Il sonno normale e patologico del bambino

gaetanopinto
Dr. Gaetano Pinto Pediatra, Allergologo

Viene trattato la fisiologia del sonno nei bambini con le particolari manifestazioni collegate. Si elencano i vari disturbi, cioè le parasonnie, con un breve cenno alla diagnosi e terapia

Il sonno costituisce una fase attiva e fisiologica dell'uomo, importante per mantenere uno stato di buona salute, sia sotto l'aspetto fisico che psichico. Per quanto riguarda i bambini, le ore di sonno sono massime durante il periodo neonatale, potendo arrivare fino a 18-20 ore, mentre vanno a decrescere nelle età successive.

I bambini nascono senza la capacità già regolamentata di dormire di notte ed essere svegli durante il giorno: durante la gestazione, infatti, si trovano in un ambiente oscuro e passano facilmente dal sonno alla veglia sia durante il giorno che durante la notte.

Questo determina alla nascita difficoltà da parte del neonato di acquisire un regolare ritmo sonno-veglia. L'adattamento avviene di solito lentamente e in molti soggetti è già consolidato all'età di 5/6 mesi. Valutando poi le altre età: i bambini di un anno dormono all'incirca 14 ore al giorno; dai 2 ai 4 anni, 12-14 ore; dai 5 ai 10, 11-12 ore; dai 10 anni in poi circa 10 ore.

Bisogna tenere presente che esiste una variazione individuale della durata del sonno per cui ci sono bambini che fisiologicamente dormono di meno, comunque bisogna sempre assicurarsi che questo avvenga naturalmente senza alcun condizionamento ambientale.

Il sonno è collegato a numerose funzioni fisiologiche dell'organismo:

  • Produzione di GH (ormone della crescita) che viene secreto prevalentemente di notte, specialmente durante il periodo di sonno profondo. I bambini che dormono poco sono spesso distratti dalla televisione, internet, videogiochi e pertanto producono minore quantità di ormone della crescità;
  • Attivazione e potenziamento del sistema immunitario con capacità di difendersi meglio dalle patologie virali e batteriche;
  • Sviluppo ottimale neuro-cognitivo;
  • Controllo fisiologico dell'appetito, regolamentando i disordini alimentari alla base dell'obesità;

 

Il sonno è costituito da un periodo REM (Rapid Eye Movements: Rapido Movimento degl'Occhi): la percentuale di sonno REM è più elevata nei bambini rispetto agl'adulti; alla nascita il sonno REM è circa il 50% del sonno totale e nei neonati prematuri, durante il loro sviluppo intrauterino, questo periodo è ancora più lungo rispetto ai neonati a termine. Nel sonno REM si verifica la maggior parte dell'attività onirica. Il sonno REM favorisce lo sviluppo delle funzioni cerebrali nel bambino con la formazione delle cosidette mappe corticali.

Vi è poi un periodo di sonno detto NON-REM che nel bambino serve a potenziare la funzionalità delle sinapsi cerebrali. Queste costituiscono la connessione tra i neuroni: in queste formazioni dette bottoni sinaptici avviene l'impulso nervoso tramite la liberazione di mediatori chimici.

Da tali considerazioni si evince chiaramente che la mancanza di sonno nei bambini può causare disturbi cognitivi, psicologici, comportamentali e disadattamento sociale.

La fisiologia del sonno dei bambini è caratterizzata da una varietà di fenomeni che spesso creano ansia e preoccupazioni immotivate nei genitori:

  1. Oscillazione del ritmo respiratorio con brevi periodi di ritmo irregolare;
  2. Oscillazioni del ritmo cardiaco con fasi di lieve bradicardia o lieve tachicardia;
  3. Abbassamento della temperatura corporea;
  4. Erezione del pene che si ripete più volte specie nella fase REM;
  5. Contrazioni muscolari (mioclonie) seguite da alleggerimento del sonno o da breve risveglio;
  6. Attività automatiche di suzione o deglutizione;
  7. Attività gestuali delle mani con ad esempio movimenti di accarezzamento;
  8. Attività mimiche quali il sorridere o il muovere le sopracciglia;
  9. Emissione di rumori con la bocca come il succhiare o lo schioccare la lingua;
  10. Sussulti associati a mioclonie, caratteristici dei primi mesi di vita. Questi, però, se protratti e persistenti richiedono un approfondimento diagnostico con esecuzioni con un EEG.

 

Le cause di insonnia nei bambini sono differenti da quelle dell'adulto, infatti mentre quest'ultimo non può dormire, il bambino non vuole dormire. Alcune volte si verificano risvegli notturni, già nei primi mesi di vita,  oppure nei bambini in cui il ritmo è già stabilizzato, specie in età scolare.

Causa abbastanza frequente di insonnia nei bambini è dovuta ad abitudini sbagliate dei genitori, per esempio l'addormentamento del bambino in braccio alla madre oppure nel letto dei genitori.

Tra le cause di insonnia vi sono anche le coliche con risvegli frequenti e pianto improvviso. Secondo alcuni studiosi, cosa non condivisa da tutti, queste potrebbero essere in collegamento ad un'allergia alle proteine del latte vaccino. I disturbi respiratori sono una causa importante di insonnia nel bambino: nel neonato le apnee prolungate potrebbero costituire elementi di rischio di SIDS.

Nei bambini più grandi questi disturbi determinano russamento che se saltuario e non protratto rappresenta un fenomeno normale e benigno. Il russare invece in modo continuo determina sonno agitato, risvegli frequenti ed è collegato spesso alla sindrome deficit attenzione-iperattività; procura inoltre malformazioni secondarie della mascella e della mandibola con problemi ortodontici.

Le apnee prolungate, oltre i 10 secondi, sono considerate patologiche, spesso dovute a ipertrofia adeno-tonsillare e necessitano a volte di adeno-tonsillectomia, sempre su indicazione di un medico otorino e sulla scorta di esami diasgnostici tra cui una endoscopia a fibre ottiche (è preferibile non praticare l'RX faringe per l'effetto radiante abbastanza invasivo).     Il russare continuamente e le apnee notturne causano conseguenze negative: scarsa crescita staturo-ponderale; aumento dei valori dell'Hb (Emoglobina) dovuta a compenso all'ipossiemia (riduzione dell'ossigeno nel sangue); possibile ipertrofia cardiaca e possibili deficit neurocognitivi in particolar modo riferite all'apprendimento e alla memoria.

Le parasonnie sono disturbi del sonno: la jactatio capitis è caratteristica dei primi anni di vita, prevalente in bambini dimenticati a casa, abbandonati o istituzionalizzati. Essa determina movimenti del capo in senso antero-posteriore o latero-laterale, in quest'ultimo caso è detto spasmus nutans. Questo disturbo non va sottovalutato e bisogna valutare bene l'aspetto neuropatologico che vi può essere associato. Il sonniloquio è caratterizzato da emissione di parole durante il sonno, associato spesso a sonnambulismo tipico dell'età prescolare in cui il bambino si alza durante la notte, inizia a camminare per la stanza e successivamente ritorna a letto e riprende sonno, non ricordando nulla poi dell'accaduto. Questi sono disturbi benigni che regrediscono spontaneamente; solo in caso di persistenza oltre il 20º anno necessitano di indagini diagnostiche.

Annoveriamo poi il pavor nocturnus che insorge a metà sonno ed è caratterizzato da pianto improvviso, grida e successivamente il bambino si mette a sedere nel lettino compiendo movimenti incordinati e afinalistici; questi se chiamato non risponde e non riconosce i genitori. Dopo pochi minuti si riaddormenta e al risveglio non ricorda più nulla. Anche questo è un disturbo benigno, i bambini non vanno svegliati perché si trovano in uno stato di sonno-veglia, ma solo calmati e accarezzati con dolcezza.

Il bruxismo si manifesta con digrignamento dei denti ed è anch'esso un distrubo benigno; tuttavia, se protratto e persistente, causa consumo dello smalto dei denti.

In conclusione, questi disturbi del sonno non richiedono di solito accertamenti diagnostici, in quanto collegati a particolari momenti di ansia dei bambini. Solo se ripetuti ed ingravescenti è indicata l'esecuzione di un EEG.

 

Bibliografia essenziale:

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- Schwarz, "Manuale di Pediatria", Casa Editrice Ambrosiana, 1997.

Data pubblicazione: 16 dicembre 2014

Autore

gaetanopinto
Dr. Gaetano Pinto Pediatra, Allergologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso UNIVERSITA' FEDERICO II DI NAPOLI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 20601.

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