Nuove droghe: oppiacei, cannabinoidi, stimolanti

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

L'articolo prende in esame alcune categorie "emergenti" di sostanze d'abuso, discutendone gli effetti, i rischi e gli elementi di novità

Non esistono vere nuove droghe. Molte nuove molecole sono state sintetizzate e provate sul mercato illegale delle droghe ricreative, ma le categorie, chimiche e per tipo di effetti, sono sempre le stesse di decenni fa.

Le novità principali delle droghe sono invece:

a) la diffusione di droghe già note in nuovi territori e nuove popolazioni

b) nuovi preparati di sostanze già note, che possono produrre varianti più tossiche o in grado di indurre dipendenza, mascherate dalla fama più rassicurante delle vecchie varianti già note.

 

I nuovi oppiacei

Il nostro mercato è abituato all’eroina come oppiaceo d’abuso principale. In questi decenni l’uso di eroina non è mai calato, se mai vi è stato un periodo in cui l’aumento dei casi è stato limitato, quindi un decremento dell’incremento, niente di più.

Il fronte dei nuovi oppiacei è duplice. Da una parte, oppio (contenente morfina) ed eroina-base, in forma fumata. Dall’altra, sostanze di derivazione farmaceutica, sul mercato con varie indicazioni, da quella antidolorifica, antitussiva a quella del trattamento da altri oppiacei.

 

Nuove morfine

Vi è l’idea, nella popolazione di consumatori più giovani, che l’oppio sia qualcosa di sostanzialmente diverso dall’eroina, poiché “naturale” e non “sintetico”, e inoltre destinato al consumo per inalazione e non tramite “buco”. Quest’idea è completamente infondata.

Innanzitutto i consumatori di eroina solitamente iniziano per via inalatoria o intranasale, e passano più tardi al buco, anche per contenere su dosi crescenti (per l’assuefazione). Tuttavia, se la via intranasale dà un effetto rapido ma non immediato, l’inalazione (via polmoni) produce la concentrazione massima in maniera immediata, al pari dell’iniezione. La rapidità è direttamente responsabile del potere “legante” della droga consumata.

Fumare l’oppio significa quindi consumare una droga ad elevato rischio di indurre dipendenza, essendo a base di una sostanza quale la morfina, da cui è derivata l’eroina (meno potente ma più rapida, e quindi più aggressiva nell’indurre dipendenza). Fumare eroina tende a indurre dipendenza in maniera ancora più aggressiva dell’oppio, ma la differenza non è poi tanta rispetto all’eroina fumata o bucata.

 

L’eroina fumata può essere resa ancora più rapida utilizzandone un prodotto chiamato “eroina-base”. Nel produrre la normale eroina, questo prodotto è una specie di residuo, di scarto, ma è stato riciclato come “nuova droga” da fumare con il nome di Kobret. Data l’estrema rapidità, maggiore dell’eroina stessa, è in grado di indurre un desiderio ancora più aggressivo.

 

A tutto però c’è un limite, nel senso che a volte avere droghe molto aggressive non paga. Se una persona perde il controllo sulla voglia di consumare qualcosa, è bene (per chi deve guadagnarci sopra) che avvenga gradualmente e mantenendo la persona in grado di organizzarsi per tirar su soldi. Avere persone rapidamente “impazzite” dal desiderio di consumare una sostanza in fondo non è il modo di creare una clientela che si possa spremere a lungo e fruttuosamente.

Sarebbero persone rapidamente danneggiate, con un potenziale economico sceso a zero, manovalanza inaffidabile anche sul piano criminale. Il cliente ideale per lo spacciatore è invece quello ricco, che diventa dipendente ma prima di rovinarsi spende molti soldi, e li continua a guadagnare mentre li spende in droga, per poi alla fine divenire un cliente povero e di serie B, cosa prima o poi inevitabile.

 

Oppiacei farmaceutici

Gli oppiacei farmaceutici sono in parte le stesse identiche sostanze, ma in formulazione diversa (ad esempio la morfina). Un tempo anche l’eroina fu disponibile come medicinale. Oggi vi sono numerosi prodotti a base di codeina, diidrocodeina, ossicodone, ossimorfone, idromorfone. In alcuni casi sono prodotti a rischio, ma con un sistema di vigilanza su produzione e prescrizione. Possono quindi andare sul mercato illegale delle droghe, ma in quantità limitate.

Alcuni oppiacei usati in anestesia sono per esempio spesso l’oppiaceo consumato da anestesisti tossicodipendenti, che se ne riforniscono sul lavoro, ma sono invece rarissimi in altre categorie di tossicodipendenti. In USA, dove il mercato dei farmaci oppiacei comprende diversi farmaci “da banco” (senza ricetta, in vendita anche nei comuni supermercati), la tossicodipendenze da oppiacei farmaceutici è in rapida crescita, e supera addirittura quella delle tossicodipendenze da oppiacei illegali classici (eroina).

In Russia, dove i tossicodipendenti poveri sono in aumento epidemico, si è diffusa una droga oppiacea di derivazione farmaceutica (la desomorfina, o Krokodil), proprio perché in questa forma il consumo non è illegale. Naturalmente i medicinali, quando sono piegati all’esigenze dell’uso ricreativo o della dipendenza, sono consumati spesso per una via diversa da quella prevista (iniettati o inalati anziché assunti in compresse), per averne un effetto rapido.

In questo rientrano anche quei medicinali oppiacei diffusi per il trattamento per le dipendenze, che se consumati per via iniettiva o inalatoria diventano altre “eroine”, e se invece consumati per via corretta sono medicinali in grado di spengere le tossicodipendenze. Del resto, la cura delle tossicodipendenze da oppiacei rapidi si basa proprio su assunzione di dosi stabili di oppiacei “lenti”, che non inducono dipendenza e spengono quella in corso.

Per approfondire:Fumare eroina: nuova moda?

I nuovi cannabinoidi

Il mercato della cannabis negli anni, almeno a giudicare dal tipo di preparati sequestrati, si è spinto verso la selezione di cannabis ad alto tasso di THC, il principio attivo euforizzante. Nella cannabis ci sono varie sostanze, e la composizione della miscela influenza il tipo di effetti. Il THC è meno concentrato nella marijuana, più nell’haschisch, ancor più nell’olio di cannabis.

Per andare oltre, si possono utilizzare varianti botaniche, naturali o di laboratorio, particolarmente cariche (per esempio quella utilizzata per produrre Skunk). Volendo andare oltre, si è ricorso a molecole sintetiche, in origine prodotte dalle aziende farmaceutiche per studiare i meccanismi dei recettori cannabinoidi nei tessuti umani e animali. Sono molecole anche molto più potenti del THC. Si è creato un mercato occulto, basato su “incensi” dal nome spesso sospetto, con una composizione apparentemente legale.

Il cannabinoide sintetico è un ingrediente aggiunto e non dichiarato, e spesso sfugge ai controlli perché i controlli di routine non lo individuano. Usato come incenso vi è solo un fumo “passivo”, mentre i consumatori informati ovviamente lo fumeranno.

Un ruolo importante è giocato dai forum virtuali di amanti delle droghe, che offrono bacheche e vademecum sui prodotti disponibili, se non veri e propri canali diretti per l’acquisto on-line. L’effetto della cannabis ad alto THC è meno controllabile, più spesso vi sono reazioni deliranti e violente.

 

I nuovi stimolanti

La cocaina è da noi la droga stimolante per definizione. Non in tutti i territori è così. In alcuni paesi dell’Est Europa, e dell’Estremo Oriente, il posto della cocaina è occupato dalle metamfetamine. Da noi la metamfetamina più famosa è stata l’ecstasy, consumata in forma di compresse. Non ha indotto casi di dipendenza, e invece svariati casi di disturbi mentali. Le metamfetamine est-europee o giapponesi sono invece da inalare o iniettare, e inducono facilmente dipendenza.

In Italia la “novità” nel campo degli stimolanti è rappresentata dal crack, ovvero “cocaina-base”, cocaina più rapida da consumarsi per inalazione, rapidamente aggressiva nell’indurre perdita di controllo e desiderio.

Nuove forme di consumo per amfetamine e cocaina.
Il vantaggio commerciale delle amfetamine è quello di poter essere prodotte “a chilometro zero”, senza costi e rischi di trasporto. In alcuni territori probabilmente questo conviene per motivi logistici o di mercato locale, o per il prevalere di malavita locale rispetto a canali internazionali.

Il crack da alcuni anni è realtà anche in Italia, e per molti consumatori da cocaina è divenuto un passaggio rapido alla dipendenza. Si iniziano a vedere anche casi di dipendenza iniziata con il crack, un tempo considerata una “super-cocaina” per cervelli ormai assuefatti.

 

Un capitolo a parte è rappresentato dai cosiddetti “catinoni”, altrimenti noti come Sali da bagno. Analogamente ai cannabinoidi sintetici, si tratta di prodotti diffusi in maniera occulta come preparati in cristalli o polvere da sciogliere, riscaldare e inalare. Più che di prodotti nuovi (sono sostanze derivate dal khat) si tratta quindi di soluzioni commerciali nuove, non tracciabili (perché sfuggono ai controlli comuni e non sono dichiarate) e diffuse prevalentemente via web. Gli effetti sono quelli di uno stimolante, ma la smania di consumo che inducono può portare facilmente ad una intossicazione al termine di ore di uso ripetuto, con deliri, allucinazioni, atti violenti e autolesionistici, comportamento disorganizzato e amnesia.

 

Data pubblicazione: 22 aprile 2014

Autore

matteopacini
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1999 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pisa tesserino n° 4355.

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