L'artrosi del ginocchio (gonartrosi) e la protesi del ginocchio

La protesi del ginocchio è in grado di regalare una "nuova vita" a quei pazienti che soffrivano di forte dolore al ginocchio e si trovavano limitati nei movimenti.

Quando fare un impianto di protesi del ginocchio?

L'impianto di una protesi del ginocchio è indicato in tutti i casi di dolore associati a degenerazione dei capi articolari. L'articolazione del ginocchio è una "giuntura" in cui si articolano tre ossa: il femore (l'osso della coscia), la tibia (l'osso della gamba) e la rotula. Queste tre ossa sono rivestite da uno spesso strato di cartilagine nel punto in cui si toccano tra loro e sono quindi sottoposte a usura.


Fig. 1: L'anatomia normale del ginocchio

Sono molte le patologie in grado di assottigliare questo strato di cartilagine, causando dolore, zoppia, limitazione del movimento e deformità.

La più comune di queste patologie è l'artrosi, cioè l'invecchiamento dell'articolazione.
Naturalmente -purtroppo- l'articolazione del ginocchio può invecchiare più rapidamente del paziente, e in alcuni casi si trovano quadri degenerativi delle ginocchia (anche molto avanzati) che non riflettono la giovane età biologica del paziente.

Oltre che dall'artrosi, la degenerazione articolare può essere causata dalle artriti, dagli esiti di frattura, dall'osteonecrosi e altre patologie.

Cos'è una protesi del ginocchio?

Una protesi articolare è il sostituto artificiale di quella cartilagine che nel paziente artrosico risulta essere consumata. Nell'intervento viene asportato il residuo cartilagineo e parte dell'osso malato dal femore e dalla tibia, e viene sostituito con due componenti metalliche (generalmente in lega di Cromo-Cobalto-Molibdeno).
Tra queste due componenti metalliche viene posizionato un inserto in polietilene, che può essere mobile o fissato alla componente metallica tibiale. In alcuni casi è necessario applicare una protesi in polietilene anche alla rotula.

L'adesione delle componenti protesiche all'osso è assicurata da un apposito cemento in polimetilacrilato.

Tipi di protesi del ginocchio

Esistono molti tipi di protesi del ginocchio, ma qui ci soffermeremo su una suddivisione fondamentale tra protesi totali e parziali.

Fig. 2: da sinistra a destra, il ginocchio sano; la protesi monocompartimentale (mediale);
la protesi bicompartimentale (mediale + femoro-rotulea); la protesi totale.

Le protesi totali sono quelle più comunemente e da più tempo impiantate, e con i risultati clinici più consolidati. Nel ginocchio esistono tre punti critici di contatto tra le ossa: due di questi punti di contatto sono tra il femore e la tibia (comparto femoro-tibiale mediale e comparto femoro-tibiale laterale), e uno è tra il femore e la rotula (comparto femoro-rotuleo). Nella protesi totale tutti e tre i compartimenti sono interessati dalla protesizzazione.

Le protesi parziali invece possono interessare uno solo o due dei tre compartimenti citati.
Naturalmente l'impianto di una protesi parziale è meno invasivo rispetto ad una protesi totale, e il decorso post-operatorio sarà per il paziente più rapido e meno doloroso.

Altrettanto intutitivamente, però, non tutti i casi sono adatti all'impianto di una protesi parziale: è importante infatti che i compartimenti che non verranno protesizzati non siano interessati dal processo degenerativo, e che le strutture capsulo-legamentose dell'articolazione siano in buone condizioni.

Quando si impianta una di queste "mini-protesi" ad un solo compartimento articolare, si parla di protesi monocompartimentale. A seconda del comparto interessato dall'intervento, si userà una protesi mediale, una protesi laterale o una protesi femoro-rotulea.

In alcuni casi rari è possibile impiantare una protesi bicompartimentale, cioè che coinvolga il comparto femoro-rotuleo e uno dei due comparti femoro-tibiali.

Un'alternativa all'utilizzo della protesi bicompartimentale è l'impianto di due distinte protesi monocompartimentali (una femoro-rotulea e una femoro-tibiale, oppure due protesi femoro-tibiali). Questo intervento, in mano ad un chirurgo esperto, può dare un risultato migliore in quanto il chirurgo avrà la facoltà di modificare, se necessario, l'orientamento tra le due componenti protesiche in maniera da riprodurre più correttamente l'anatomia e la biomeccanica del ginocchio del paziente.

Esistono controindicazioni all'intervento?

L'unica controindicazione assoluta all'intervento chirurgico è rappresentata da uno stato di salute generale gravemente compromesso.

Per fortuna oggigiorno il progredire delle tecniche anestesiologiche consente di operare quasi tutti i pazienti; i casi in cui il paziente deve rinunciare alla protesi a causa del suo stato di salute sono davvero rarissimi.

Naturalmente ciascun paziente, in preparazione all'intervento, viene sottoposto ad una serie di esami volti ad accertare il suo stato di salute e a scegliere le procedure interventistiche più appropriate. Vengono eseguiti esami ematochimici di routine, elettrocardiogramma, radiografia del torace, ecocolordoppler dei tronchi sovra-aortici. Al termine di questi esami il paziente viene visitato da una equipe composta da un cardiologo, un anestesista, un ematologo esperto in coagulopatie.

Se necessari nel caso specifico del paziente, vengono eseguiti ulteriori accertamenti e visite (es. Visita pneumologica, diabetologica...)

Inoltre, se le condizioni del paziente lo consentono, viene eseguito un prelievo di sangue chiamato "predeposito". Questo sangue verrà conservato per eseguire una autodonazione qualora fosse necessario durante o dopo l'intervento.

Come viene eseguito l'intervento?

L'intervento di impianto di una protesi del ginocchio viene eseguito di solito in anestesia loco-regionale (si addormentano solo gli arti inferiori), ma se il paziente lo desidera, si può procedere ad una sedazione in maniera che dorma durante tutta la procedura.

L'intervento viene eseguito tramite un'incisione tra gli 8 e i 20 centimetri (a seconda del tipo di protesi utilizzata e delle dimensioni del ginocchio da operare). La procedura dura dai 60 ai 90 minuti, e al termine dell'intervento viene lasciato in sede un piccolo tubicino di drenaggio che verrà rimosso in prima o in seconda giornata post-operatoria.

Il dolore post-operatorio viene gestito tramite una pompa che somministra antidolorifici in infusione continua.

Decorso post-operatorio

Il paziente rientra in reparto di degenza dopo una osservazione post-operatoria di circa due ore.

In prima o in seconda giornata post-operatoria vengono rimossi i drenaggi e il paziente può alzarsi e camminare, aiutato da un fisioterapista.
Generalmente, in quarta o quinta giornata si può dimettere il paziente dal reparto di degenza post-chirurgica, per trasferirlo in un reparto di riabilitazione. Qui il paziente potrà recarsi giornalmente in palestra per partecipare alle sedute kinesiterapiche.

Il paziente viene dimesso quando ha raggiunto una autonomia tale da essere in grado di badare da sé alle proprie faccende personali: sarà in grado di vestirsi e spogliarsi da solo, andare in bagno, lavarsi, salire e scendere le scale, salire e scendere dall'auto. Generalmente questo obiettivo viene raggiunto nell'arco di 15 giorni dal momento dell'intervento.

Al termine di questo periodo il paziente potrà tornare a casa, e proseguire autonomamente gli esercizi appresi durante il ricovero.

A 45 giorni dall'intervento è prevista una visita di controllo con una radiografia. Sulla base della visita l'ortopedico deciderà se è possibile abbandonare le stampelle.

La vita del paziente protesizzato

La protesi del ginocchio è in grado di regalare una "nuova vita" a quei pazienti che soffrivano di forte dolore al ginocchio e si trovavano limitati nei movimenti.

In assenza di complicazioni, la protesi del ginocchio consente un arco di movimento fluido, in assenza di dolore, e un ginocchio stabile per l'esecuzione di una normale vita attiva.

La protesi del ginocchio consente il ritorno ad una moderata attività sportiva. Tra gli sport consigliati vi sono il nuoto, il trekking, il golf, il ciclismo. Possibile, con cautela, la pratica dello sci.

Tra gli sport sconsigliati vi sono gli sport di contatto e gli sport traumatici (calcio, tennis, equitazione).

Durata dell'impianto

Le protesi di ginocchio hanno ormai un follow up molto lungo, e la speranza è che possano durare anche 20 o 25 anni prima di dover necessitare di un intervento di revisione.

Naturalmente non siamo in grado di prevedere il futuro, ma i dati raccolti finora dimostrano che il 98% dei pazienti operati di protesi al ginocchio hanno ancora una protesi ben funzionante a 15 anni dall'intervento (Ritter MA, Berend ME, Meding JB, Keating EM, Faris PM e Crites BM. Long-term followup of anatomic graduated components posterior cruciate-retaining total knee replacement. Clin Orthop Relat Res. 2001;(388):51-7).

Per approfondire:Riparazione dei danni alla cartilagine

Data pubblicazione: 30 novembre 2010

Autore

emanuele.caldarella
Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2003 presso Università degli Studi di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 3723.

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