Tumore della prostata e "abiraterone"

Abiraterone, un nuovo farmaco per il tumore prostatico, il tumore più frequente nell'uomo ed il più diagnosticato nei paesi occidentali

E' il tumore più frequente nell'uomo, il più diagnosticato nei paesi occidentali: è il tumore della prostata, che ogni anno in Italia fa registrare 9.000 nuovi casi.

L'incidenza di questa neoplasia, che è provocata dalla crescita incontrollata di alcune cellule all'interno della ghiandola che produce e immagazzina il liquido seminale, è in costante aumento: si stima che il numero di nuovi casi in tutto il mondo sia di circa 400.000 ogni anno, con 165.000 morti.

Nonostante il tasso di mortalità nei pazienti ultra 55enni sia secondo solo a quello del tumore del polmone, la sopravvivenza è comunque molto elevata, e supera mediamente il 70% dei casi a cinque anni dalla diagnosi.

Tra i principali fattori di rischio per questo tumore ci sono: l'età, la familiarità, la sedentarietà e una dieta ricca di grassi di origine animale.
Come per molti altri tumori, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nella prognosi.

Una diagnosi nella fase precoce, quando ancora non si manifestano sintomi, è possibile grazie a un semplice esame del sangue, che rileva i livelli dell'antigene specifico della prostata (Psa).

Questo valore quando compreso tra 5 e 20 (secondo alcune scuole di pensiero), merita di essere meglio indagato eseguendo il rapporto libero/legato e deve essere eseguito lontano da manovre o procedure che hanno stimolato la ghiandola prostatica (per esempio cateterismi vescicali). Il suo utilizzo è comunque ancora dibattuto tra gli specialisti, visto che non è più considerato un test sicuro nel 25% dei casi.
La biopsia è comunque ad oggi l’esame dirimente.

Un nuovo farmaco

L’abiraterone è un nuovo farmaco target mirato che blocca l’enzima CYP 17 deputato alla produzione del testosterone. I primi studi su questa molecola, sono da attribuire alla Gran Bretagna.

Questo farmaco, sembra in grado di contrastare efficacemente il tumore oltre con un decremento del PSA,  prolungando di molti anni la vita dei malati, sia ormono che chemio trattati.

Il medicinale dovrebbe essere disponibile per un largo uso sotto forma di pillola nel giro di due-tre anni. Le ricerche sull'abiraterone sono stati compiute a Londra presso l'Institute of Cancer Research e il Royal Marsden Hospital.

Finora duecentocinquanta malati si sono prestati a fare da cavia e in genere hanno visto almeno raddoppiare il loro tasso di sopravvivenza. Il medicinale sembra in grado di avere un grosso impatto positivo nell'80% dei casi.

Tale patologia, nela sua forma piu' aggressiva e letale, in un paese come la Gran Bretagna colpisce circa diecimila uomini all'anno, con una sopravvivenza media di diciotto mesi.
In Italia qualche centro possiede il farmaco in via sperimentale.

Data pubblicazione: 16 luglio 2010

Autore

a.dangelo
Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1994 presso MESSINA.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Messina tesserino n° 7556.

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