo del ritmo sarebbero situate in una porzione del cervello detta formazione reticolare mediale del tronco dell’encefalo. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15978723

L’equilibrio tra i nuclei trigeminali che “ordinano la partenza” a questi movimenti (nucleo motore trigeminale) e quelli che lo frenano sono regolati da mediatori delle cellule nervose, sui quali è possibile intervenire con terapia farmacologica. Con alcuni antidepressivi il bruxismo migliora, con altri peggiora.

 

Patologie correlate

Nello studio http://chestjournal.chestpubs.org/content/119/1/53.long ci si pone il quesito se il bruxismo notturno può:

a. modificare la qualità della vita del paziente;

b. essere associata a una serie di fattori di rischio;

c. essere collegato ad altri problemi di salute nella popolazione generale.

Le persone studiate sono state tante, 13057 soggetti di età di almeno 15 anni; con un campione rappresentativo del Regno Unito, 4.972 soggetti; della Germania, 4.115 e dell’Italia, 3.970 soggetti. Il risultato è stato che il bruxismo è più frequentemente associato a:

1. Sindrome da apnea ostruttiva del sonno;

2. Russamento importante,

3. Alterazioni del sonno (es. comportamenti violenti);

4. Soggetti con moderata sonnolenza diurna,

5. Bevitori di alcol,

6. Bevitori di caffeina,

7. Fumatori,

8. Soggetti molto stressati, con ansia e depressione;

9. Alterazioni elettroencefalografiche del complesso alfa.

10. Sensazione soggettiva di soffocamento

11. Apnee e risvegli notturni, sonnolenza diurna,

12. Mal di testa al risveglio;

13. Allucinazioni notturne spesso associate a paralisi.

Lo studio termina dicendo che i pazienti con bruxismo hanno consultato più frequentemente medici e odontoiatri.

Altri studi effettuati sul bruxismo sono davvero interessanti. Nel successivo ad esempio si nota che se si fanno stringere i denti (serramento) aumenta la pressione del sangue, sia nei soggetti con pressione sanguigna normale che in quelli ipertesi. Serrando i denti per 30 secondi l’aumento è di 3,2 mm di mercurio, se si serrano per un minuto l’aumento è di 5,5 mm di mercurio. In un gruppo di soggetti ipertesi serrando per un minuto la pressione aumentava di 4,6 mm. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/277577

In una prestigiosa rivista sul sonno, in un gruppo di soggetti con bruxismo si evidenziava https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9456463 :

• Dolore alla bocca e alla faccia e fisico;

• Alterazione di alcune onde dell’elettroencefalogramma nel 15% dei soggetti, che avvengono spesso durante i 10 secondi che precedono lo sviluppo di un episodio di bruxismo.

• Sintomi vegetativi (il 23% sudorazione, palpitazioni durante la notte del 62%, diminuzione della libido 50% );

• Il 19% aveva un aumento della pressione sanguigna che richiede il trattamento.

• Il 65% ha dichiarato frequenti mal di testa il mattino.

 

Digitando nei motori di ricerca “bruxism and cardiac disease” si trovano diversi articoli che ipotizzano correlazioni tra questa parasonnia (il bruxismo) e l’ipertensione, es.: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16911037

 

Bite e terapia

Ripetiamo che il bruxismo è molto spesso associato al dolore dell’articolazione temporomandibolare MA, pertanto nella costruzione dei bite i criteri di costruzione sono identici.

Una importante revisione degli studi sull’argomento afferma che:

• Sappiamo poco sul bruxismo e sulle mioartropatie del sistema masticatorio (MA);

• Terapie con bite diversi sono ugualmente efficaci; la maggioranza dei pazienti ottiene sollievo dei sintomi con una terapia non invasiva reversibile.

Consiglia pertanto di non fare, in caso di presenza di dolore, alcuna modifica permanente della masticazione, ortodonzia, molaggio selettivo (limare i denti per migliorare l’ingranaggio dentale), protesi ceramiche, chirurgia dell’articolazione temporomandibolare, ecc.

La terapia proposta è:

a. Bite;

b. Terapia medica multidisciplinare come quella utilizzata per il dolore in altri distretti muscolo-scheletrici (lombalgia, cervicalgia, gonalgia, ecc.) che coinvolga il paziente nella terapia.

Manovre di stretching del cavo orale usate da molto tempo, che mostrano buoni risultati, andrebbero eseguite più frequentemente.
Anche l’uso di farmaci diversi da caso a caso, usati per periodi limitati di tempo, può talvolta essere importante. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9151272

 

Molti studi pongono invece una maggiore attenzione all’altezza del bite. Uno studio autorevole dice, infatti, che un incremento della dimensione verticale non estremo ha ottime capacità di adattamento. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2066895

Un altro studio https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6580439 si pone la domanda se ci sono correlazioni tra l’altezza del bite e la risoluzione dei sintomi di bruxismo, dolore temporomandibolare e click.

A questo scopo sono stati studiati 75 pazienti divisi casualmente in tre gruppi secondo il rialzo effettuato con il bite dalla normale masticazione:

I. 1 mm;

II. 4,42 millimetri;

III. 8,15 millimetri.

Si è osservata una riduzione più veloce e completa dei sintomi clinici per i gruppi II e III che per il gruppo I. La conclusione è stata quindi che più alto è il bite e migliore è il risultato. Anche altri esperimenti affermano la superiorità dell’approccio con bite alto e non esistono studi che affermino il contrario.

 

Riassumendo

• Esistono molte tecniche di confezionamento del bite dentale ma nessuna è stata scientificamente dimostrata superiore all’altra;

• Più alto è il bite (senza arrivare a situazioni estreme) maggiore e più precoce è il risultato nella terapia del dolore temporomandibolare, del click e del bruxismo.

Anche nella mia esperienza personale l’uso di bite più alti da risultati migliori, come indicato da prove sperimentali (tra cui quelle citate); va detto che è più difficile da eseguire e vanno sempre eseguiti aggiustamenti del bite da parte dello gnatologo.

 

Dopo il bite...

Curati eventuali traumi e il frequente bruxismo, possono permanere le condizioni che hanno indotto i disturbi:

a. Edentulia (mancanza di denti) parziale o totale;

b. Errato contatto dentale, ecc.

Quando non è più presente dolore, si consiglia di dare un corretto rapporto dentale con ortodonzia, ripristino dei denti mancanti, ecc.

Data pubblicazione: 11 gennaio 2011

Autore

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1989 presso Università Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Massa-Carrara tesserino n° 1202.

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