L’utilizzo di tutori preconfezionati per la spalla

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Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo

L’utilizzo di supporti o tutori preconfezionati per la spalla sempre più in aumento negli ultimi anni. Questa modalità terapeutica si è implementata allorquando i principi che regolavano la branca ortopedica e traumatologica, sono passati da una concezione statica-rigida a quella dinamico-elastica. L’allargamento del campo di applicazione di questi tutori, ha reso indispensabile dare precise informazioni sul perché del loro uso e fornire norme prudenziali da seguire durante il loro utilizzo

L’utilizzo di supporti o tutori preconfezionati per la spalla è un metodo sempre più in aumento negli ultimi anni. Questa modalità terapeutica si è implementata allorquando i principi che regolavano la branca ortopedica e traumatologica, sono passati da una concezione statica-rigida a quella  dinamico-elastica.

L’allargamento del campo di applicazione di questi tutori, ha reso indispensabile:

  1. dare precise informazioni sul perché del loro uso
  2. fornire norme prudenziali da seguire durante il loro utilizzo.

 

L’argomento da me trattato riguarda l’impiego dei supporti preconfezionati solo per la spalla. In quest’ambito, tuttavia, i tutori possono essere suddivisi a seconda che si tratti di una patologia della clavicola oppure della scapolo-omerale. 

1) Tutori per la clavicola

Sono utilizzati per:

  1. La frattura di clavicola
  2. La lussazione acromion-claveare.

Dopo che è stata posta diagnosi di frattura di clavicola, bisogna utilizzare il tutore solo per quei casi che non necessitano d’ intervento chirurgico (vedi articolo: Frattura della clavicola).

Il supporto riproduce la stessa  immobilizzazione ad “otto”  della spalla, realizzata artigianalmente  dall’ortopedico dopo aver scelto questo tipo di trattamento. In commercio sono distribuiti differenti modelli ma tutti si basano sul meccanismo di retroposizione delle spalle rispetto al tronco. 

L’azione di forza del bendaggio fa in modo che i due monconi della frattura trovino un punto di contatto contrastando la normale dislocazione del moncone laterale.

I limiti di applicazione di questa tecnica sono dovuti all’eccessivo spostamento dei monconi (>2 cm). La guarigione avviene in circa 3-4 settimane ma è subordinata ad una valutazione dallo specialista,  dopo il controllo clinico e strumentale (RDX) di prassi. In alcuni casi,  la durata dell’utilizzo del tutore può prolungarsi di 1-2 settimane in quanto la distanza dei due monconi può influire sul tempo di guarigione.

Dopo aver sistemato il tutore, lo specialista controlla se tutto procede per il meglio il giorno successivo ed una volta a settimana fino a guarigione avvenuta.
I controlli settimanali sono indispensabili sia per ritensionare il bendaggio, sia perché questo potrebbe creare abrasione cutanea e parestesie del braccio e, pertanto, oggetto di valutazione da parte dello specialista; questi effetti collaterali sono dovuti alla compressione cutanea esercitata dal bendaggio stesso.

Anche nel caso di lussazione acromion-claveare, l’uso del tutore è appropriato solo dopo aver escluso l’indicazione al trattamento chirurgico. E’ adatto soprattutto per le lussazioni di Tipo I-II.  

In questa patologia si adopera il tutore di Kenny-Howard poiché è il bendaggio più adeguato e con un indice di successo piuttosto alto. Questo può essere utilizzato anche in caso di lussazione A/C Tipo III con attenta stima del risultato terapeutico.
Infatti, dopo aver applicato il tutore, si procede ad un controllo radiografico dopo 7 giorni; questo protocollo è indispensabile per verificare se la riduzione è avvenuta nel modo giusto.

Nel caso di una riduzione insoddisfacente, le cause potrebbero essere addebitate a tessuti molli interposti tra le superfici articolari. In questo caso ricorrono i presupposti per passare ad una soluzione chirurgica.

2) Tutori per la scapolo-omerale

Sono di forma differente e differiscono tra loro a seconda del principio che lo specialista vuole applicare. Per tale motivo si distinguono tutori standard e tutori terapeutici e postoperatori:

  1. Tutori standard

Hanno una funzione prevalentemente di supporto ad un trattamento già stabilito e vengono utilizzati per migliorare il comfort e la compliance per tutto il periodo di malattia.
Sono utilizzati, per lo più, in casi di lievi traumatismi di spalla con lo scopo di eliminare gli stimoli al dolore provocati anche da piccoli movimenti del braccio. La scelta è sub judice dello specialista che valuterà, caso per caso, il supporto più adeguato.

  1. Tutori terapeutici e post operatori

Sono tutori che ricoprono intrinsecamente un ruolo terapeutico primario; per tale motivo la loro indicazione deve essere precisa e ordinata.

Sono utilizzati in caso di eventi traumatici della spalla di una certa potenza e che hanno determinato lesioni ossee, muscolari e nervose. Ecco alcune indicazioni: lussazione di spalla, lesione del plesso brachiale, frattura dell’estremo prossimale dell’omero, a seguito di intervento chirurgico della spalla.

Regole generali sul loro uso e norme accessorie

a) Alimentazione

Durante le prime 3 settimane, è prudente non utilizzare la mano del braccio malato per nutrirsi ma adoperare la mano opposta, anche se ciò può risultare difficile (farsi aiutare, se necessario).

b) Dormire

Durante le prime 3 settimane,il tutore va sempre mantenuto anche di notte, successivamente  a discrezione dello specialista che valuterà caso per caso. Durante il  riposo notturno, può essere utile un piccolo cuscino a sostegno del braccio malato  in modo da procurare maggior comodità. La posizione da utilizzare è quella sulla schiena o, in alternativa, quella semi seduta a seconda delle personali esigenze.

c) Ferite cutanee

Quando sono presenti, in conseguenza del trauma, è indispensabile che esse siano protette. Possono essere utilizzate medicazioni impermeabili acquistabili presso le farmacie. In alternativa è prudente non irrigare la zona colpita con il lavaggio.

d) Funzione del tutore

Accertarsi che la tensione del tutore sia sempre “attiva” e che non si verifichino allentamenti; un modo per verificare questo è quello di inserire il dito della mano sotto la cintura ( se avviene senza molta forzatura significa che il tiraggio è allentato e bisogna ritensionarlo).

e) Igiene intima

Durante le prime 3 settimane, il paziente non è totalmente autonomo e ha bisogno di assistenza per l’igiene intima (lavaggio, ecc.).

f) Ispezione della cute

Controllare la cute in modo costante per evitare principi di abrasione e arrossamenti che predispongono a ferite cutanee compromettenti e dolorose.

g) Lavoro

Questo è un argomento di difficile comprensione e di approvazione da parte del paziente. Questi tende a riprendere precocemente l’attività lavorativa (compreso il lavoro domestico) e non è difficile riscontrare una certa resistenza ad accettare il riposo. E’ prudente riprendere il lavoro dopo 5-6 settimane (secondo i casi logicamente) ed è  assolutamente sconsigliato fino a 3 mesi dopo un aver subito un intervento chirurgico alla spalla.

h) Modalità nell’uso di abbigliamento

E’ consigliabile l’utilizzo di abiti con apertura anteriore. Nel vestirsi, è opportuno cominciare sempre dal lato malato e completare la vestizione dal lato opposto.

i) Spostamenti

Tutte le modalità di spostarsi da un posto all’altro devono essere effettuate con prudenza e con calma per evitare cadute sull’arto malato e/o stiramenti delle strutture muscolari, tendinee e legamentose. Quando ci si deve spostare, bisogna sempre utilizzare  il braccio non malato e, se possibile, farsi sempre assistere per le prime 3 settimane. In alcuni casi può essere utile l’uso di una sedia a rotelle.

j) Utilizzo di scale

Quando si debbono salire o scendere le scale è sempre preferibile tenersi al corrimano con il braccio non malato in modo da aumentare la stabilità ed evitare cadute accidentali.

 

Come sempre, vale la regola generale della prudenza e, nei casi ove sussistano perplessità, dubbi o incertezze, è sempre meglio chiedere allo specialista che prendere iniziative personali.

 

Data pubblicazione: 27 gennaio 2015

Autore

luigigrosso
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso Università Federico II - Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 16279.

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